Concludiamo il trittico di articoli sulle piscine. Visti gli effetti del cloro, forse è meglio andare al mare, quando è possibile...
di
Luciano rizzo
Il
cloro utilizzato per disinfettare l'acqua delle piscine coperte attacca
lo strato di protezione degli alveoli polmonari, un effetto che potrebbe
predisporre quanto meno ad allergie e all'insorgere dell'asma.
E quanto affermano gli studiosi dell'università di Lovaine, Belgio.
L'esposizione
abituale può causare un aumento della probabilità di diventare
soggetti allergici o asmatici e di sviluppare il cancro.
"Gli
esami hanno messo in evidenza la fragilità della barriera che protegge
i polmoni nei bambini che frequentano la piscina all'interno delle
attività scolastiche".
"Nei
bimbi che vanno in piscina con regolarità dai tre anni in poi, la
porosità dei polmoni è paragonabile a quella di un fumatore
adulto".
“Il
cloro - hanno spiegato gli esperti - contrariamente a quanto si crede
non rimane nell’acqua, ma viene rilasciato nell’aria, dove
(combinandosi con il carbonio e l’azoto) dà vita a una varietà di
composti tossici. Queste sostanze vengono respirate dai piccoli
nuotatori e danneggiano le cellule dei polmoni, aumentando la
permeabilità dei tessuti e innescando una risposta allergica”.
Sarebbe
sufficiente un’ora di piscina a settimana per aumentare il rischio di
asma e allergie per i bimbi. Secondo i ricercatori, in attesa di nuovi
studi, sarebbe preferibile diminuire nelle piscine la quantità di cloro
o sostituirlo con un altro disinfettante.