Chi ha sofferto di calcoli renali, tende a soffrirne nuovamente, salvo che siano state rimosse la cause. Quali?
La calcolosi delle vie urinarie (nefrolitiasi) è una malattia che colpisce il 68 % della popolazione (soprattutto i maschi) con un incidenza maggiore negli individui di età compresa tra 30 e 35 anni.
I calcoli renali sono depositi di sali (calcio, ossalati, acido urico) che ostruiscono le vie urinarie e che possono provocare violentissimi attacchi di coliche.
I sintomi che accompagnano la formazione dei calcoli renali sono: dolori acuti alla schiena (da non confondere con i sintomi dell’artrosi), bruciore della minzione e tracce di sangue all’esame delle urine.
Tra i diversi fattori predisponenti, l’alimentazione riveste il ruolo primario. Infatti, è stato dimostrato che elevati consumi di carne e sale provocano l’innalzamento dei livelli di calcio, ossalati e acido urico nelle urine; d’altra parte una dieta ricca di potassio (frutta e verdura) determina uno stato metabolico di acidosi, che porta a una riduzione del citrato urinario (sostanza di protezione verso la cristallizzazione dell'ossalato di calcio).
Accanto all’alimentazione, gli altri fattori responsabili della formazioni di calcoli ai reni sono: la sedentarietà, le infezioni alle vie urinarie, la scarsa idratazione.
Pertanto, oltre a riequilibrare la dieta è consigliabile bere molta acqua, meglio se ricca di magnesio e potassio per antagonizzare l’effetto del calcio.