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Terapie L'idrocolonterapia

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Una tecnica praticata da secoli torna oggi alla ribalta per gli innumerevoli benefici apportati all’organismo. Acne, mal di testa, affaticamento, costipazione, allergie, irritabilità, nervosismo, depressione, addome sporgente, neurite, difficoltà di concentrazione, insonnia, problemi mestruali, gonfiore alle gambe, perdita degli stimoli sessuali, alito cattivo, freddo ai piedi e alle mani, fragilità delle unghie e dei capelli, problemi di circolazione, lingua sporca, colorito giallastro, occhiaie, anemia. Sono queste, solo alcune delle affezioni più diffuse, le cui cause sono sempre più spesso collegate con la cattiva igiene dell’intestino. Ma in che modo un mal di testa o una difficoltà di concentrazione può derivare dallo stato di salute del nostro intestino? “L’intestino crasso - spiega Sonia Biagiotti dello Studio Zenith di Chianciano - ha la funzione insieme alla pelle, ai reni e ai polmoni di facilitare l’evacuazione delle tossine dall’organismo. Se per qualche motivo, questa fondamentale funzione non viene svolta, le sostanze indesiderabili ristagnano nell’intestino e vengono riassorbite. Le conseguenze? Irritazione delle pareti intestinali, alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale con disturbi locali e generali”. Insufficiente funzionamento dell’intestino.

Purtroppo le condizioni che portano a un cattivo o insufficiente funzionamento dell’intestino sono molto più frequenti di quello che si crede. Ad essere messi sotto accusa sono in primo luogo regime alimentare e stile di vita. In particolare, un’alimentazione povera di fibre, ricca di prodotti animali, alimenti raffinati, sostanze nocive (pesticidi, additivi, antiossidanti, conservanti) e devitalizzate. Così come stati prolungati di stress e di inattività fisica, l’assunzione di antibiotici, di farmaci a base di cortisone e di lassativi chimici, determinano una progressiva diseducazione dell’intestino.
“Quando una persona è stitica - afferma Sonia Biagiotti - le pareti del colon si ricoprono gradualmente di residui di feci accumulate in mesi e talvolta in anni di stagnazione intestinale. L’interno dell’intestino diventa come un tubo per l’erogazione dell’acqua parzialmente occluso dai depositi minerali”. In queste condizioni, il colon non riesce più né ad assorbire, né ad eliminare correntemente le scorie. Nel lume intestinale si va a determinare un accumulo di tossine (cadaverina, putrescina, fenoli, composti dell’idrogeno solforato, acido butirrico, ecc.) che possono venire riassorbite nel circolo sanguigno, aumentando il carico di lavoro degli altri organi escretori (reni, pelle, fegato, polmoni, sistema linfatico), impregnando muscoli ed articolazioni, pelle e tessuto connettivo e sovraccaricando il sistema immunitario che si trova così a dover neutralizzare l’azione tossica di un largo spettro di sostanze.

Un altro effetto negativo dell’accumulo di scorie nel colon è la proliferazione di micosi di varia natura (funghi, saccaromiceti, muffe) con conseguenti fenomeni di fermentazione o putrefazione intestinale e la produzione di ulteriori sostanze nocive che vanno ad aggravare ulteriormente l’autointossicazione dell’organismo. E' in questo quadro clinico che negli ultimi anni è andato diffondendosi un trattamento comune a molte antiche medicine tradizioni (cinese, indù, egiziana, islamica e greca) e solo recentemente rielaborato e rilanciato negli Stati Uniti: l’idrocolonterapia.

Di che tratta? “Per molto tempo dimenticato - spiega Riccardo Frazzetta, medico specialista di Medicina Preventiva - la depurazione dell’organismo attraverso il lavaggio profondo del colon assume un ruolo fondamentale nel riequilibrio delle funzioni intestinali e dell’eubios (giusta flora batterica). L’idrocolonterapia permette infatti la rimozione di tutte le scorie e tossine depositate sul colon in sacche di raccolta e difficilmente rimosse dalle normali funzioni intestinali. Pertanto allontanare questo residui significa disintossicare l’intestino e ristabilire l’equilibrio della flora batterica alterato dalla triade alimentazione, stile di vita ed emozioni”.

Perplessità ingiustificate

Nonostante, l’irrigazione del colon rappresenti un’antica forma di guarigione come dimostra la citazione ritrovata nell’Ebers Payrus, un antico documento egizio dedicato alla scienza medica, risalente al 1500 a.C., l’idea di “lavare” l’intestino non manca di suscitare ai giorni nostri perplessità e reticenze. “Non può essere pericoloso? Non si rischia di distruggere la flora intestinale?” Sono questi, due degli interrogativi più diffusi che si sentono sollevare ogni qualvolta si parla di idrocolonterapia. “Non ci sono rischi - rassicura Sonia Biagiotti. Il colon non è sterile e i lavaggi non perturbano la flora intestinale, al contrario degli antibiotici e di certe medicine chimiche che la distruggono. D’altra parte, in tutti gli ospedali del mondo, prima di un intervento chirurgico o di una radiografia del tubo digerente si pratica il lavaggio dell’intestino e questo anche nel caso dei pazienti più gravi”. In altre parole, invece di ricorrere ai soliti lassativi, molti dei quali sono stati recentemente vietati per legge per il sospetto effetto cancerogeno, l’idrocolonterapia interviene con il semplice lavaggio profondo dell’intestino, del tutto indolore e privo delle numerose controindicazioni del più tradizionale enteroclisma.

Come si fa

L’idrocolonterapia viene eseguita con l’ausilio di speciali apparecchiature che attraverso una cannula rettale, regolano l’afflusso in entrata di acqua nell’intestino del paziente sdraiato in posizione supina. Un altro tubo di scarico allontana l’acqua e il contenuto intestinale sciolto. Il trattamento viene eseguito da un terapeuta che accompagna il trattamento con un leggero massaggio che oltre a facilitare l’eliminazione delle scorie rilassa il paziente. Grazie alla leggera pressione esercitata lungo le pareti del tubo digerente, l’acqua di lavaggio riesce a raggiungere il colon ascendente non raggiungibile da un normale clistere. Cicli di poche sedute all’anno sono sufficienti per regolare stabilmente le funzioni intestinali, assicurando un notevole beneficio all’organismo: migliorano le funzioni epatiche e renali, si ridimensiona notevolmente l’alitosi, la pelle appare più fresca e luminosa, si attenuano acne, dermatiti e dermatosi e soprattutto le forme cellulitiche. Allontanando le scorie tossiche che altrimenti verrebbero riassorbite dalle pareti dell’intestino, l’idrocolonterapia concorre a rafforzare il sistema immunitario, diminuisce le forme allergiche e asmatiche, svolge un’azione di stimolo e di rivitalizzazione generale dell’organismo.

Un’ulteriore applicazione del lavaggio profondo dell’intestino è rappresentato dalla preparazione delle indagini diagnostiche del colon e dalla prevenzione degli stati precancerosi e cancerosi la cui affermazione dipendono spesso dall’accumulo di tossine nell’intestino. In genere prima e subito dopo il trattamento viene consigliata l’assunzione di prodotti naturali e fitoterapici a complemento della terapia, oltre ovviamente alle indicazioni per una corretta dieta in grado mantenere l’intestino attivo e in buona salute. Niente male per una terapia basata unicamente sull’uso di acqua potabile e l’applicazione di un delicato massaggio.
www.aaemmetarranuova.it

Centri di idrocolonterapia:
Studio dr. Rizzo, Viale 20 settembre 11, Trieste. Tel 040367930

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