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Vaccini L'obesità aumenta il rischio di influenza

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Meno protette e più suscettibili all'attacco di un virus, anche se vaccinati.
Novembre 2011

Sono le persone in sovrappeso o obese, che avrebbero più probabilità delle altre di sviluppare forme influenzali, secondo uno studio pubblicato sull'International Journal of Obesity. Le ragioni vanno cercate nel fatto che il sistema immunitario, a causa dell'eccesso di peso, lavorerebbe meno bene, rendendo più vulnerabile l'organismo all'attacco dei virus. A scoprire il legame tra chili di troppo e suscettibilità all'influenza sono stati gli scienziati della University of North Carolina (Usa).
Durante la pandemia del 2009, causata dal virus H1N1, gli scienziati avevano osservato come le persone obese fossero quelle più colpite dall'influenza. Per capire meglio in che modo l'obesità incidesse sullo sviluppo della malattia e sull'efficacia dell'immunizzazione, i ricercatori hanno dunque somministrato il vaccino anti-influenzale (trivalente, contenente cioè tre diversi ceppi virali inattivati) a pazienti obesi, sovrappeso e in peso forma. Alcuni mesi dopo la vaccinazione, gli studiosi hanno controllato il livello di anticorpi sviluppati dopo il contatto con il virus inattivato (quello del vaccino) per ognuno dei partecipanti. Inoltre, esponendo i campioni di sangue dei pazienti al virus H1N1, i ricercatori hanno controllato anche la funzionalità del sistema immunitario (cioè la capacita delle cellule T, deputate alla risposta immunitaria, di produrre gli interferoni, proteine in grado di tenere sotto controllo le infezioni causate da agenti esterni all’organismo). Come spiegano i ricercatori, infatti, se la vaccinazione non va a buon fine, le persone possono contare esclusivamente sul proprio sistema immunitario per difendersi dall’influenza.
Analizzando i risultati ottenuti, gli scienziati hanno constatato che col passare del tempo i livelli di anticorpi sviluppati con la vaccinazione calano molto più rapidamente nei pazienti obesi o sovrappeso rispetto a quelli normopeso. In particolare, a undici mesi di distanza dall’inoculazione del vaccino, oltre la metà dei pazienti obesi aveva una quantità di anticorpi quattro volte inferiore rispetto a quella registrata nel primo mese. Allo stesso tempo, solo nel venticinque per cento di queste persone il sistema immunitario produceva gli interferoni che avrebbero potuto bloccare il virus.
“Questi risultati suggeriscono che le persone obese o sovrappeso hanno maggiori probabilità di ammalarsi e di avere più complicazioni” hanno spiegato gli scienziati. Infatti, se i livelli di anticorpi non vengono mantenuti nel tempo e la funzionalità delle cellule T è compromessa, il sistema immunitario può soltanto limitare la gravità della malattia e il suo progredire.
Riferimenti: International Journal of Obesity doi: 10.1038/ijo.2011.208

http://www.galileonet.it/articles/4ea6a99a72b7ab48c4000038


 
 
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