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I cani sanno fiutare il cancro del colon
Lo studio conferma che anche ai primi stadi della malattia le cellule cancerose emettono sostanze potenzialmente rilevabili con sensori dedicati
I cani sono in grado di fiutare i segni del cancro del colon nell'espirato e in campioni di feci con un livello di accuratezza molto elevato anche nei primi stadi della malattia. A rivelarlo è una ricerca condotta presso Kyushu University a Fukuoka, in Giappone, e pubblicata online sulla rivista Gut.
Per il loro studio i ricercatori hanno appositamente addestrato un labrador retriever. I campioni provenivano da 48 persone con un cancro del colon accertato, a vari stadi della malattia, e da 258 volontari che non ne soffrivano o che ne avevano sofferto in passato.
Circa la metà dei campioni dei volontari proveniva da persone affette da polipi intestinali che, seppure benigni, sono considerati delle formazioni che possono degenerare in cancro. Il 6 per cento e dei campioni di espirato e uno su 10 dei campioni di feci di questo gruppo proveniva da soggetti sofferenti di altri problemi gastrointestinali, come ulcera, sindrome del colon irritabile, diverticolosi e appendicite.
Il cane ha identificato con successo quali fossero i campioni cancerosi con un accuratezza del 95 per cento nei campioni di espirato e del 98 per cento in quelli di feci, con il tasso di rilevazione più elevato proprio fra i campioni presi da persone ai primi stadi della malattia. I livelli di affidabilità sono paragonabili a quelli della colonscopia.
I risultati hanno mostrato che gli altri problemi gastrointestinali e il fatto che la persona fosse un fumatore non rappresentavano per il cane fattori confondenti.
Il cane è dunque in grado di fiutare gli odori legati a sostanze prodotte dalle cellule cancerose che circolano nell'organismo, osservano i ricercatori, confermando altre ricerche e resoconti aneddotici che già avevano indicato la capacità di questi animali di rilevare i cancri della prostata, della pelle, del polmone, del seno e dell'ovaio.
L'uso di cani addestrati per lo screening, aggiungono i ricercatori, è verosimilmente poco pratico, ma potrebbe venire sviluppato un sensore in grado di rilevare specifici composti.
Il test del sangue occulto nelle feci è un efficace metodo di screening non invasivo per il cancro del colon, ma, osservano gli autori, è in grado di rilevare la malattia nelle sue fasi iniziali solo nel 10 per cento dei casi.
"La rilevazione e il trattamento precoci sono un fattore critico per il successo della terapia e rappresentano un mezzo eccellente per ridurre sia gli oneri economici sia la mortalità del cancro del colon", commentano gli autori. (gg)
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1346537
(01 febbraio 2011)
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