Quale inquinamento ci darà più problemi nel
prossimo futuro? Sicuramente il calore.

Di
Luciano Rizzo

In
un recente artico per i forum de Le Scienze si parla a favore  del
nucleare. Diminuirebbero così le scorie dei prodotti di combustione.

Citiamo
testualmente:

Già
oggi l’abitante medio del pianeta consuma risorse e produce rifiuti in
quantità quasi doppie rispetto a quelle che i sistemi ecologici possono
fornire ed assorbire a regime senza degradare (vedere di Rees e
Wackernage: L'Impronta Ecologica. Come ridurre l'impatto dell'uomo sulla
Terra; edizione italiana di Edizioni Ambiente, Milano, 1996). Questo
squilibrio esiste oggi, con sei miliardi di persone sulla Terra, di cui
circa cinque hanno ancora stili di vita tali da consumare poco o
pochissimo. Possiamo ben immaginare quale sarà lo squilibrio tra
quaranta o cinquant’anni, quando i consumatori di risorse saranno
dieci o dodici miliardi, ed un bel po’ dei popoli che oggi consumano
poco saranno passati a consumi simili ai nostri odierni.

Perché
non seguire perciò la strada del nucleare? Nell’articolo stesso  c'è
già la risposta: la produzione di calore. Tutti i motori producono
energia e scorie. La scoria più importante è il calore. Già adesso
produciamo più calore di quanto dissipiamo nel vuoto. Infatti la
temperatura media è in forte aumento, come si può evincere da altri
articoli sullo stesso sito.
La
natura, che ha il rendimento termico più elevato (cioè la capacità di
produrre quanta più energia possibile dal combustibile), riesce a
trasformare in energia non più del 30% delle calorie introdotte. Il
resto se ne va in scorie e calore in enorme quantità.

Invece noi per muovere un auto di 1400 chili, più il passeggero, usiamo
un

motore che ha un rendimento del 25%, ma applicato a 1500 chili per
spostarne 80. Quindi un quindicesimo di quel 25%...

Solo
i grandi cambiamenti climatici ci fermeranno. Attendiamoli con
rassegnazione. Essi ci faranno aprire gli occhi sul fatto che non solo
dobbiamo diminuire le emissioni, ma dobbiamo cessarle. Speriamo di
aprirli in tempo.