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Donne: il web batte il medico curante
Sempre più donne cercano informazioni sulla salute su Internet, ma non a caso: con logica e prudenza a quanto pare
Il web, si sa, è una grande risorsa di informazioni. E sempre più gente, attenta alla salute o meno, lo utilizza a tale scopo. In particolare, sarebbero le donne le vere amanti delle cyber informazioni, le quali si informano attraverso community, social network, siti e blog… Ma, secondo un recente studio, sempre con estrema prudenza. Le informazioni acquisite, infatti, vengono poi valutate con amici e parenti.
Secondo la ricerca condotta dalla australiana Queensland University of Technology (QUT) vi è la necessità di avere un punto di riferimento affidabile su Internet.
«Il nostro studio, e altri, hanno notato che le donne selezionano e confrontano le fonti e poi valutano le informazioni con familiari e amici, nonché i loro medici», spiega la professoressa Julie-Anne Carroll, docente presso la QUT.
«Un tempo, si andava dal proprio medico per ottenere un parere o un insieme di consigli e basta. Ora, le donne sono alla ricerca di diverse opzioni quando si tratta di prendere decisioni sulla salute – spiega Carrol - Mentre Internet non sembra essere la sostituzione al medico generico, è certamente divenuto il primo traguardo per ottenere informazioni di base, anche come una forma di social networking e di sostegno per le condizioni in corso e le malattie. Per questo motivo, è importante che le donne abbiano fonti attendibili e imparziali di informazioni tra cui scegliere, e adeguati sistemi di supporto on-line a cui rivolgersi», continua la scienziata.
Secondo Carrol sarebbe importante che la maggior parte dei medici fossero presenti anche nel cyberspazio per poter offrire consulenza a chi ne ha bisogno.
«Il problema è che adesso c’è un mix di siti web che sembrano buoni ma non possono essere la migliore fonte di informazioni».
Internet è anche un buon metodo per avere informazioni senza esporsi più di tanto, cosa da tener presente anche quando potrebbe essere imbarazzante parlare del proprio problema davanti a un medico.
«Quello che abbiamo notato era che le donne volevano comprendere il loro stato di salute e anche che spesso provavano imbarazzo per il loro problema – l’anonimato nel chiedere informazioni online ha lanciato un appello a coloro che si sentono in imbarazzo. Online le comunità possono essere molto utili, e abbiamo bisogno di abbracciare questa tendenza, invece di scoraggiare le persone. Bisogna anche formare i medici che vogliono promuovere la salute online per essere in grado di fornire adeguate informazioni», conclude Carrol.
Ci auguriamo, quindi, che il web possa offrire ancora più sostegno alle persone malate di quanto non sia riuscito a fare finora. E magari offrire un “centro” affidabile cui trovare ogni sorta di esperto – magari delle più diverse discipline – cui poter fare affidamento.
(lm&sdp)
http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/lifestyle/articolo/lstp/375350/
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