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Fisiologia La luce notturna ha effetti sull'umore

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Cambiano a seconda della colorazione
-
2013

LM&SDP
Uno studio ha cercato di stabilire quali fossero gli effetti dei diversi tipi luce a cui potremmo essere esposti durante le ore notturne o di sonno, scoprendo che proprio il tipo di luce ha effetti diversi sull’organismo, la salute e, in particolare, quella mentale.

Se dunque la luce di notte è blu, bianca o rossa si hanno effetti diversi – così come se non vi è alcuna luce. Questo quanto scoperto dai ricercatori della Ohio State University che hanno condotto uno studio su modello animale, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Neuroscience.

Il professor Randy Nelson e colleghi della OSU hanno verificato gli effetti sull’umore di un gruppo di criceti da parte dell’esposizione notturna a luce blu, bianca, rossa o nessuna luce. Quello che è subito emerso era un’influenza in negativo maggiore circa l’umore da parte della luce blu, seguita da quella bianca. Per contro, la luce rossa ha mostrato di ridurre la sintomatologia legata ai disturbi dell’umore come la depressione, e ha altresì promosso modifiche a livello cerebrale.
La soluzione ideale, tuttavia, si è mostrata soltanto nel caso della totale assenza di luce.

Secondo i ricercatori, questi risultati possono avere importanti implicazioni per gli esseri umani, soprattutto per coloro che lavorano nei turni di notte, rendendoli più vulnerabili ai disturbi dell’umore.
«I nostri risultati suggeriscono che se potessimo usare la luce rossa in modo appropriato per i lavoratori dei turni di notte, si potrebbero evitare alcuni degli effetti negativi sulla loro salute che invece si hanno con la luce bianca», spiega Nelson.

Lo studio si è concentrato sul ruolo delle cellule fotosensibili specializzate che si trovano nella retina. Queste non hanno un ruolo importante nella visione, ma rilevano la luce e inviano messaggi a una parte del cervello che aiuta a regolare l’orologio circadiano interno – che ha un ruolo fondamentale nel regolare i ritmi sonno/veglia.
Precedenti studi avevano mostrato come queste cellule sensibili alla luce inviino anche informazioni a quelle parti del cervello che svolgono un ruolo nella modulazione dell’umore e delle emozioni.

«La luce di notte può influire sulle parti del cervello che ricevono i segnali circa la regolazione dell’umore durante le ore del giorno, quando non dovrebbero – sottolinea la dottoressa Tracy Bedrosian, coautore dello studio – Questo può essere il motivo per cui la luce di notte sembra essere legata alla depressione in alcune persone».

Come risaputo, in realtà la luce e i colori sono formati da lunghezze d’onda differenti che si manifestano a noi come colori differenti. Le cellule studiate dai ricercatori hanno mostrato di reagire in modo diverso alle altrettanto diverse lunghezze d’onda.
«Queste cellule – sottolinea Nelson – sono più sensibili alle lunghezze d’onda blu e meno sensibili alle lunghezze d’onda rosse».
«I test comportamentali e i cambiamenti nella struttura del cervello nei criceti suggeriscono entrambi che il colore della luce può giocare un ruolo chiave sull’umore – aggiunge Nelson – In quasi ogni misura che abbiamo osservato, gli effetti sui criceti esposti alla luce blu sono stati i peggiori di tutti, seguiti da quelli con l’esposizione alla luce bianca. Mentre il buio totale era la condizione migliore, la luce rossa non era così male come le altre lunghezze d’onda che abbiamo studiato».

L’abitudine moderna di esporsi prima di andare a letto, o in camera da letto, alla luce emessa da TV, computer, tablet eccetera, secondo i ricercatori può anche essere motivo di perturbazione dell’umore.
«Se avete bisogno di una luce di notte in bagno o in camera da letto, può essere meglio averne una che emana luce rossa piuttosto che luce bianca», conclude Bedrosian. Ma alla fine, se possibile, il buio totale è sempre la scelta migliore – meglio ancora se seguito dall’arrivo della luce naturale al mattino.

http://www.lastampa.it/2013/08/08/scienza/benessere/salute/il-tipo-di-luce-notturna-pu-favorire-i-disturbi-dellumore-pExTI057dEkp3HvgQ2rpFL/pagina.html


 
 
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