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Alimentazione La carne di cavallo fa buon sangue.

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Quando non uccide...

di Oscar Grazioli
15 luglio 2011

Mangiate carne di cavallo. Fa del buon sangue, non è salata, è magra e ha poco colesterolo. Soprattutto il pesto crudo con un filo d’olio extra vergine, uno spicchio d’aglio e un pizzico di sale è una vera prelibatezza da ammannire a bambini e anziani o persone convalescenti. Tanto buon sangue e tanta energia con un’elevata digeribilità.

Ai tempi di quando ero bambino, ma ancora oggi, questa leggenda metropolitana della carne di cavallo che fa buon sangue, adatta quindi agli anemici, ai malaticci e a quelli tutto jogging, fitness e biologico, resiste ancora, nonostante l’evidenza che la cronaca quotidiana porta a conoscenza anche dei più profani in materia di alimentazione. Se qualcuno avesse ancora un dubbio sui pericoli che corre chi si scofana tegami di pesto crudo di cavallo, è sufficiente andare a leggere le cronache locali (sulle nazionali stranamente la faccenda è passata in cavalleria appunto) di quanto accaduto pochi giorni fa tra Fermo e Reggio Emilia.

La procura delle città emiliana, dopo una lunga indagine durata oltre un anno, ha inviato il Corpo Forestale in un noto mattatoio sito in quel di Fosdondo, amena località reggiana, Si tratta della società “Zerbini e Ragazzi” che è stata oggetto delle attenzioni di Corpo Forestale e Ausl, là inviate a ispezionare il mattatoio sulla scorta di alcune informazioni riservate che inquadravano come sospetti certi movimenti di un commerciante equino della Toscana.

Il blitz ha permesso ai tecnici dell'Ausl di analizzare non solo i cavalli che stavano per essere macellati, ma anche le carni, pronte per essere immesse sul mercato e sulle tavole di anemici e febbricitanti. Nel corso delle indagini sono stati ritrovati oltre 600 passaporti equini fasulli, mentre altri 238 sono stati rintracciati in un macello di Parma. Quasi tutti documenti di provenienza rumena, lavorati sapientemente con fotocopiatrici e ritocchi colorati, avallati da veterinari pubblici e privati compiacenti, attraverso i quali la carne finiva sui banchi di vendita al dettaglio. Naturalmente la premiata ditta Zerbini e Ragazzi professa la propria immacolata verginità e ingiusto sarebbe condannarla prima che siano i magistrati stessi a farlo.

Quello che ne esce, questo è certo, è ancora una volta l’esistenza di vaste organizzazioni che destinano la carne di cavalli da corsa al consumo umano, con tutto quello che esse possono contenere dopo anni di "bombe" a base di cortisonici, antiinfiammatori non steroidei, antiasmatici, broncodilatatori e mille altri cocktail dopanti che le sapienti mani di personale ben addestrato propinano agli atleti che corrono in pista. Tutto ciò si accompagna all’ingresso fraudolento di cavalli dall’Est Europa dove malattie come la salmonellosi e la terribile trichinellosi non sono oggetto dei controlli con standard europeo.

L'episodio di Reggio Emilia fa supporre introiti, per le organizzazioni malavitose, che viaggiano sui 20 milioni di euro l’anno. Tali cifre valgono bene qualche cartello o spot pubblicitario in cui si sostiene l’antica leggenda metropolitana della carne di cavallo che fa buon sangue. Quando non uccide però.


http://notizie.tiscali.it/opinioni/Grazioli/1595/articoli/-La-carne-di-cavallo-fa-buon-sangue-Quando-non-uccide.html


 
 
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