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Infanzia La febbre durante la gravidanza mette a rischio autismo o ritardo dello sviluppo

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La febbre durante la gravidanza aumenta del doppio il rischio che il bambino sia autistico o abbia ritardi nello sviluppo

-
2012

Avere la febbre durante i nove mesi fa aumentare più del doppio il rischio che il nascituro abbia problemi di ritardo nello sviluppo del cervello o soffra di autismo
Attenzione alla febbre. Se da un lato la normale reazione dell’organismo agli attacchi esterni, ossia un rialzo della temperatura corporea, conosciuta come “febbre” è indice che il sistema immunitario funziona, dall’altro quando ciò accade durante il periodo della gravidanza può essere un problema per il bambino che si porta in grembo.

Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Autism and Developmental Disorders, infatti, avere la febbre durante i nove mesi espone a più del doppio di rischio che il bambino abbia problemi nello sviluppo del cervello e soffra di autismo. Se dunque in condizioni normali è bene non abbassare un rialzo fisiologico ed entro i limiti della temperatura, quando si è incinte è invece bene assumere dei farmaci che abbassino la febbre, suggeriscono i ricercatori dell’Università della California Davis, perché in questo modo si possono contrastare gli effetti negativi sul feto.
«Il nostro studio fornisce una forte evidenza che il controllo delle febbri durante la gravidanza può essere efficace nel modificare il rischio di avere un bambino con autismo o ritardo dello sviluppo – spiega nel comunicato UC Davis il dottor Ousseny Zerbo , autore principale dello studio – E’ quindi consigliabile che le donne incinte che sviluppano la febbre assumano farmaci antipiretici e consultino il medico se la febbre persiste».

Per “febbre” i ricercatori intendo un rialzo della temperatura a seguito di una causa qualsiasi: che sia per via del virus dell’influenza o altro disturbo. Un controllo della febbre diviene senz’altro il modo migliore per prevenire il rischio per il bambino, sottolineano gli autori di questo studio - che è il primo a considerare il collegamento tra la febbre e i problemi al cervello.
La ricerca si è basata sui dati di un largo studio caso-controllato conosciuto con il nome “Childhood Autism Risk from Genetics and the Environment” (CHARGE), che ha coinvolto 538 bambini con autismo, 163 bambini con ritardo nello sviluppo – ma non autistici – e 421 bambini con sviluppo normale.

A tale proposito la principale ricercatrice del CHARGE, dottoressa Irva Hertz-Picciotto
Ha sottolineato come nelle persone, quando sono infettate da batteri o virus , in generale il corpo reagisca con un’attivazione del sistema immunitario. La risposta fisiologica è il rilascio nel flusso sanguigno, da parte dei globuli bianchi, di citochine proinfiammatorie. Alcune citochine sono in grado di attraversare la placenta, per cui potrebbero raggiungere il sistema nervoso centrale del feto, e potenzialmente alterare i livelli dei neurotrasmettitori e lo sviluppo del cervello.
«Riteniamo di certo che sia necessaria più ricerca per individuare i modi in cui l’infiammazione può alterare lo sviluppo cerebrale», ha dichiarato Hertz-Picciotto.

Lo studio ha raccolto le informazioni circa gli episodi febbrili delle madri durante la gravidanza. Se, come e quanta febbre avessero avuto e, se e come l’avessero nel caso trattata.
In base alle risposte si è scoperto che l’influenza in sé non pareva aumentare il rischio di avere un bambino autistico o con ritardo nello sviluppo. Tuttavia, episodi febbrili di qualsiasi natura durante i nove mesi sono stati associati ai casi di autismo nella misura di 2,12 volte maggiore rischio, e 2,5 volte più probabilità che il bambino avesse ritardo nello sviluppo, rispetto alle madri con bambini a sviluppo normale. Infine il rischio di autismo o ritardo nello sviluppo non era diverso per le madri che avevano trattato la febbre con farmaci e le madri che invece non avevano avuto la febbre durante la gravidanza, mostrando che un controllo efficace degli episodi febbrili può fare la differenza.
[lm&sdp]
http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/gravidanza-parto-pediatria/articolo/lstp/455719/


 
 
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