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Odontoiatria Naturale Gli effetti dello zucchero

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Furono nascosti dalle multinazionali.
-
2015

Le multinazionali americane dello zucchero avrebbero convinto il National Institute of Health (Nih) a mitigare gli effetti delle ricerche scientifiche che documentavano il ruolo dei dolci nell’insorgenza delle carie. A riportare a galla una storia di quarant’anni fa sono stati tre ricercatori dell’Università di San Francisco, in uno studio pubblicato su Plos Medicine. I rischi correlati a un consumo eccessivo di zuccheri erano noti già nel secondo dopoguerra, ma l’industria dello zucchero fece di tutto per condizionare la stesura del programma nazionale per la tutela della salute orale, varato dal governo statunitense nel 1971 - nel corso della presidenza di Richard Nixon - col supporto del più importante ente di ricerca biomedica statale.

Chi ha portato alla luce questa vicenda, ha analizzato 319 documenti condivisi tra alcune multinazionali e l’Istituto nazionale per la ricerca sui denti, impegnato nella stesura del documento che avrebbe rischiato di modificare le abitudini alimentari degli americani, a partire da quelle dei bambini. Dall’analisi è emerso come già nel 1950 fosse noto il legame di causa-effetto tra il saccarosio e le carie dentali. Ma nonostante ciò l’industria puntava a distogliere l’attenzione dal tema. Obiettivo: evitare interventi di sanità pubblica mirati a contenere il consumo di dolci e caramelle. Da qui la scelta di finanziare progetti di ricerca alternativi per individuare enzimi capaci di demolire la placca dentale (il deposito di batteri presenti sui denti che ne demoliscono la matrice) e vaccini contro la carie. Ma il sostegno occulto sarebbe andato anche oltre. Nove (degli 11) membri dell’istituto di ricerca rientravano anche nei comitati scientifici delle associazioni di categoria e l’80% dei report presentati dall’industria saccarifera fu poi inserito nelle linee guida. «Come conseguenza, tra il 1970 e il 1999, si è avuto un aumento del 25% del consumo di dolcificanti calorici, zucchero e sciroppo di fruttosio», ha commentato Michael Jacobson, direttore esecutivo del Center for Science in the Public Interest, in un editoriale apparso sulla medesima rivista.

I rapporti che permettono di provare l’intervento non disinteressato dell’industria dello zucchero sono stati recuperati da una biblioteca dell’Università dell’Illinois. Erano custoditi lì i documenti del defunto Roger Adams, docente di chimica organica e membro della Fondazione Internazionale per la Ricerca sullo Zucchero, confluita nel 1978 nell’omonima organizzazione mondiale. Oltre 1500 pagine di corrispondenze registrate tra il 1959 e il 1971 che attesterebbero l’attività di lobbying svolta dall’industria saccarifera nei confronti della principale istituzione sanitaria statunitense. Un chiaro campanello di allarme, secondo gli autori della pubblicazione, che indica «come l’industria dello zucchero, alla pari di quella del tabacco, miri a tutelare i propri profitti sacrificando la tutela della salute pubblica».

Allo stesso tempo i ricercatori non hanno mancato di sottolineare come «sia venuta alla luce l’azione di una sola associazione di categoria, mentre resta da capire come si siano mossi altri attori interessati alla medesima questione: come le industrie farmaceutiche e quelle alimentari interessate a produrre additivi e dolcificanti alternativi allo zucchero».

Secondo un’indagine condotta dalla clinica odontoiatrica dell’ospedale San Paolo di Milano nel 2009, le carie sarebbero presenti nel 21,6% dei bambini di quattro anni e nel doppio degli adolescenti dodicenni. Oggi non ci sono più dubbi circa il ruolo che un consumo eccessivo di zuccheri gioca nella loro insorgenza. Per la prevenzione conta soprattutto la dieta. Gli esperti raccomandano di non mangiare più di quattro volte al giorno alimenti con zuccheri aggiunti: come i dolci, i soft drink, i succhi di frutta e il miele.
Twitter @fabioditodaro

http://www.lastampa.it/2015/03/16/scienza/benessere/dovete-sapere/zucchero-cos-le-multinazionali-usa-coprivano-le-ricerche-sui-danni-alla-salute-causati-dai-dolci-LK718vsEfHB2UXjxLCvdGL/pagina.html


 
 
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