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Editoriali In aumento i super ricchi

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Aumenta la concentrazione delle ricchezze in poche mani. Il resto del mondo sempre più povero.
-
2014

FRANCESCO SEMPRINI
NEW YORK
La crisi fa crescere i ricchi, anzi i super-ricchi. Il numero dei cittadini del Pianeta che vantano attività per oltre 30 milioni di dollari è cresciuto a un nuovo massimo nell’anno che si è concluso a giugno 2014. Sono 12.040 le new entry del club dei Paperoni della Terra, che porta il numero di membri a quota 211.275 unità, ovvero il 6% in più rispetto all’anno precedente. A dirlo è il “Wealth-X e Ubs Wordl Ultra Waelath Report”. Ragionando per grandi numeri, il club dei ricchissimi vanta complessivamente un patrimonio superiore al Pil della prima potenza economica del mondo, gli Stati Uniti che generano - secondo i dati della Banca mondiale - 17 mila miliardi di dollari ogni anno.

Un vero tesoro che tuttavia cela delle insidie, o meglio dei veri e propri rischi di portafogli, come spiega Simon Smiles, direttore degli investimenti di Ubs Wealth Mangament. «Secondo il dossier gli individui descritti nel Uhnw detengono il 25% della loro ricchezza in attività liquide», racconta l’esperto, sottolineando che si tratta di una quota molto elevata. In questo modo i patrimoni rischiano di essere erosi dalle spinte inflattive (anche se il fenomeno per ora appare ben lontano visto il trend deflattivo registrato dalla maggioranza delle economie del Pianeta). Ma il rischio è anche insito in attività ad alto grado di liquidità come i titoli di Stato, in particolare tedeschi e americani, che secondo Simon, non rappresentano più quel «safe heaven» degli investimenti. Si tratta infatti di attività a rendimento fisso «altamente e negativamente asimmettriche».

L’eccessiva concentrazione delle attività è forse il maggior rischio per super-ricchi - avverte il Cio - Queste persone hanno oltre i due terzi della loro ricchezza investita nel loro business principale». La gran parte dei membri del «club», sono imprenditori le cui rispettive attività hanno un valore quasi doppio rispetto a quello dei pacchetti di società quotate che detengono nel loro portafogli. Questo le espone a rischi «esogeni», come mutamenti tecnologici, riforme regolamentari, e dinamiche geopolitiche. Nonostante questo, secondo il dossier, il numero degli ultra-ricchi raggiungerà le 250 mila unità nei prossimi cinque anni, registrando un rimbalzo del 18% rispetto alla «membership» attuale. Dal punto di vista geografico, Europa e Nordamerica mantengono la leadership, anche se l’Asia è la regione con la crescita più veloce dei super-ricchi.



 
 
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