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Tatuaggi all'hennè pericolosi?
Possono dare infiammazioni acute
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2013
Un tatuaggio vero, indelebile, con gli aghi che entrano nella pelle per disegnare figure e parole. Molti desistono al solo pensiero, ma per tanti è difficile resistere alla moda dei segni sulla pelle da sfoggiare anche e soprattutto con l'arrivo della bella stagione. I tatuaggi temporanei parrebbero un compromesso accettabile: sembrano veri, ma spariscono senza lasciare traccia dopo un po' e non si sente alcun male a farli. Ma sono anche sicuri? Secondo un documento pubblicato dalla Food and Drug Administration statunitense, non troppo: anche con i tatuaggi a base di analoghi dell'henné si possono rischiare reazioni cutanee che vanno dagli arrossamenti alle vesciche, dalla perdita di pigmentazione della pelle a una maggiore sensibilità alla luce, fino a cicatrici permanenti.
RISCHI – «Il fatto che siano destinati a sparire non rende i tatuaggi temporanei automaticamente sicuri e tollerabili: in alcuni casi sono stati riferiti danni cutanei consistenti, che durano ben più del tatuaggio “a tempo”», ha spiegato Linda Katz, direttrice dell'Ufficio Cosmetici e Colori della FDA. Le reazioni sono svariate e nei fascicoli dell'ente americano ce ne sono per tutti i gusti: una ragazza con la pelle escoriata e danneggiata «come se si fosse ustionata», una diciassettenne che ha visto arrossarsi e riempirsi di vescicole la zona tatuata, perfino una bimba di cinque anni che aveva giocato a farsi fare un tattoo con l'henné nero sul braccio e dopo due settimane se l'è ritrovato rosso come un peperone. «Gli eventi avversi si possono manifestare subito, ma anche dopo due o tre settimane dal tatuaggio», spiega l'esperta.
HENNE' – Ma com'è possibile che un colore che viene steso sulla pelle con un pennello, e non infiltrato nella cute con gli aghi come accade nei “veri” tatuaggi, faccia tanto male? La risposta sta in ciò che è dentro al pigmento che viene applicato. «Per le decorazioni sulla pelle da tempo immemore le popolazioni dell'Africa e dell'Asia usano l'henné, il pigmento rossiccio derivato dall'essiccazione di una pianta comune in Medio Oriente: a questo colore alcuni possono essere allergici – spiegano gli esperti statunitensi –. I problemi seri però non derivano tanto da questo, bensì dal fatto che oggi per i tatuaggi temporanei si usa molto spesso l'henné nero, in cui al prodotto tradizionale vengono aggiunte altre sostanze per rendere il colore scuro, più simile agli inchiostri dei tattoo permanenti, e anche più durevole: sono questi composti che ne rendono l'uso potenzialmente pericoloso». L'indiziato numero uno è la parafenilendiamina o PPD, un colorante scuro che viene impiegato in diverse tinture per capelli e che può provocare reazioni cutanee anche serie. «Chi esegue i tatuaggi temporanei dovrebbe dichiarare la composizione dei pigmenti che usa, ma non sempre è così e purtroppo è difficile sapere in anticipo chi potrà avere una risposta eccessiva all'henné nero», ammettono gli statunitensi. Che perciò richiamano alla prudenza: anche se si sceglie un tattoo destinato a sparire, meglio informarsi bene e scegliere un tatuatore che possa dare informazioni circa la composizione dei prodotti che utilizza.
Elena Meli
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