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Ecologia Il vino contiene pesticidi

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Il grido di allarme giunge proprio alla vigilia di VinItaly; il problema non riguarderebbe in modo diretto la produzione del nostro paese e toccherebbe solo in modo marginale il settore biologico.




Le bottiglie di vino che si possono tranquillamente acquistare contengono quantità di pesticidi dannose per la salute umana. Pesticide Action Network Europe (PAN), un ong inglese, ha "scoperto sostanziali elementi di prova"dopo aver analizzato 40 bottiglie campione ( 10 francesi, 10 tedesche, 7 austriache, 3 italiane, 1 portoghese, sudafricano, australiano e cileno. Tra queste, 6 etichette di vino biologico, 3 vini biologici erano francesi e 3 austriaci. Dei 6 vini bio analizzati solo uno conteneva tracce di pesticidi, con livelli bassi, dovute molto probabilmente ad una forma di contaminazione dovuto all'utilizzo di sostanze chimiche in appezzamenti limitrofi.

Il riscontro di queste analisi segue la diffusione di uno studio, pubblicato dal ministero dell'Agricoltura francese, in cui si evidenziano come ben 15 sostanze tossiche utilizzate come pesticidi siano sistematicamente trasferite dall'uva al vino durante il processo di vinificazione. L'uva rappresenta il prodotto alimentare in commercio tra i più contaminati e riceve un altissimo dosaggio di pesticidi sintetici, superiore a qualsiasi altra coltivazione.

"La presenza di pesticidi nei vini europei è un problema sempre più diffuso," ha dichiarato Elliott Cannel di Pan. "Molti viticoltori stanno abbandonando metodi tradizionali di controllo a favore di pericolosi pesticidi sintetici. Questa tendenza ha un impatto diretto sulla qualità dei vini europei.

Circa la metà della frutta e della verdura venduta in Europa è contaminata da pesticidi e un prodotto ogni venti contiene concentrazioni di sostanze tossiche superiore ai limiti legali. La maggioranza dei vini analizzati appartiene ad una fascia di prodotto a prezzo medio/basso, mentre tre etichette rappresentano il top della produzione ( e costano oltre €200). I vini sono stati acquistati in Europa, in Germania ( da Greenpeace), in Austria (da Friends of the Earth Austria) e in Francia ( da MDRGF, Mouvement pour le Droit et le Respect des Générations Futures).

Le bottiglie hanno offerto una gamma di 148 residui di pesticidi. Le 34 bottiglie di vino convenzionale contenevano almeno 1 pesticida, con un media superiore ai 4. In un caso addirittura 10. Ne sono stati individuati 24 differenti, cinque classificati come carcinogenic, mutagenic, reprotoxic or endocrine disrupting dalla Ue.

Il problema dei pesticidi e della loro diffusione, quindi, riguarda l'ortofrutta ma resiste anche nella produzione alimentare e nella sua espressione più sublime, quale è il vino. E' inoltre un problema talmente diffuso che - l'ennesimo conferma arriva da queste analisi - rovina anche quelle coltivazioni che i prodotti di sintesi di sicuro non vogliono utilizzare. Il problema dei pesticidi attiene modalità produttive che stanno rivelando in modo radicale una spaccatura, nei coltivatori, tra chi non è contrario e chi lo è e verso quali bacini di consumo orientarsi. E' un dibattito aperto e non è estraneo a quello sugli ogm, proprio per le modalità di persuasione di quel pensiero favorevole alle manipolazioni genetiche nel settore alimentare. L'esperienza dimostra come il disimpegno legislativo, la mancanza di norme e i cosiddetti "buchi" nella giurisprudenza abbiano spesso favorito la diffusione dell'industria in ambiti che fino a quel momento si sviluppavano con modalità di tutt'altro livello. Come dire che l'interesse dell'industria per nuovi settori di sviluppo ha spesso coinciso con momenti di distrazione o sorprendente apertura delle maglie del controllo del sistema politico.

Il 4 aprile prossimo, all'interno di Vinitaly 2008, si terrà un convegno molto importante per il vino e il settore biologico. Il convegno, organizzato da AIAB, porterà all'attenzione del settore vitivinicolo tradizionale ( o convenzionale) gli sforzi e i risultati del progetto Orwine, sul disciplinare europeo del vino biologico. Un momento utile, per il settore e "per fare sistema", cioè per superare il solito problema italiano della frantumazione di ogni posizione comune, unitaria e forte. Come spiega nel comunicato Cristina Micheloni, coordinatrice generale del progetto europeo Orwine:"Presentarsi uniti il prossimo mese, quando inizieranno le discussioni in ambito comunitario sulle nuove regole, è indispensabile se vogliamo contare qualcosa nella formulazione del regolamento per il vino biologico".

Se il settore a Verona si presentasse unito e forte, sarebbe già un gran risultato per il biologico.

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greenplanet.net


 
 
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