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Ecologia Uccelli e farfalle sempre più rari nelle campagne inglesi

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Primi segnali di una nuova estinzione di massa. A lanciare l'allarme sono due ricerche pubblicate sulla rivista Science.
Nuovi allarmi su grandi estinzioni di piante e animali. Adesso gli scienziati tornano alla carica con due studi relativi agli insetti, che rappresentano circa il 50% delle specie conosciute.
Il primo studio, condotto da Jeremy Thomas, del Natural Environment Research Council (Nerc) ha analizzato i dati raccolti negli ultimi 40 anni nel corso di sei indagini sulle piante, gli uccelli e le farfalle della Gran Bretagna. Il territorio britannico è stato diviso in aree di dieci chilometri quadrati, in ciascuna delle quali è stata misurata la densità di popolazioni di insetti.
Tutte le specie analizzate sono in declino, soprattutto le farfalle. Un terzo di tutte le specie è infatti scomparso da almeno una delle aree che occupava 20 o 40 anni fa. Degli insetti scomparsi fanno parte il 70% di specie di farfalle, così come il 28% delle piante e il 54% delle specie di uccelli. Se le farfalle possono essere un campione rappresentativo dell'intero mondo degli insetti, allora secondo Thomas è possibile affermare che «nel mondo sta avvenendo l'estinzione della quale molti parlano da anni».

Il secondo studio, condotto da Carly Stevens, studente del NERC presso il Centro di Ecologia di Huntingdon, ha individuato nell'inquinamento da azoto la causa della riduzione delle numerose specie di insetti che vivono nei prati britannici ed europei.
L'eccesso di azoto che si deposita dall'atmosfera in conseguenza dell'uso di fertilizzanti e di combustibili fossili impedisce a molte specie di aumentare il numero dei propri individui.
«Non sappiamo - ha osservato Steven - quanto siano grandi le implicazioni della perdita di altre specie» ma a 40 anni di distanza «molti cambiamenti potrebbero essere irreversibili». In ogni caso, secondo il ricercatore, i dati emersi dallo studio indicano che «l'inquinamento dovrebbe essere ridotto e subito».


 
 
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