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Editoriali Gli ebrei non muoiono prima di Pasqua

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Uno studio recente dei tassi di mortalità tra gli ebrei prima e dopo la Pasqua ha dato consistenza alla teoria che "la volontà di vivere" tra gli uomini può ritardare la morte fino a dopo una importante occasione sociale.
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APRILE 2012


I ricercatori, usando i certificati di morte computerizzati in California per gli anni 1966-1984, hanno trovato che tra i maschi bianchi con il cognome sicuramente ebraico avvenivano circa il 25% più decessi per cause naturali nella settimana dopo la Pasqua che nella settimana prima. Quando i ricercatori restrinsero lo studio agli anni in cui la Pasqua cadeva nel fine settimana, rendendo più probabile che fosse un evento sociale di grande importanza, i risultati erano ancora più drammatici. In quegli anni le morti nei maschi ebrei salivano a un fenomenale 61% nella settimana dopo la Pasqua rispetto alla settimana prima. Nelle 24 settimane che venivano un po' prima e un po' dopo la festività il tasso più alto e quello più basso di mortalità avveniva proprio in quelle due settimane.

In contrasto con questo, i tassi di mortalità per i giapponesi o i cinesi (gruppi che non avevano praticamente alcun ebreo) non mostrava alcuna differenza tra le settimane.
Il ricercatore dell'università della California, San Diego, David Philips ha detto: "L'effetto di picchi e valli nel tasso di mortalità è troppo forte per essere dovuto semplicemente al caso. Come passo successivo dovremo scoprire se vale anche per altre feste e per altri gruppi sociali". Forse l'esempio più noto della "volontà di vivere" è quello dei padri fondatori degli U.S.A., John Adams e Thomas Jefferson, che morirono entrambi nel cinquantesimo anniversario della firma della dichiarazione di indipendenza. Secondo quanto venne registrato dal suo dottore le ultime parole furono: "È il quattro oggi?" Studi precedenti avevano suggerito che potesse esistere una tendenza del genere. La nuova ricerca fornisce la prova più convincente.

"Siamo stati molto sorpresi della intensità dell'effetto", ha detto Philips, "ma è stato confermato anche da numerosi aneddoti. Siamo stati molti felici di trovare un modo di provarlo in modo sistematico". Lo studio non ha rivelato alcun effetto apprezzabile nelle donne con nome ebraico. Tuttavia questo potrebbe essere dovuto alla prevalenza di matrimoni misti in California per cui molte di queste donne potrebbero non essere ebree e quindi non aver alcun legame sociale con la festa. Inoltre i maschi hanno un ruolo principale durante il rituale della Pasqua. In teoria, la festa che viene osservata da circa il 75% degli ebrei, ha più significato spirituale per gli uomini che per le donne. Philips e Elliot King hanno preso in considerazione e respinto parecchie alternative della spiegazione della "volontà di vivere". Per esempio la teoria che le festività portano a morte per stress o per eccesso di cibo non potrebbe spiegare il drammatico declino prima della Pasqua. E neppure si possono attribuire gli effetti a un ritardo di operazioni chirurgiche a dopo la Pasqua. Il tasso di mortalità per quelli che vennero sottoposti a operazioni chirurgiche appena prima della morte non mostrarono alcuna variazione settimanale nel tasso di mortalità. Inoltre la Pasqua avviene ogni anno in momenti diversi eliminando così la possibilità di fattori stagionali o mensili.

http://www.oloscience.com/10543.html


 
 
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