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Rivisto il ruolo degli anticorpi nella lotta alle infezioni virali
Lo studio potrebbe stravolgere le teorie alla base del concetto di vaccinazione, che punta sulla creazione di anticorpi (NdR)
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2012
Un nuovo studio di Matteo Iannacone, Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano e di Ulrich von Andrian, Harvard Medical School, finanziato dal National Institute of Health e dalla Fondazione Armenise-Harvard, ha portato a una sorprendente scoperta sul modo in cui il sistema immunitario combatte alcuni tipi di infezioni virali. La ricerca, pubblicata oggi, 1° marzo da Cell Press nella rivista Immunity, sovverte una radicata teoria sull’immunità antivirale e potrebbe portare all’identificazione di nuove possibilità di difesa contro virus potenzialmente letali, come il virus della rabbia.
Il sistema immunitario ha due modi per difendersi, l’immunità innata e l’immunità adattiva o acquisita. L’immunità innata è la prima linea di difesa e si basa su meccanismi che provvedono un’immunità non specifica. L’immunità adattiva, più sofisticata, che include nel suo arsenale le cellule B che producono anticorpi, è concepita per giocare un ruolo rilevante nel controllo delle infezioni virali nei mammiferi. Tuttavia, le risposte immunitarie adattive richiedono tempo per diventare pienamente attive.
Matteo Iannacone spiega che i topi infettati con il virus della stomatite vescicolare (VSV) possono subire un’aggressione fatale al sistema nervoso centrale nonostante un’alta concentrazione di anticorpi contro VSV. Questa osservazione ha portato i ricercatori a rivedere il ruolo della risposta immune adattiva nella sopravvivenza dall’infezione con VSV, studiando il decorso di questa infezione in topi che hanno cellule B ma non producono anticorpi. Inaspettatamente, sebbene le cellule B fossero essenziali, la sopravvivenza a seguito di esposizione a VSV non richiedeva anticorpi o altri aspetti dell’immunità adattiva tradizionale. Matteo Iannacone riferisce che si è stabilito che le cellule B producono una molecola necessaria al fine di mantenere le cellule immunitarie innate chiamate macrofagi. Questi macrofagi producono interferoni di tipo I, che sono richiesti per prevenire l’invasione fatale del sistema nervoso da parte del VSV. Complessivamente, i risultati dimostrano che il ruolo essenziale delle cellule B contro il VSV non richiede meccanismi adattivi ma è invece collegato direttamente con il sistema immunitario innato.
Queste scoperte, secondo Iannacone, contraddicono la visione corrente secondo la quale gli anticorpi sono necessariamente richiesti per sopravvivere all’infezione con il virus del tipo delle stomatiti vescicolari, e stabiliscono un’inaspettata funzione delle cellule B come custodi dei macrofagi nell’immunità antivirale. Sarà importante ora analizzare il ruolo degli anticorpi e degli interferoni nell’immunità contro virus simili che attaccano il sistema nervoso centrale, come la rabbia, il virus del Nilo Occidentale e le encefaliti.
http://www.microscopionline.it/2012/03/01/4623-rivisto-il-ruolo-degli-anticorpi-nella-lotta-alla-infezioni-virali/
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