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Editoriali Questa scienza è al di sopra di ogni sospetto?

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Ci sono giustificati dubbi..
2018

La scienza è fatta di uomini e come tali soggetti ai comuni difetti che la rendono inaffidabile, quindi solo un confronto logico, democratico, può “vaccinare” questa tendenza.
Il dibattito sull’inaffidabilità della scienza ha avuto un grande eco nel 2016 per un’indagine della prestigiosa rivista Nature, che ha rivelato come più del 70% di 1.576 ricercatori, non è riuscito a
riprodurre gli esperimenti di un altro scienziato e più della metà non è riuscito a riprodurre i propri esperimenti. Questo significa che sono probabilmente falsi.
Ma il dibattito sull’onestà della scienza inizia con il un prof. John Ioannidis (Stanford University
School of Medicine USA), che nel 2005 pubblica un famoso articolo: Why Most Published Research Findings Are False (Perché la maggior parte delle ricerche pubblicate sono false),
sull’importantissima rivista medica americana PLOS . Questo articolo è stato poi citato e quindi condiviso da George Lundberg, per 17 anni direttore di JAMA-Journal of the American Medical
Association, un’altra primissima rivista scientifica americana, posizione poi condivisa da Drummond Rennie, vicepresidente del JAMA. Macia Angel, che è stata direttrice del New Journal of Medicine ha scritto libro: The truth about the drug companies (La verità sulle aziende
farmaceutiche, come ci ingannano e cosa fare a riguardo).
Un’altra dichiarazione importante o è il giudizio del premio Nobel per la medicina 2013 Randy Schekman, che in un intervista al Guardian (GB) il giorno stesso in cui ha ricevuto il premio dice :
“La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente”.
Nel 2009 il prof. Daniele Fanelli, dell’Università di Edimburgo, ha realizzato e pubblicato uno studio dal titolo emblematico: «Quanti scienziati falsificano i dati e fabbricano ad hoc le ricerche, e
che quasi il 14% degli scienziati intervistati, ha affermato di conoscere colleghi che hanno
totalmente inventato dei dati, ed il 34% ha affermato di aver appositamente selezionato i dati per far emergere i risultati che gli interessavano (o che interessavano l’industria che ha finanziato la
“ricerca ‘).
Oltre alla questione della corruzione possiamo citare l’orgoglio di casta come nel caso del prof. Ignàc Semmelweis, perseguitato e morto in manicomio perché da primario a Vienna a metà ottocento, aveva dimostrato che i medici dovevano lavarsi le mani prima di far partorire una donna,
azzerando la mortalità per febbre puerperale che invece per i suoi colleghi arrivava a 1/3 delle partorienti, ma così li aveva offesi e quindi…..La lista potrebbe continuare con le difficoltà o
addirittura le persecuzioni che hanno dovuto subire Pasteur, Fleming (pencillina), Marconi, eccetera da parte di scienziati di potere, che usano la scienza per i loro modesti interessi tipicamente umani e quindi inaffidabili.
Ricordiamo la tangente di 32 miliardi di lire rifiutata da Tina Anselmi del 1979 quando era
Ministro della Sanità, a cui è seguita una bomba sotto la sua macchina. Questo ci dà la misura della delle tangenti che girano in quell’ambiente e del livello etico di quell’industria, tanto che a questo
punto possiamo credere a Duilio Poggiolini quando diceva “ le multinazionali comprano persino i Nobel”. Quindi paradossalmente, obbligando la scienza a dimostrare di essere onesta, siamo noi che difendiamo la scienza, cioè la logica. Chi chiede fede è evidentemente disonesto almeno nel
metodo.
Walter Pansini


 
 
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