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Infanzia Folati contro le anomalie cromosomiche

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La dose raccomandata giornaliera andrebbe notevolmente aumentata nei tre mesi precedenti a un tentativo di concepimento


I maschi che consumano alti livelli di folati e di acido folico hanno un rischio minore di produrre spermatozoi anomali, in cui un cromosoma viene perso o acquisito, un difetto noto come aneuploidia. È questo il risultato di uno studio condotto d ricercatori dell'Università della California a Berkeley che ne riferiscono in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista Human Reproduction.
"Mentre l'importanza della dieta materna, e in particolare dell'assunzione di folati, per la riproduzione era ben nota, i risultati del nostro studio indicano l'importanza di studiare anche la nutrizione del padre", ha detto Brenda Eskenazi, che ha diretto la ricerca, Di fatto questo è il primo studio che mostra che la dieta paterna può avere un significativo impatto sullo sviluppo del nascituro al di là del concepimento stesso.
Come spiegano gli autori, dall'uno al quattro per cento degli spermatozoi di un soggetto adulto normale è affetto da qualche tipo di aneuploidia, ma esistono forti variazioni individuali la cui origine non è ancora del tutto chiara. Ancora meno si sapeva finora degli effetti della dieta sugli spermatozoi, presi in esame da questa ricerca, che ha preso in esame l'introito totale giornaliero di zinco, folati, vitamina C vitamina A e beta carotene in 89 volontari.
"Abbiamo trovato una associazione statisticamente significativa fra elevati livelli di assunzione di folati e bassa aneuploidia degli spermatozoi, e il beneficio era tanto maggiore quanto più elevata era l'assunzione. Gli uomini cha appartenevano al 25° percentile superiore, con un'assunzione fra i 722 e i 1150 microgrammi avevano una frequenza dei diversi tipi di aneuploidia inferiore del 20-30 per cento rispetto a quelli che ne assumevano meno", ha detto Brenda Eskenaz.
La dose giornaliera attualmente raccomandata (RDA) di folati per i maschi di età superiore ai 19 anni è di 400 microgrammi al giorno, ma alla luce di questi risultati i ricercatori osservano che essa andrebbe notevolmente aumentata a partire da tre mesi prima del tentativo di diventare padri, in modo da ridurre il rischio di anomalie cromosomiche nei figli. (gg)

lescienze.it


 
 
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