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Alimentazione - Il nostro "amico" zucchero

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Ma è proprio vero che abbiamo bisogno di questa sostanza, come ci fa credere la pubblicità?

 di
Susanna Segulin

Che
delizia addentare un goloso krapfen alla crema, oppure sorseggiare una
tazza fumante di cioccolata con la panna. La nostra dolce debolezza ha
origini molto remote; infatti inizia alla nascita, quando, inermi e
beati, succhiavamo con passione il latte materno, delicatamente
zuccherino.

 

Ma
quali sono gli effetti che quest’alimento produce nel nostro
organismo?

 

Lo
zucchero industriale è un prodotto morto, inerte ed assai nocivo al
nostro organismo. Questo è dovuto alla sua laboriosa lavorazione in
gran parte voluta per renderlo presentabile agli occhi del consumatore
"raffinato".

 

Il
prodotto di partenza viene cotto con latte di calce (!), nella quale i
componenti nobili del vegetale (albumine e minerali) precipitano,
distruggendosi per conseguenza della reazione alcalina e del calore.

La
sostanza risultante viene poi trattata con calce viva (!), acido
carbonico, biossido solforico e carbonato di calcio. La massa ottenuta
viene ulteriormente cucinata, raffreddata, cristallizzata e
centrifugata.

L’ultimo
processo, la raffinazione, avviene utilizzando acido carbonico, acido
solforico ed altre sostanze non meno dannose.

 

Ultimamente
l’industria saccarifera, per aumentare la produzione del prodotto
finale ha introdotto nella lavorazione anche il sistema della lunga
macerazione dei composti in soluzioni di resine, ammoniaca (!) ed acqua.

 

Una
domanda che sorge spontanea è la seguente: quanti dei consumatori
abituali di zucchero sono a conoscenza che stanno mangiando una miscela
contenente tracce di calce, resine, ammoniaca, acidi vari e di
barbabietola da zucchero?

 

Che
cosa potrebbe ulteriormente convincerci a togliere lo zucchero raffinato
dalla nostra dieta?

 

Forse
il sapere che non apporta alcuna vitamina, alcun oligoelemento, niente
di niente; al contrario per permettere il suo assorbimento il nostro
organismo deve investire parte delle sue risorse di vitamina del gruppo
B.

Oppure
che compie un’azione demineralizzante, decalcificante e favorisce i
processi fermentativi con conseguente aumento di flora batterica tossica
per l’intestino.

Oppure
che è la vera causa dell’incremento dei diabetici nei paesi
industrializzati.

Anche
il nostro sistema endocrino si sbilancia per l’introduzione di
quest’elemento che non esiste in natura, e di conseguenza ne risente
il nostro umore.

Qualche
anno fa un giudice inglese condannò un bambino che aveva messo a
soqquadro tutta una scuola a sei mesi d’astinenza da dolci. Dopo un
mese l’umore della piccola peste era ritornato normale!

 

Con
questo non significa che dobbiamo rinunciare del tutto ai piaceri della
gola: possiamo sostituire i dolci industriali con prodotti artigianali
preparati con malto, succo d’agave, acacia, fruttosio, o miele (che
non contenga zucchero o che non ne sia stato dato alle api come
nutrimento) a scelta.

E,
ogni tanto, facciamo pure uno strappo alla regola con un cannolo
siciliano, ma con criterio e saggezza.



 
 
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