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La prima colazione? Un vero e proprio 'optional' per almeno due italiani su dieci. Che rischiano non solo di 'attaccarsi' a spuntini poco sani in orari ancor meno probabili, ma soprattutto di trasmettere questa cattiva abitudine ai propri figli, più 'vulnerabili' nei confronti di stili alimentari sbagliati e potenzialmente dannosi per la salute. A sottolinearlo è Carlo Cannella, docente di Scienze dell'alimentazione all'università 'La Sapienza' di Roma, intervenuto al convegno 'Mangiare bene per vivere meglio' organizzato oggi a Roma da Somedia e 'Repubblica Salute'. Un dato, quello rivelato all'ADNKRONOS SALUTE da Cannella, che sembra 'abbassare i toni' delle statistiche di un'indagine Format presentate nel corso dell'incontro: si parla di un buon 55% di cittadini convinti che il pasto più importante della giornata sia proprio quello della mattina. Eppure, un gran numero di italiani è abituato a passare dal letto all'auto in men che non si dica. Senza particolari rischi in termini di salute secondo l'esperto, convinto piuttosto che ''il pericolo maggiore sia quello di privare i più piccoli della tradizione, della convivialità e della socialità che caratterizzano il gesto di fare colazione tutti insieme. L'uomo - spiega Cannella - è certamente in grado di compensare la scarsità di cibo introdotto nelle prime ore del giorno, quindi non va incontro a particolari patologie o disturbi se salta il primo pasto della giornata. Ma il rischio è quello di rifugiarsi in cornetti, merendine ed altri 'espedienti' a metà mattina o a ridosso del pranzo'', scombussolando il ritmo del nostro corpo e introducendo calorie senza criterio. ''I bambini, invece - conclude il nutrizionista - se non fanno colazione diventano capricciosi, e se si passa di fronte a un fornaio vogliono la pizza o il dolcetto...e i genitori di solito li assecondano''.