Un po’ ovunque, quando si parla di alimentazione, si nomina la dieta dissociata, descritta per la prima volta nel libro Food Allergy, pubblicato nel 1931 dal Dott. William Howard Hay.
Il principio di base è che per ogni macronutriente (grassi, carboidrati, proteine) esistono enzimi specializzati, che compiono la loro azione solo in particolari condizioni di acidità e temperatura. Le condizioni ottimali di acidità differiscono da un enzima all'altro: alcuni necessitano di un ambiente fortemente acido (pepsina) mentre altri lavorano bene in un ambiente neutro.
Ciò significa che quando ingeriamo due alimenti che richiedono processi digestivi diversi andiamo incontro ad un rallentamento della digestione, che può compromettere l'assorbimento dei vari nutrienti e causare fenomeni come:
⚠️ senso di pesantezza
⚠️ digestione parziale e fermentazione del cibo ingerito
⚠️ minor assimilazione dei vari nutrienti
⚠️disturbi gastrointestinali (acidità di stomaco, alitosi, flatulenza, stitichezza ecc).
Per questi motivi i sostenitori della dieta dissociata ritengono che l’introduzione di un unico alimento per pasto sia la soluzione migliore per favorire i processi digestivi, o che comunque sia meglio mangiare degli alimenti tra loro compatibili.
Un classico esempio di compatibilità è quello tra legumi e cereali. Infatti i legumi mancano di un aminoacido essenziale (che non produciamo e dobbiamo assumere col cibo), mentre i cereali di un'altro. Nel mais l'aminoacido limitante è il triptofano, negli altri cereali e nella frutta secca manca la lisina e nei legumi la metionina.
🎯 Per questo la saggezza popolare ha inventato alcuni piatti tradizionali, come la pasta e fagioli, riso e piselli.
Vedremo nella seconda parte le regole più importanti di questa interessante alimentazione.
