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Alimentazione Ridurre il sale non previene l’ictus o gli attacchi di cuore

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Comunque meglio usare quello dell'Himalaya (NdR)

Luglio 2011


Se si è ridotto l’apporto di sale nella dieta per paura di essere vittime di ictus o attacchi cardiaci potrebbe non essere servito a nulla. Un nuovo studio smentisce l’utilità di ridurre il sale a tavola
Se pensavamo di metterci al riparo da ictus, attacchi di cuore e morte prematura semplicemente riducendo l’apporto di sale nella dieta, forse ci siamo illusi. Ecco quanto afferma un nuovo studio revisionale riportato dalla Cochrane Review.

Secondo quanto riportato dai ricercatori dell’Università di Exeter (Uk), l’analisi condotta – che ha coinvolto circa 6.500 persone – rivelerebbe che non vi è alcuna prova evidente che la riduzione di sale nella dieta riduca il rischio di ictus, attacchi cardiaci e morte prematura. Una notizia che va in controtendenza con quelle che sono le raccomandazioni ufficiali sanitarie riguardo al consumo di sale.

Benché in alcuni pazienti si fosse evidenziata una minore probabilità di morte prematura in alcuni pazienti con problemi cardiaci, secondo i ricercatori tagliare il sale dalla dieta per ottenere questo genere di benefici è stato sopravvalutato.
La revisione ha preso in considerazione 7 studi già pubblicati sul tema ipertensione, sale e malattie cardiovascolari. Le persone coinvolte in questi studi avevano, a seconda dei casi, la pressione alta o normale, tuttavia sono state messe a dieta riducendo la quantità di sale assunta giornalmente.

Alla fine dell’analisi, gli scienziati hanno constatato che non vi era alcuna prova che il taglio del sale avesse ridotto le morti per eventi cardiovascolari o ridotto gli attacchi cardiaci.
Per assurdo, sempre dai dati raccolti, è emerso che i pazienti con diagnosi di insufficienza cardiaca erano più a rischio di morte se avevano ridotto o eliminato il sale dalla propria dieta – soprattutto se questo è avvenuto di colpo, causando una specie di shock all’organismo.
«Forse, sorprendentemente, non abbiamo trovato alcuna statisticamente significativa riduzione della morte o di eventi cardiovascolari quali infarti e ictus», ha concluso il dottor Rod Taylor, coordinatore dello studio. Uno studio che dà da pensare.
[lm&sdp]

http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/alimentazione/articolo/lstp/410413/


 
 
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