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Ecologia Radiazioni, cibo per funghi

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Massicce dosi ionizzanti aumentano la velocità di crescita di alcune specie.
Forse per questo in aumento le patologie da funghi? Oltre alla materia organica che decompongono, i funghi sembrano avere un altro “piatto preferito”: le radiazioni. La prova arriva da un gruppo di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine dell’Università di Yeshiva (New York, Usa), che hanno testato il tasso di crescita dei funghi esposti a radiazioni ionizzanti.

La maggior parte dei funghi posseggono la melanina - lo stesso pigmento che negli esseri umani è presente nelle cellule della pelle – ma finora la sua funzione biologica non era ancora stata chiarita. Sembra invece che, proprio grazie ad essa, questi funghi siano in grado di catturare alcune radiazioni e servirsene come fonte di energia per la crescita, esattamente come le piante utilizzano la clorofilla per convertire la luce solare in energia chimica.

Le prime evidenze di questa insolita caratteristica risalgono ai primi anni Novanta, quando un gruppo di ricercatori dell’Istituto di microbiologia e virologia di Kiev (Ucraina) si era accorto della maggiore velocità di crescita di funghi esposti alle radiazioni di Chernobyl. Il nuovo studio, avviato cinque anni fa e ora pubblicato su Plos One, dimostra che in effetti alcune radiazioni aumentano in modo significativo la crescita dei funghi con melanina. Due tipi di funghi in particolare (Crytococcus neoformans e Wangiella dermatidis) sono stati esposti a livelli di radiazioni ionizzanti 500 volte superiori a quelle normalmente presenti a livello del suolo. Gli scienziati hanno osservato che i funghi sono cresciuti a un ritmo tre volte più veloce della norma.

Le radiazioni ionizzanti si trovano in abbondanza nello spazio cosmico. Per questo la scoperta potrebbe rivelarsi utile nelle missioni spaziali, dal momento che alcuni funghi sono commestibili e potrebbero rappresentare una fonte di cibo per gli astronauti. (t.m.)
galileonet.it

Purtroppo i funghi come cibo contrastano con la flora intestinale (NDR)


 
 
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