Il nuovo vaccino
sta arrivando i tutte le ASL. Ma siamo sicuri che sia utile?
Di Luciano Rizzo
E’ arrivato nelle nostre ASL un nuovo vaccino esavalente. Si chiama Hexavac® e secondo la ditta produttrice fornisce protezione contro la difterite, tetano, pertosse (acellulare), poliomielite, le infezioni da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) e contro l'epatite B.
E’ utilizzato per la vaccinazione primaria dei neonati a partire dal secondo mese di vita</u> e come dose di richiamo.
Tra quelli che il produttore ritiene vantaggi si evidenzia che utilizzando i vaccini monovalenti un bambino riceverebbe, nel primo anno di vita ben 17 iniezioni. Invece utilizzando un’unica somministrazione si faciliterà l'accettazione e conseguentemente migliorerà l'adesione ai programmi di vaccinazione.
In pratica questo tipo di somministrazione obbliga tutti i bambini ad effettuare le vaccinazioni obbligatorie e facoltative. Viene così tolta ai genitori la possibilità di decidere se le vaccinazioni facoltative sono utili o meno.
Ma cosa succede al sistema immunitario dopo una vaccinazione? Recenti ricerche indicano che dopo la vaccinazione antimorbillosa si ha una soppressione del sistema immunitario non irrilevante. (Karp CL, Wysocka M, Wahl LM et al: Mechanism of suppression of cell-mediated immunity by measles virus. 273, 228, 1996.
Starr SE: Novel mechanism of immunosuppression after measles. 348, 1257, 1996).
Da almeno 30 anni si sa che il vaccino antimorbilloso induce una perdita transitoria della risposta cutanea alla tubercolina; più di recente è stato visto che anche altri virus, più tipicamente l’EBV, inducono una simile anergia; e ancora più di recente è stata attribuita alla vaccinazione antimorbillosa effettuata nel secondo semestre la causa di un eccesso di mortalità riscontrato in quest’età nei Paesi poveri.
Il discorso può essere correlato anche all’insorgenza di patologie atopiche. Gli studi dimostrano che l’anergia è solo una delle manifestazioni di un più complesso disturbo dell’immunità da infezione-vaccinazione.
Non si capisce perchè bisogna somministrare vaccini a bambini di tre mesi di vita. Perchè andare a toccare un bambino sano in pieno sviluppo? Prevenire è meglio di curare va bene, ma curare prima di ammalarsi è come fasciarsi la testa prima di rompersela. Sono solo problemi, e talvolta impossibili da curare, come dimostrano le malattie irreversibili che colpiscono molti neonati ogni anno.
Inoltre la somministrazione a due mesi non permette reazioni di difesa (la febbre per prima) che aiuterebbero ad eliminare le tossine ed i metalli pesanti presenti nei vaccini.
Ricordiamo che il sistema immunitario del neonato non è formato e si basa sugli anticorpi provenienti dal latte materno.