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Esercizio fisico Attività fisica ed attenzione

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Migliora l'attenzione con l'esercizio fisico

-
2013


LM&SDP

Fare movimento, attività fisica, fa bene alla salute – ormai dovremmo saperlo.
Ciò che forse ancora non sapevamo è che chi pratica sport o comunque si mantiene attivo, non solo è più sano fisicamente, ma anche mentalmente: quasi a riprova del detto mens sana in corpore sano.

Ma il campo in cui si è mostrato evidente il vantaggio è nella capacità di attenzione e di risposta agli stimoli. In più, il sistema nervoso autonomo pare essere più resistente agli stress ed efficiente nelle capacità cognitive.
A suggerirlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna, che hanno reclutato 28 volontari per valutare le loro performance mentali in diversi ambiti.

I partecipanti erano suddivisi in due diverse categorie in base ai valori normativi stabiliti dall’American College of Sports Medicine: 14 presentavano un basso profilo di idoneità fisica (erano in genere sedentari); i rimanenti 14 presentavano invece un alto profilo di idoneità fisica, poiché praticavano attività sia sportive che fisiche in genere.

I dati raccolti e i risultati dei test hanno permesso ai ricercatori di scoprire che il gruppo che presentava una buona condizione fisica dimostrava una migliore performance cognitiva per quanto riguarda l’attenzione sostenuta e tempi di reazione più rapidi, se confrontato con il gruppo con uno stile di vita più sedentario.
Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Plos One, e suggerisce come una buona salute fisica promossa dal praticare esercizio fisico si rifletta su una buona salute mentale e migliori prestazioni mentali-cognitive.

I ricercatori hanno misurato i processi del sistema nervoso autonomo che intercorrevano durante tre diversi test per mezzo dei cambiamenti e la variabilità della frequenza cardiaca.
La percezione temporanea è quella che ha avuto il più grande effetto sulla variabilità della frequenza cardiaca, con una riduzione maggiore. La percezione costante è stata quella che invece ha avuto meno effetto su questo indicatore autonomo.
Inoltre, i dati hanno mostrato una generale diminuzione della variabilità della frequenza cardiaca con il passare del tempo, dopo le attività, che interessava in modo univoco il gruppo di partecipanti sedentari.

«E’ importante quindi sottolineare – spiega il dottor Antonio Luque Casado, autore principale dello studio – che sia i risultati fisiologici e comportamentali ottenuti attraverso il nostro studio suggeriscono che il principale vantaggio derivante dalla buona condizione fisica degli sportivi che hanno partecipato, è apparso essere associato con i processi implicati dall’attenzione costante».
Sebbene gli autori avvertano che si tratta di uno studio preliminare, i cui risultati sono stati promettenti, per il futuro sono necessari accertamenti atti a confermare questi risultati iniziali.
In definitiva, ciò che appare comunque chiaro è che una maggiore attività fisica – che probabilmente migliora l’ossigenazione del sangue e del cervello – influisce anche sulle prestazioni cognitive.

http://www.lastampa.it/2013/04/16/scienza/benessere/salute/chi-fa-movimento-e-piu-attento-Lnm3VPrJiFkzkYZlsXXZ1K/pagina.html


 
 
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