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Alimentazione Cibi industriali: meglio non esagerare

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Alcune fibre degli alimenti «processati», se assunte in gran quantità, possono causare qualche mal di pancia MILANO - Mangiate tanti cibi industriali e avete spesso strani dolori e fastidi gastrointestinali? Ebbene i vostri disturbi potrebbero essere legati ad alcune fibre, in particolare all’inulina, sempre più spesso aggiunta nella preparazione degli alimenti processati. La segnalazione viene da uno studio pubblicato di recente sul Journal of the American Dietetic Association.
INULINA - L'inulina è sostanzialmente una fibra solubile e dal punto di vista strutturale è un polisaccaride. È presente naturalmente in molti cibi tra cui le banane, il frumento, le cipolle e l’aglio. La cicoria ne è particolarmente ricca ed è proprio da questa pianta che viene spesso estratta per essere utilizzata come additivo nelle preparazione industriale di alimenti. Diversamente da altri polisaccaridi che vengono demoliti nell'intestino tenue e sono utilizzati come carburante per l’organismo, l’inulina arriva inalterata nel colon dove stimola la crescita di batteri buoni e dove va in contro a fermentazione. La sua crescente popolarità come additivo in cibi e bevande industriali (è utilizzata soprattutto come sostituto dello zucchero e anche come addensante) ha spinto i ricercatori americani a studiarne la tollerabilità e le dosi massime accettabili per non avere problemi come dolori addominali, crampi allo stomaco, flatulenza, gas intestinale, nausea, diarrea. A questo scopo i ricercatori hanno preso in esame 26 volontari di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Dopo una notte di digiuno, gli studiosi hanno proposto ai partecipanti, una volta a settimana per cinque settimane, una colazione a base di un tarallo con crema di formaggio e succo d’arancia, aggiungendo in quest’ultimo un placebo o 5-10 grammi di prodotti a base di inulina (inulina nativa o oligofruttosio). Nei due giorni successivi a questo tipo di colazione i partecipanti sono stati contattati più volte per verificare l'eventuale insorgenza di disturbi gastrointestinali. Entrambi i tipi di inulina hanno favorito lo sviluppo di sintomi, soprattutto flatulenza e gonfiore. In particolare i soggetti che avevano assunto la dose maggiore di oligofruttosio erano quelli che avevano più disturbi gastrointestinali. Sulla base di queste osservazioni i ricercatori hanno quindi definito dei limiti di tollerabilità: 10 grammi di inulina nativa o 5 grammi di oligofruttosio, al giorno. Chi supera queste dosi ha più possibilità di sviluppare fastidi intestinali.

DOVE SI NASCONDE - L’inulina, oltre ad essere presente naturalmente in diversi alimenti, è sempre più utilizzata in prodotti industriali come le barrette per la colazione ad alta quantità di fibre, il cioccolato, i gelati e le bevande. Il problema di un possibile sovradosaggio nasce dal fatto che spesso si trova indicata nell'etichetta sotto nomi diversi: inulina, estratto di radice di cicoria, oligosaccaridi, oligofruttosio. È quindi possibile ritrovarsi a superare le dosi senza saperlo.

EQUILIBRIO - «È tutta una questione di equilibrio: ad alte dosi l’inulina può causare qualche disturbo gastrointestinale, ma nelle giuste quantità può fare bene - fa notare Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università di Milano -. In linea generale se si segue una dieta equilibrata è difficile un sovradosaggio, ma non è da escludere, soprattutto se si esagera con i cibi preparati industrialmente. In ogni caso i disturbi sono in genere lievi e comunque transitori. Un introito corretto di questa fibra può invece avere diverse ricadute positive: non solo aumenta la presenza nel tratto intestinale di Bifidobatteri e Lattobacilli (fermenti lattici importantissimi per una corretta digestione e per la salute del colon), ma favorisce anche una diminuzione del numero dei batteri ritenuti nocivi. Inoltre l’inulina rallenta l’assorbimento, regola il transito intestinale e sembra diminuire l’assorbimento di colesterolo e trigliceridi».
http://www.corriere.it/salute/nutrizione/10_luglio_29/cibi-industriali-disturbi-sparvoli_d0f4edf4-9afe-11df-ad9d-00144f02aabe.shtml


 
 
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