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Ecologia Export del legno: Wikileaks smaschera il Perù

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Il 70-90 per cento del mogano esportato dal Perù proviene dal taglio illegale delle foreste. Rpberta Pizzolante
Marzo 2011
E il governo peruviano ne è a conoscenza. È quanto si apprende dalle carte rese pubbliche da Wikileaks: secondo un dispaccio dell’ambasciata degli Stati Uniti risalente al 2006, il Perù avrebbe segretamente ammesso l’esportazione illegale del mogano e anche la falsificazione dei certificati. Il cablogramma segreto, infatti, rivela che le autorità sarebbero al corrente dell’“abbattimento di alberi al di fuori dei confini delle concessioni” e del fatto che il legname illegale viene “riciclato” con “documenti falsi e corruzione”.
Nel dispaccio, l’allora ambasciatore Usa in Perù, James Struble, parla anche di una “stima non-ufficiale dell’Inrena (l’Istituto governativo per le Risorse Naturali). I commenti dell’ambasciatore dipingono una situazione di malagestione delle foreste peruviane. Secondo il documento, nel 2005 gli Usa avrebbero importato ben l’88 per cento del mogano esportato dal Perù. La maggior parte del mogano peruviano è destinata proprio agli Stati Uniti dove finisce nei numerosi negozi fai da te, come Home Depot, Lowes e Lumber Liquidators, che hanno tutti ammesso di continuare a importare legno duro dall’Amazzonia e di utilizzarlo nei loro prodotti.
Tutto questo, denuncia Survival International, avviene a spese delle tribù isolate che abitano la foresta amazzonica. È di poco tempo fa la diffusione delle immagini e del video di una tribù incontattata al confine tra Brasile e Perù. La copertura mediatica ottenuta dalle notizia ha indotto le autorità peruviane a intervenire per impedire ai taglialegna di continuare a invadere illegalmente le aree protette abitate dagli indiani Murunahua, costretti a fuggire oltre il confine col vicino Brasile.
“È paradossale costatare che, a cinque anni di distanza, il disboscamento illegale dell’area continui in modo sistematico e che le autorità abbiano totalmente mancato di proteggere le terre delle tribù più vulnerabili”, ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival.
http://www.galileonet.it/articles/4d89e79f72b7ab25cf000001


 
 
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