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Alimentazione Zucchero e ormoni

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Troppo inibisce gli ormani sessuali

Già da tempo sappiamo che la nostra dieta contiene troppi zuccheri e che consumare troppi dolciumi (zucchero, dolci, gelati, merendine, succhi di frutta di produzione industriale, bibite zuccherate) fa male alla salute, causando obesità e aumentando il rischio di patologie cardiovascolari. Quello che non sapevamo ancora è che il consumo eccessivo di zuccheri può danneggiare anche la nostra sessualità. Infatti, secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata di recente dal Journal of Clinical Investigations, una dieta troppo ricca di fruttosio e glucosio, induce una produzione eccessiva di lipidi da parte del fegato con conseguente diminuzione dell’ormone sessuale SHBG.

Il SHBG (sex hormone binding globulin) è una beta-globulina prodotta dal fegato che controlla la quantità di estrogeno e testosterone. Più precisamente si tratta di una proteina in grado di legare a sè i suddetti ormoni sessuali impedendone il rilascio nel sangue. Ne consegue che la diminuzione della concentrazione di SHBG nel sangue implica l’aumento della quantità di testosterone ed estrogeni che possono essere rilasciati in esso e l’iinalzamento del rischio di sviluppare disturbi come acne, infertilità, ovaio policistico e il cancro dell’utero nelle donne in soprappeso. Una quantità anormale di SHBG, inoltre, è responsabile dell’alterazione del delicato equilibrio fra testosterone ed estrogeni che comporta il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, eventualità questa che riguarda soprattutto le donne.

A condurre lo studio è stato il dottor Geoffrey Hammond, direttore scientifico del Child & Family Research Institute di Vancouver, in Canada, e professore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia alla University of British Columbia. Secondo il professor Hammond un basso quantitativo di SHBG nel sangue indica che la funzione metabolica del fegato è alterata, quindi la buona notizia è che il SHBG può essere usato come indice per monitorare le funzioni del fegato prima che compaiano i sintomi di un’eventuale epatopatia. L’analisi della quantità di SHBG nel sangue può inoltre fornire indicazioni relative all’efficacia degli interventi rivolti al miglioramento del regime dietetico e dei farmaci rivolti a migliorare le funzioni metaboliche del fegato.
www.medicinalive.com


 
 
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