ROMA (27 gennaio) – Un duro colpo per quelle scarpe che promettono miracoli: il miglior modo per correre, infatti, è a piedi nudi. Il più salutare a detta degli studiosi che hanno analizzato l'impatto della corsa sul piede e hanno valutato che senza calzature si prendono meno colpi al tallone, poggiando meglio il piede a terra. L'etiope Abebe Bikila nella storica maratona vinta alle Olimpiadi di Roma nel 1960 è statao un precursore.
Lo studio pubblicato sulla rivista Nature, fatto da Daniel Lieberman della Harvard University di Boston dimostra che siamo evolutivamente “fatti” per correre a piedi nudi, l'appoggio sul terreno di un piede scalzo è significativamente diverso, e più salutare, dell'appoggio di un piede calzato anche con la più sofisticata scarpa da corsa.
Gli esperti hanno confrontato la corsa di tre gruppi di individui: quelli che hanno sempre corso a piedi nudi, sempre con le scarpe e quelli che sono passati dalla corsa con scarpe alla corsa a piedi nudi. È emerso che mentre a piedi nudi si tende ad appoggiare il piede dall'avampiede alla pianta, poggiando per ultimo il tallone, con le scarpe avviene il contrario e si appoggia per primo il tallone, sottoponendolo a un impatto di collisione col terreno enorme, da cui derivano tante storte e infortuni. Si è sempre detto che correre a piedi nudi è pericoloso e fa male, ma non è vero, concludono gli autori del lavoro: è il modo più naturale e sicuro di correre, anche sui terreni più duri, basta solo farci un po' l'abitudine.
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