Perché mangiamo tanto più del necessario? È la domanda che ormai da diversi anni si pone Brian Wansink, direttore del Food and Brand Lab della Cornell University . Nel suo nuovo libro raccoglie e racconta i risultati di dieci anni di sperimentazione, svelando molte delle trappole mentali che ci inducono ad abbuffarci e fornendo alcuni trucchi utili e soprattutto pratici per evitare questo errore.
L'ultimo inganno scoperto da Wansink in ordine di tempo è che i nomi dei cibi possono invogliare a servirsi più abbondantemente: "maccheroni alla carne" e "ragù reale all'italiana", per esempio, sono nomi che hanno un effetto molto diverso su chi si siede a tavola. Altre trappole più o meno note smascherate dall'autore sono ad esempio le dimensioni delle porzioni e dei piatti o bicchieri. Più cibo si ha nel piatto più si mangia, non solo perché è di più, ma anche perché la sensazione di sazietà inizia a comparire quando il piatto si svuota.
Bicchieri alti e stretti, come è noto, sembrano contenere più liquido di quelli bassi e larghi, anche se poi non è vero. Per questo motivo il secondo tipo di bicchieri è stato bandito dalla casa del ricercatore, compresi quelli da vino rosso (dono di nozze), con grande disappunto della signora Wansink.
Un trucco efficace è invece non avere a portata né di mano né di occhio nessun tipo di snack e di dolcetto. È stato dimostrato che chi tiene in vista dolci e caramelle ne consuma più di chi li tiene nascosti. Non bisogna neanche fidarsi delle indicazioni sulle confezioni: esagerare con i cibi dichiarati low-fat (e non low-calories) porta ad esagerare senza neanche rendersene conto e ad assumere insospettabilmente calorie inutili.
Anche la varietà è un'arma a doppio taglio: invoglia a mangiare di più sia attraverso gli occhi, sia attraverso la curiosità di assaggiare tutto. Però può essere rivolta a nostro favore: si può sempre iniziare a mettere a tavola sei varietà di verdura e una bella cesta con quattro o cinque frutti diversi. Effettivamente anche la storia del nome potrebbe essere ben sfruttata: le mamme potrebbero iniziare a propinare il passato di verdure come ”mousse dell'orto”, i broccoli come “trionfo del verde”, le carote come “conigli alla riscossa” e così via...