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Ecologia Acqua pagata acqua regalata 1

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La prima parte del servizio di Report del 12 dicembre 98 su Rai 3. Pur diviso a metà, è un lungo articolo, ma è assolutamente da non perdere!

VOCE
FUORI CAMPO DELL'AUTORE


Assessore: i milanesi che acqua bevono?

DOMENICO ZAMPAGLIONE -
Ass. all'Ambiente - Milano


I milanesi bevono un'acqua ottima, secondo la legge.

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Soc. Energia Ambiente - Bologna


Secondo noi i bolognesi bevono un'acqua che è senz'altro all'interno
delle norme stabilite dalla legge.

OSVALDO GRIFFINI -
Acquedotto di Firenze


L'acqua di Firenze rispetta tutte le normative di legge…

MARIO FELICORI -
biologo Arpa - Bologna


E' un'acqua conforme alla legge, un'acqua "come dev'essere".

VITO TOTIRE - medico
del lavoro


Deve pensare che ogni anno in Italia muoiono almeno 1000 cittadini
italiani per mesotelioma della pleura, tutti morti a norma di legge
perché sono stati esposti ad una sostanza che, fino al '92, questo
paese non ha voluto mettere al bando. Non è una bella soddisfazione
morire o acquisire un tumore a norma di legge.

MILENA GABANELLI in
studio


Buonasera. Questa sera parleremo di acque potabili e acque minerali. Per
cominciare partiremo con l'acqua potabile e vedremo qual è tutto il suo
ciclo: da dove viene presa l'acqua, come viene potabilizzata e che cosa
viene giù dai nostri rubinetti. Non solo: vedremo anche che cosa
succede con i depuratori. Per esempio: c'è una legge, del '76, che
impone a tutte le città di depurare le acque. Invece vedremo che alcune
città nobili, come Milano per esempio, non hanno il depuratore. Eppure
i cittadini pagano nella bolletta dell'acqua un depuratore che non c'è.
E quest'acqua, inoltre, a Ferrara la bevono.

L'inchiesta è di Bernardo Iovene

TITOLI di TESTA (su
immagini di articoli di giornali sull'argomento)

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di mare)


Dall'evaporazione dell'acqua del mare, e quindi dalla pioggia, si
formano le falde e i fiumi da dove preleviamo l'acqua che bisogna
portare a norma di legge perché è inquinata da scarichi industriali,
agricoli e civili. Un'acqua che rispetti la legge ha bisogno di un
trattamento chimico che varia in relazione all'inquinamento della falda
o del fiume da cui viene presa.

OSCAR BARALDI - Acosea
- Ferrara


Ferrara, storicamente, ha sempre preso acqua dal fiume Po negli anni
'40, '50, non avendo valide alternative. Il Po, come si sa, attraversa
tutta la valle padana, raccoglie gli scarichi industriali, civili e
agricoli di tutta la valle, in gran parte non depurati, da Milano e da
altre fonti, e quindi arriva a questa sezione del fiume con un notevole
carico inquinante.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Anche Firenze prende l'acqua dal fiume, dall'Arno, che è inquinato
dagli scarichi civili e da quelli agricoli: cioè batteri, nitrati e
pesticidi. Milano, invece, prende l'acqua direttamente dalla falda che
proviene dalla fascia nord. Quindi dovrebbe essere buona ma
l'inquinamento industriale degli anni '50 e '60 è penetrato nella falda
lasciando residui di solventi e clorurati.

In sostanza ogni fonte ha una sua particolare forma di inquinamento. Di
conseguenza anche il trattamento per potabilizzare l'acqua è, di caso
in caso, specifico. Ma prima di vedere questi casi vi mostriamo come
funziona il trattamento base di un'acqua non particolarmente inquinata.

Dal fiume l'acqua passa attraverso una griglia che trattiene il
materiale più grosso e i fanghi. Poi viene pompata dentro l'impianto e
quindi subisce una prima disinfezione di solito con ipoclorito di sodio,
varechina per intenderci, oppure biossido di sodio composto da acido
cloridrico e clorito di sodio ma si potrebbe anche usare l'ozono, che è
più pulito e non inquinante. Quindi l'acqua viene ripartita in impianti
di decantazione per l'abbattimento di sostanze di sospensione. Una volta
chiarificata passa in ulteriori filtri a sabbia che trattengono le
ultime sostanze indesiderate.

A questo punto c'è un'ultima disinfezione con l'ozono, un'altra con
biossido di cloro e poi viene immessa in rete e distribuita alla città
che si chiede: "ma questi trattamenti non lasciano niente dentro
l'acqua?"

GIANCARLO DONATI -
Istituto Superiore di Sanità


Qualsiasi trattamento applicato ad un'acqua ha di per se' una
controindicazione. Recentemente si cerca di ridurre l'uso
dell'ipoclorito sodico in quanto formava una quantità di sottoprodotti
con rischio cancerogeno abbastanza elevati.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


L'ipoclorito di sodio si può sostituire con il biossido di cloro, che
è meno cancerogeno. Ma perché, allora, generalmente gli acquedotti non
lo usano?

EMILIA GUBERTI - Asl
Bologna


L'intervento con biossido di cloro è sicuramente economicamente più
oneroso e questa potrebbe essere una delle possibili spiegazioni…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Però ci tutelerebbe di più dal punto di vista sanitario…

EMILIA GUBERTI - Asl
Bologna


Certamente.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


A sua volta il biossido di cloro si potrebbe sostituire con l'ozono.

Che vantaggio potremmo trarne?

DANIELA BORRINI -
Acquedotto di Firenze


L'ozono, rispetto al biossido, ha il vantaggio di non produrre composti
organo-allogenati che vengono formati dall'impiego di fotolito e di
fotogas. Rompe i doppi legami e favorisce un trattamento anche più
naturale delle sostanze organiche nel prosieguo del trattamento
dell'impianto.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Gli inquinanti organo-allogenati sono prodotti dall'ipoclorito di sodio,
che è il trattamento di disinfezione più economico e, purtroppo, più
diffuso e dall'inquinamento industriale e agricolo.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (sulle immagini di un'ampolla contenente dell'acqua)


Questa è un'acqua del Po.

MASSIMO MARI - Acosea
- Ferrara


Esatto. La quale presenta delle caratteristiche e delle tipologie di
inquinanti abbastanza particolari che vanno dall'alaclor, al metolaclor,
all'atrazina, alla simazina, alla propazina, alla triettazina e via
dicendo oltre a sostanze derivanti da scarichi industriali che sono
comunque comuni solventi clorurati e non.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Le legge italiana ammette una presenza di organoallogenati in misura di
30 microgrammi per litro anche se l'Organizzazione Mondiale della Sanità
indica come valore guida 1 microgrammo per litro. Ad ogni modo per
abbattere questi organoallogenati ci vogliono dei filtri a carbone
attivo che possono essere in silos oppure in vasche. In pratica l'acqua
entra dall'alto, attraversa tre metri di strato filtrante, i composti
organoallogenati vengono assorbiti dai granelli di carbone e l'acqua,
purificata, riprende il trattamento normale.

Ferrara, con le acque che si ritrova, ha l'impianto più complesso
d'Italia.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di acquedotto)


Hanno delle cessioni di sostanze inquinanti questi filtri?

OSCAR BARALDI - Acosea
- Ferrara


Se malgestiti si perché sono come una spugna che si arricchisce di
sostanze inquinanti. E quindi vanno tenuti costantemente sotto controllo
analitico.

AUTORE

E dalle acque superficiali del fiume passiamo alle acque di falda che
dovrebbe essere più pura. Dovrebbe…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di apertura di tombino)


Questo cos'è?

GIOVANNI FERRANTE -
Acquedotto di Milano (su immagini di impianti di trattamento delle
acque).


Qui siamo all'imboccatura di uno dei 540 pozzi di Milano. Andiamo
all'interno della falda, a 130, 150 metri, dipende dalla profondità, e
l'acqua arriva fino alla quota della cameretta. Poi c'è la tubazione
che manda direttamente nella vasca di accumulo, nella centrale qui
accanto.

Questo è uno degli impianti di trattamento delle acque che abbiamo a
Milano. Queste sono delle torri d'aerazione che servono per eliminare
solventi volatili, sostanze volatili nell'acqua.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di impianto di trattamento delle acque)


Questi invece, sono filtri a carbone attivo e ogni vasca ne contiene 550
metri cubi. Questo impianto è stato costruito nel '94 perché 4 anni fa
l'Italia ha dovuto adeguarsi ai parametri imposti dalla Comunità
Europea che prevedeva dei livelli di potabilizzazione più bassi dei
nostri. Quindi, secondo la Comunità Europea, l'acqua di Milano, per
esempio, fino al '94, non era potabile.

Lei prima mi ha detto che a nord di Milano ci sono dei problemi di
solventi nella falda che voi risolvete con i filtri a carbone attivo che
mi ha mostrato.

Questo vuol dire che, fino al '94, i milanesi hanno bevuto questi
solventi.

GIOVANNI FERRANTE -
Acquedotto di Milano


Bisogna precisare che la concentrazione di questi solventi nella falda
è appena al di sopra dei limiti attualmente utilizzati. Ossia, prima di
questi trattamenti, eravamo comunque a livelli accettabili di potabilità.
E' chiaro che, essendo abbastanza rigidi, superare questi termini, anche
solo di un'unità, fa si che l'acqua non sia più potabile.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Questi solventi quali problemi possono creare alla salute?

GIOVANNI FERRANTE -
Acquedotto di Milano


Sono sostanze chimiche tra le più varie. Anche se in concentrazioni
piuttosto basse. Studi americani e internazionali in genere attestano
che, su lunghissima scala, potrebbero dare dei problemi. Però di quale
natura non saprei dire.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Ho girato la stessa domanda ad un medico specialista.

ALESSANDRO ZANASI -
Ospedale S. Orsola di Firenze


I solventi clorurati nelle acque solitamente non danno fenomeni di
intossicazione acuta bensì sono associati a un forte rischio per il
cancro del retto e della vescica. Questo da studi fatti anche negli
Stati Uniti che durano da un certo periodo.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Lei la beve l'acqua?

UOMO BEVE DA
FONTANELLA


Io si. Sono 50 anni che bevo l'acqua di Milano.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Tutti gli impianti di potabilizzazione, comunque, hanno propri
laboratori di analisi e l'acqua, prima di uscire dall'acquedotto viene
sottoposta ad analisi sia chimica che microbiologica.

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Soc. Energia Ambiente - Bologna (su immagini di laboratorio)


Le acque che alimentano questa centrale vengono controllate in
laboratorio tutti i giorni. Qui il nostro tecnico sta facendo un
prelievo dell'acqua in uscita verso Bologna, cioè dell'acqua già
potabilizzata.

Questo è il laboratorio di analisi dove faremo i controlli di alcuni
parametri del campione di acqua prelevato.

TECNICO DI LABORATORIO

Ho determinato che cromo, cadmio, piombo, arsenico, selenio, ferro,
manganese, rame, zinco e fosforo sono esenti nella nostra corsia, sono
inferiori al limite di rivelabilità strumentale.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Sono assenti oppure inferiori?

TECNICO DI LABORATORIO

Sono inferiori a questo limite di rivelabilità che lo strumento
possiede.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Riusciamo ad avere delle analisi che possiamo confrontare con i valori
di guida?

DANIELA BORRINI -
Acquedotto di Firenze


I valori di guida sono ben noti… mi dia tempo per
organizzarmi…aggiornati no, perché non abbiamo le cose in tempo
reale. Mi manca anche la gente: due maternità, una in ferie e una in
malattia…Vediamo cosa si può prendere…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Non capisco: voi l'analisi non la fate ogni giorno?

DANIELA BORRINI -
Acquedotto di Firenze


Si, la facciamo ogni giorno.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


E non ci sono i dati di queste analisi?

DANIELA BORRINI -
Acquedotto di Firenze


Si ma sono tutti sparpagliati! Ad esserci c'è tutto, non mi guardi come
se non glieli volessi dare…



AUTORE

E dentro il laboratorio inizia la tarantella tra il valore guida e il
valore limite che è tutto italiano.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Se il valore limite è 30, ed è cancerogeno, per ipotesi, 29 è
cancerogeno?

EMILIA GUBERTI - ASL
di Bologna


Questa è una domanda cattivissima. Non registri. No, in realtà, non
cancerogeno sarebbe zero.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


I laboratori di analisi producono, a loro volta, rifiuti tossici
pericolosi che vanno smaltiti. Come alcuni dei trattamenti che abbiamo
visto, concentrano le sostanze eliminate in fanghi o in liquidi che, se
trattati e smaltiti, aumentano i costi altrimenti continuano il ciclo
inquinante.

Ma ritorniamo all'acqua che ci arriva a casa: dopo la disinfezione,
dalle centrali di ogni acquedotto, l'acqua viene ricaricata di biossido
di cloro e parte per la città percorrendo centinaia di chilometri nelle
condutture. Il cloro serve da disinfettante perché, nel corso di questo
viaggio, l'acqua potrebbe avere delle contaminazioni batteriche dovute
sia a infiltrazioni esterne sia a cessioni di materiali di cui sono
composte le tubature.

A Firenze la rete cittadina è di 900 chilometri e le condutture sono
tutte di ghisa sferoidale.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di tubature)


L'acqua che analizzate qui alla fonte è uguale a quella che beviamo in
casa?

OSVALDO GRIFFINI -
Acquedotto di Firenze


Non è esattamente così perché fra la rete dell'acquedotto e il
rubinetto di casa c'è la rete degli appartamenti che non è di nostra
competenza, poiché è privata e, purtroppo, non più di tanto normata
nell'impiego dei materiali.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Di che materiale sono fatte le condutture bolognesi?

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente - Bologna


Noi abbiamo vari materiali. Sono materiali di polietilene, acciaio,
ghisa, in taluni casi amianto e cemento…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Quanti chilometri, più o meno, avete di amianto?

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente - Bologna


La quantità di amianto sulle reti di adduzione è inferiore al 30%.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Inferiore al 30%? Secondo la USL la percentuale è ben altra.

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Nella nostra città la maggior parte delle condotte principali sono in
cemento e amianto.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


In che percentuale?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


90%

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


E come è possibile che voi avete il 90% di tubature in amianto e non vi
siete preoccupati di fare uno studio sulla cessione che può verificarsi
nell'acqua?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Come dicevo lo studio lo abbiamo in programma. Sono diversi anni che
cerchiamo di farlo ma ci sono delle difficoltà tecniche per questo tipo
di analisi sull'acqua…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Ma che tipo di difficoltà?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Delle difficoltà di tipo analitico che io sinceramente non sono in
grado di dire…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Ma chi sono i responsabili, a chi bisogna chiedere?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Sono i laboratori dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente (ARPA)…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Bene: allora andiamo all'ARPA a sentire se sono stati commissionati e
quali sono i problemi.

GIANCARLO PAVONI -
ARPA - Bologna


Noi abbiamo avuto una richiesta recente, sotto le ferie, alla quale non
è che abbiamo detto di no. Abbiamo detto: vediamo il piano di lavoro,
la quantità che ci chiedete…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Non sono analisi difficilissime da fare…

GIANCARLO PAVONI -
ARPA - Bologna


Sono complicate ma non impossibili….

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Infatti non sono impossibili e lo sa bene l'Azienda che gestisce l'acqua
di Ferrara che ha il 60% delle tubature in amianto e che le analisi le
ha fatte da tempo.

VOCE FUORI CAMPO DI
UOMO


I risultati ci hanno dato valori da zero a qualche migliaio di fibre per
litro. Vorrei fare rilevare che in Italia non esistono ancora limiti di
legge.

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente - Bologna


Vorrei precisare, tuttavia, che l'amianto non presenta nocività per
ingestione ma sappiamo che è nocivo per inalazione…

VITO TOTIRE - Medico
del Lavoro


E però altre fonti istituzionali, come la Iarc di Lione, hanno
classificato fin dagli anni '70 l'amianto come cancerogeno anche per
l'apparato gastroenterico. Quanto meno potremmo dire che non c'è
unanimità di vedute.

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente - Bologna


L'utilizzo dell'amianto per la costituzione di tubazioni per acqua
potabile non è proibito dalla legge. E' consentito purché le acque non
siano aggressive nei confronti dell'amianto cemento.

VITO TOTIRE - Medico
del Lavoro


Ovunque le analisi siano state fatte, in Emilia Romagna ma anche in
altre regioni e a livello mondiale, è risultato che purtroppo l'amianto
si trova nell'acqua potabile.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini di tubature in amianto)


Per cui voi queste non le utilizzate più.

OSCAR BARALDI - Acosea
- Ferrara


Assolutamente. Per l'acqua potabile è vietato, non possiamo più
utilizzarli. Dove abbiamo tubazioni in fibrocemento che si rompono
dobbiamo sostituirle con pezzi in ghisa o in altri materiali…

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Quando si rompono i tubi in amianto li sostituite con altro amianto?

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente - Bologna


Dipende dalle situazioni.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


I controlli della rete, per la garanzia che l'acqua sia a norma,
spettano all'USL.

Se trovate dei valori alterati che cosa succede

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Succede che, mediante fax o telefono, invitiamo SeaBo (Società Energia
Ambiente di Bologna) ad adottare provvedimenti utili al ripristino dei
valori normali.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Non viene sospesa l'acqua?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Non viene sospesa a meno che non ci siano dei valori talmente alterati,
dei valori di microrganismi talmente alti, da costituire grave pericolo.

AUTORE

Ma le USL controllano solo i rubinetti pubblici e non quelli di casa che
possono essere fatti di materiale vecchio: si va dalla plastica al
piombo, dal rame allo zinco che possono rilasciare nell'acqua delle
sostanze nocive.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Allora se noi troviamo delle cessioni di questo genere sono dovute non
ai vostri impianti ma a quelli dei palazzi dei condomini.

OSVALDO GRIFFINI -
Acquedotto di Firenze


Sono dovute alle reti singole degli appartamenti del condominio che non
sono fatte secondo una normativa che, peraltro, non esiste. Quindi il
problema è quello di avere una normativa precisa che metta al riparo da
cessioni.

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Ora l'acqua viene trasferita alla sezione provinciale dell'Agenzia
Regionale per l'Ambiente per l'esecuzione dell'analisi.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


E dalle analisi risulta una presenza distribuita, in vari punti della
città, di organoallogenati, le sostanze indesiderate di cui una parte
è dovuta ai trattamenti dell'acqua ma l'altra…

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente Bologna


I composti organoallogenati, che sono ad esempio la trielina, il
percloroetilene, il metilcloroformio, sono dovuti all'utilizzo, in
generale, industriale. E se lo smaltimento di queste sostanze non
avviene in modo corretto è molto facile che si infiltrino nel
sottosuolo e che quindi raggiungano la falda.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Queste presenze superano il limite guida?

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente Bologna


No. Per quello che riguarda Bologna non superano il limite guida

AUTORE

Ma il limite guida, che è quello stabilito dalla Comunità Europea, è
di un solo microgrammo per litro e dai dati che ci ha fornito l'USL
possiamo vedere che tutte le centrali di Bologna lo superano
abbondantemente mentre il valore limite, che è quello stabilito dalla
legge italiana, è di 30 microgrammi per litro. Per questo motivo
l'acqua diventa a norma di legge.

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Allo stato attuale delle conoscenze possiamo dire che gli
organoallogenati attualmente presenti non dovrebbero costituire un
problema di salute pubblica.

Va comunque detto che si dovrà perseguire lo scopo di arrivare a quello
che è il valore guida della normativa internazionale che prevede il
valore di un microgrammo.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Quindi siamo molto al di sopra del valore guida.

VITO TOTIRE - Medico
del lavoro


Stiamo parlando di sostanze classificate dall'Agenzia Internazionale di
Ricerca sul Cancro come possibilmente o probabilmente cancerogene. La
letteratura scientifica internazionale da decenni afferma, senza timore
di smentita, che quando si parla di situazioni cancerogene non si può
ipotizzare l'esistenza di una soglia di sicurezza. Questo è il motivo
per il quale con queste sostanze occorre puntare a livello zero.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Dottoressa, una presenza di sostanze cancerogene che va al di sotto dei
limiti della legge può non far male?

EMILIA GUBERTI - ASL
Bologna


Non siamo in grado di stabilire l'esatto rischio. Allo stato attuale
delle conoscenze il rischio sembra molto basso o trascurabile.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (intervistando un gruppo di cittadini)


Ma il giudizio finale sulla qualità dell'acqua sono andato a chiederlo
direttamente a casa dei cittadini.

Anche lei beve acqua minerale, signora?

SIGNORA

Si, si. A volte, quando ho fretta e non ho la bottiglia a portata di
mano, apro il rubinetto e bevo. Spero che Dio me la mandi buona!

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Perché, secondo lei è pericolosa?

SIGNORA

Dicono, non lo so. Ogni volta che aprivo mi dava fastidio. Addirittura
le tagliatelle cotte nell'acqua del rubinetto sapevano di cloro.

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente Bologna


Eliminare il cloro non si può, si possono dare dei suggerimenti come
quello di mettere due gocce di limone nel bicchiere di acqua che si
beve….

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


E adesso vediamo invece cosa succede all'acqua che esce da casa nostra:
va nelle fognature e da lì, nuovamente, nei fiumi.

VOCE FUORI CAMPO DI
GIUSEPPE RAFFAELLI (su immagini di impianti di depurazione delle acque)


La presenza di schiuma, ovviamente, è dovuta alla presenza di detersivi
nelle acque di scarico. Dopodiché le acque depurate, vengono
disinfettate e scaricate nel canale navile. Ecco, in questo punto si
vede lo scarico delle acque depurate dal depuratore che confluiscono nel
canale navile, nel recettore finale delle acque.

C'è una legge che obbliga a depurare tutti gli scarichi, prima che
siano immessi nell'ambiente: si tratta della legge Merli del 1976.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Voi da quanti anni avete questo impianto?

GIUSEPPE RAFFAELLI -
Società Energia Ambiente Bologna


Dal 1978.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


La legge è del 1976 e ci sono città, come Firenze e Milano, che
scaricano senza depuratore nei propri fiumi, in città.

Come mai Firenze è così in ritardo per quanto riguarda la depurazione
delle acque?

ROBERTO GNASSI -
Responsabile Depurazione Acquedotto di Firenze


Queste cose io non le so. Sono cose politiche.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Lei non è il responsabile della depurazione delle acque?

ROBERTO GNASSI -
Responsabile Depurazione Acquedotto di Firenze


Si, ho capito. Ma lei mi chiede "perché non ci sono", qual è
l'iter, perché non è stato fatto nulla. Io sono qui al Comune solo da
tre anni….

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Per cui tutte le acque dove vengono scaricate?

ROBERTO GNASSI -
Responsabile Depurazione Acquedotto di Firenze


Vengono scaricate, attraverso le fogne, nel fiume Arno.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


In città, praticamente.

ROBERTO GNASSI -
Responsabile Depurazione Acquedotto di Firenze


In città e a valle della città.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


A valle c'è qualche acquedotto?

ROBERTO GNASSI -
Responsabile Depurazione Acquedotto di Firenze


C'è l'acquedotto di Martignano, però le prese sono nel centro della
città: c'è un tubo che collega con l'impianto di potabilizzazione.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Questo, invece, è il punto in cui la fogna di Milano, senza depuratore,
finisce nel Lambro, il fiume più inquinato d'Italia che, a sua volta,
finisce nel Po.

Assessore: Milano, città europea, senza depuratore.

DOMENICO ZAMPAGLIONE -
Assessore all'Ambiente - Milano


Fino ad ora senza depuratore. D'adesso in poi dobbiamo avere delle
speranze.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Ma si può individuare una responsabilità per un ritardo così
irresponsabile?

DOMENICO ZAMPAGLIONE -
Assessore all'Ambiente - Milano


Impianti di depurazione come quelli di Milano sono i più grandi
d'Italia. Il che significa che ciascuno di essi vale anche un tesoro e
vale un tesoro per una persona o per un gruppo, ovviamente.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


In altre parole: in 22 anni non sono riusciti a mettersi d'accordo su
chi dovesse prendersi l'appalto. Senza curarsi del fatto che a Ferrara
non sono certo contenti.

Che cosa cambierebbe se Milano avesse un depuratore?

OSCAR BARALDI - Acosea
- Ferrara


Certamente un certo giovamento lo avremmo. In particolare se si
riuscisse anche a trattare gli scarichi del Lambro, che è uno dei più
grossi inquinatori di quella zona.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Assessore, ieri sono stato a Ferrara. Ferrara prende l'acqua dal Po, nel
Po sfocia la fogna di Milano non depurata: vi sentite un po'
responsabili?

DOMENICO ZAMPAGLIONE -
Assessore all'Ambiente - Milano


Ho detto: è vergognoso che Milano si sia ridotta così ed è proprio in
questa direzione che noi ci stiamo movendo per superare questa difficoltà.
La responsabilità non me la voglio sentire per gli altri che sono
passati. Risponderò soltanto di quello che noi riusciremo a fare.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


In 22 anni nessuno degli assessori che si sono alternati ha risposto per
quello precedente e da 22 anni, paradossalmente, i milanesi pagano una
depurazione che non c'è.

Lei è l'amministratore di questo stabile. Ci può spiegare come
funzionano le bollette dell'acqua di Milano?

ALBERTO DANELLA -
Amministratore condominiale


Arrivano al condominio tre bollette in un anno, una ogni 4 mesi. Abbiamo
30 giorni per pagare e l'importo viene ripartito sulla base del numero
di persone per famiglia.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


Ci fa vedere una bolletta, per favore?

ALBERTO DANELLA -
Amministratore condominiale


Questa è la bolletta dell'ultimo quadrimestre del '97.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE


A fronte di una spesa di 253.000 lire per l'uso dell'acqua c'è una
spesa di depurazione di 697.500 lire.

Lei lo sa che il depuratore non esiste?

ALBERTO DANELLA -
Amministratore condominiale


Questo lo so perché io seguo quello che avviene nel Comune di Milano.
So che avvengono tutte queste porcherie. Pagare per nulla è il colmo di
tutto. Penso che più di così non ci sia nulla. Si rimane senza parole.

VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE (su immagini del Lambro)


Da 22 anni, e anche di più, esiste un problema a monte della città di
Milano: la depurazione del fiume Lambro che arriva in questo punto già
carico dei rifiuti del nord e, vorrei ricordarlo, attraverso il Po,
arriva alla città di Ferrara che, per depurare questa acqua, paga la
bolletta più cara d'Italia, vale a dire circa 3000 lire al metro cubo.



OSCAR BARALDI - Acosea - Ferrara

Per darvi un'idea: noi risentiamo addirittura dei trattamenti fatti in
Piemonte. Per cui quando c'è il trattamento di diserbo delle risaie, a
breve noi vediamo scorrere, qui a Pontelagoscuro, i residui degli
erbicidi di questi trattamenti. Quindi, di fatto, noi dobbiamo essere
attrezzati per superare anche queste emergenze, sopportandone,
naturalmente, i costi di cui non siamo direttamente responsabili.

VITO TOTIRE - Medico
del Lavoro


Noi poniamo una questione di tipo etico e sociale. Vale a dire: perché
questi costi non vengono addebitati a chi si è reso responsabile
dell'inquinamento ma vengono, invece, scaricati sulla collettività?

ALESSANDRO ZANASI -
Ospedale S. Orsola - Bologna


L'inquinamento, chiaramente, se continua come oggi, renderà sempre
minori le riserve disponibili. Riserve non intese come ciclo dell'acqua,
che è infinito, ma come acqua di qualità disponibile per i consumi
umani.

MILENA GABANELLI in
studio


Massimo Ottaviani: massimo responsabile di questioni di acque potabili
per l'Istituto Superiore di Sanità. Se la sentirebbe di dire agli
italiani: "bevete molta acqua", come ci dicono i medici, e
bevetela tranquillamente perché non fa male?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


E' un suggerimento che mi sentirei di dare.

MILENA GABANELLI in
studio


Secondo lei tutti i problemi che sono sorti durante questa inchiesta non
esistono?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Oggi in Sanità pubblica non esiste il rischio zero: esiste una
valutazione di rischi/benefici. Il rischio associato con le acque
destinate al consumo umano, fattore acque potabili, è un rischio molto
basso.

MILENA GABANELLI in
studio


I tumori sono in aumento. Da qualche parte ci sarà una concomitanza di
fatti per cui ogni settore è un po' responsabile di qualcosa. O no?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Si, che i tumori oggi in Italia abbiano una derivazione ambientale è
certo. Ma addebitarli esclusivamente all'uno o all'altro comparto mi
sembra non corretto.

MILENA GABANELLI in
studio


Ma sicuramente!

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Il rischio basso significa anche questo: che c'è un'incidenza molto
bassa anche in questo settore.

MILENA GABANELLI in
studio


Abbiamo sentito che l'Italia si è adeguata alle normative europee nel
'94. Allora io mi chiedo, da cittadina, ma fino al '94 che cosa ho
bevuto?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


La normativa di riferimento è comunque 30 microgrammi/litro e non 1.
Entro i 30 microgrammi/litro, comunque sia, la norma è valida.

MILENA GABANELLI in
studio


E allora la signora della USL che diceva: "bisogna arrivare a
1" sbagliava?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Il valore guida, al quale bisognerebbe tendere. L'ottimale sarebbe che
in acqua non fosse presente nulla ma attualmente non è possibile:
quindi bisogna tendere ad avere un prodotto che abbia il minor rischio
possibile per l'utenza. E questo è ciò che sta avvenendo.

MILENA GABANELLI in
studio


Quello che noi stiamo pagando sono anche i frutti del progresso.
L'abbiamo voluto e quindi ci trasciniamo dietro tutte le conseguenze.
Quello che mi chiedo è: il processo industriale ha scaricato nei fiumi
e nelle falde, col tempo, solventi, pesticidi, nitrati ecc. Voi, ente
preposto, non potevate pensarci prima ad introdurre la depurazione
obbligatoria o, perlomeno, cercare di prevedere quello che sarebbe
successo?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Il nostro è un ente tecnico quindi non entra in valutazioni di tipo
amministrativo e legislativo. Comunque, quello che le posso dire è che
in Italia il corpus legislativo senza ombra di dubbio è tra i più
avanzati. Risente però di un difetto prettamente italiano che è quello
dell'applicazione della legge.

MILENA GABANELLI in
studio


Mi spieghi meglio. Cosa vuol dire?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Che è quello che si vede dal filmato: una legge del 1976 che,
evidentemente, non è completamente applicata.

MILENA GABANELLI in
studio


Ci possiamo permettere di non applicare le leggi per 22 anni? Per
esempio nel caso di Milano, Firenze e Torino….

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


Se noi facciamo un discorso a livello nazionale diciamo che è più o
meno il 30% la popolazione non servita da questo tipo di depurazione.

MILENA GABANELLI in
studio


E in questo caso l'istituzione non interviene?

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


L'istituzione preposta dovrebbe intervenire poiché sono previsti dei
controlli e delle sanzioni.

MILENA GABANELLI in
studio


Ma mi sembra che non ci siano né controlli né sanzioni.

MASSIMO OTTAVIANI -
Istituto Superiore di Sanità


In alcuni casi potrebbe essere così.

 
 
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