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Ecologia A proposito di acqua

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Il saggio che segue è un pò lungo, ma molto interessante. Aggiungiamo che, talvolta, per tappare le perdite le aziende idriche immettono negli impianti sostanze sintetiche, che poi beviamo. Come si vede dalle turbine dei dentisti, che si intasano di questi materiali in pochi mesi (prima duravano 10 anni)


Oggi parliamo di acqua, e lo facciamo riportando parte dell'intervento di Pietro Laureano ad Alcatraz, in occasione del Convegno sullo spreco organizzato da Franca Rame.
Laureano e' architetto e urbanista, attualmente presta la sua opera come consulente Unesco. E' un esperto nella scoperta e riuso delle tecniche tradizionali per la captazione dell'umidita' e della rugiada, il filtraggio e il riciclaggio dell'acqua.
Forse non e' una coincidenza che proprio in questi giorni il Comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche abbia tenuto la sua relazione in Parlamento, rivelando una situazione italiana scandalosa. Come conferma Laureano, il sistema idrico italiano disperde mediamente una quantita' enorme di acqua, il 40% (!) e a questo si deve aggiungere un calo delle precipitazioni piovose (-10% in 10 anni).
La portata dei fiumi diminuisce (nel luglio del 2005 la portata del Po e' stata di 341 metri cubi al secondo, dieci anni fa era tre volte tanto) e aumenta il consumo di acqua per ogni abitante, siamo a 200 litri a testa al giorno.
Buona lettura.

"Parlero' dell'acqua.
L'acqua, come sapete, e' un elemento fondamentale. Siamo tutti fatti di acqua. Ci siamo portati via l'acqua nel nostro organismo quando gli esseri viventi sono usciti dall'oceano. Se da una pianta togliamo l'acqua rimane soltanto una piccola quantita' di materia fisica, di polveri. Il nostro organismo e' composto per circa l'85% di acqua.
L'acqua e' una metafora straordinaria delle risorse in genere. Perche' sembra abbondantissima, sembra che lo sia, che non abbia valore, e invece e' preziosissima. Sembra tantissima invece e' rara perche' la maggior parte delle acque sul pianeta, le acque degli oceani, sono sterili, sono salate, sono inutilizzabili per noi e per la gran parte degli organismi terrestri.
Pensate che se potessimo mettere tutta l'acqua del pianeta in un contenitore di 5 litri, solo un cucchiaio sarebbe acqua non salata, ed e' quella che chiamiamo acqua potabile. E solo una goccia e' disponibile per noi, perche' la gran parte e' stoccata nei ghiacciai, un'altra quantita' e' in ciclo nell'atmosfera, quindi evapora dagli oceani pero' piove sugli oceani stessi. Solo una goccia ripiove sulla terra ed e' disponibile nelle falde come acqua bevibile.
Quindi l'acqua e' rara. E non solo e' rara, e' anche distribuita in modo strano sul pianeta. O meglio: non e' distribuita in modo uniforme e ci sono terre che sono completamente aride e ce ne sono altre dove apparentemente l'acqua e' piu' abbondante. L'acqua arriva a scrosci improvvisi, puo' arrivare con piogge violente in alcune situazioni oppure puo' mancare del tutto.
Ecco, quindi, una risorsa che in realta' l'umanita' ha imparato, nel corso della sua storia, ad amministrare saggiamente. Non e' stata sempre sprecata dall'umanita'. Forse questo e' l'unico periodo nella storia dell'umanita' in cui noi pensiamo, i nostri figli pensano, che l'acqua esca dai rubinetti. Si apre il rubinetto e arriva l'acqua e non pensano che per portare l'acqua fino al rubinetto ci sono reti, lavori e cosi' via. E, ripeto, il problema e' quello dell'acqua bevibile, potabile. Pensate, le citta' romane erano vicine ai fiumi eppure facevano centinaia di km di acquedotti. Perche'? Perche' l'acqua del fiume non sempre e' acqua potabile, acqua bevibile. Bisogna assicurarsi una risorsa di acqua bevibile. Ecco, questa risorsa di acqua bevibile oggi e' negata per circa un miliardo di esseri umani sul pianeta. E parliamo solo degli esseri umani. E' una cifra drammatica. Si calcola che ogni giorno 300 bambini nel mondo muoiano per la mancanza di accesso all'acqua. Quindi pensate quanto sia importante, quanto sia preziosa questa risorsa.
Che facciamo noi di questa risorsa? Prendiamo l'esempio di una citta' come Firenze, posta vicino all'Arno: la risorsa d'acqua di Firenze e' il fiume, noi prendiamo l'acqua dal fiume e la rendiamo potabile. Siamo bravissimi, la rendiamo potabilissima, viene fuori un'acqua perfetta, bevibile, a costi che non vi dico... e che facciamo di quest'acqua? La diamo alla citta', che la prende e la riscarica nei gabinetti.
Non la beve quasi per niente perche' beve acqua minerale. La usa per lavarsi e la ributta dentro il fiume. E questo e' un ciclo di spreco delle risorse. A voler inventare un modo migliore per sprecare le risorse e per dare uno schiaffo all'umanita' che soffre per mancanza di acqua potabile, poteva essere solo questo.
Ecco: l'acqua si spreca. E si spreca anche negli acquedotti. E' considerato fisiologico un acquedotto che perde il 40% di acqua... pensate, il 40% di acqua potabile, quindi sana, bevibile. L'acquedotto pugliese ne spreca tranquillamente l'80% ed e' un dato considerato, per l'acquedotto pugliese, normale.
L'acqua si puo' produrre, si puo' realizzare ormai, scientificamente, in qualsiasi situazione del pianeta, ed e' acqua bevibile. Diciamo che il costo al metro cubo, il costo di mille litri di acqua prodotta in vari modi (con la dissalazione marina, per osmosi inversa, per condensazione, anche con le grandi dighe, diciamo, con gli sbarramenti, con l'acqua di captazione) e' di circa 40 centesimi: con 40 centesimi si possono produrre 1000 litri di acqua bevibile potabile. Invece sapete tutti quanto costa un litro di acqua minerale. Arriva fino a 2 euro al litro. Quindi vuol dire che con il costo che noi paghiamo per una bottiglia di acqua in realta' si possono produrre 4mila litri di acqua. Noi paghiamo una bottiglia il valore di 4 mila litri di acqua. Cominciate a capire perche' c'e' tutto questo gioco sull'acqua? Perche' ci sono dei profitti immensi. L'acqua e' oggi l'elemento su cui si fanno i piu' grandi profitti. Altro che petrolio, altro che uranio: l'acqua!
Non costa veramente nulla fare una bottiglia di acqua, una bottiglia di acqua minerale... che oggi non e' minerale per niente perche' le falde sono piu' inquinate dell'acqua sanitata dagli acquedotti. L'acqua minerale non esiste piu', perche' le falde superficiali sono tutte inquinate, quelle profonde stanno sparendo e sono fossili, falde geologiche.
Ci vendono questa bottiglia di acqua ed e' la stessa che noi abbiamo dal rubinetto, quella la paghiamo ancora 40 centesimi per mille litri, questa la paghiamo 2 euro al litro.
Questa e' la situazione. Cosa dovremmo fare?
Evidentemente non dovremmo buttare l'acqua potabile nella toilette, non dovremmo utilizzare l'acqua potabile per lavarci... anche per dare un segnale al resto del mondo. Evidentemente dovremmo insegnare a bere l'acqua di rubinetto, a non bere acque minerali. Tutte le acque minerali sono in mano alle multinazionali. Non esiste piu' una fonte locale di acqua minerale che non sia Nestle' o Coca-Cola. In Messico l'acqua e' distribuita dalla Coca-Cola. Con le grandi montagne che ha il Messico!
Se provate ad aprire una fabbrica di imbottigliamento di acqua minerale sarete subito bloccati dalle multinazionali. E' impossibile. Non avrete accesso al mercato delle acque minerali. E' l'affare del millennio ed e' anche il problema del millennio. Perche' appunto la gente muore di acqua.
Ai vertici, ai forum mondiali a cui abbiamo partecipato, le multinazionali erano pronte a proporre centrali nucleari in riva al mare, grandi sistemi per dissalare l'acqua marina e via, vendiamo l'acqua alla gente! Ad Algeri hanno proposto: vi facciamo un dissalatore di acqua potabile dal mare, non vogliamo soldi, non vi vendiamo nemmeno l'impianto, vogliamo solo poter vendere e commercializzare il prodotto. Ecco, sanno che e' un elemento strategico. Domani potranno fare il prezzo che vogliono perche' avere in mano l'acqua e' avere in mano la vita.
Quindi questo e' un bene fondamentale. Noi dobbiamo certo abituare le popolazioni a non sprecarlo, come fatto di costume, di etica. Straordinario e' quello che e' stato fatto qui, che ha fatto Jacopo, con i riduttori di flusso per ridurre il consumo di acqua, e insegnando a utilizzare meno acqua. Ma il grande spreco viene soprattutto dall'agricoltura.
Noi buttiamo il 70% della nostra acqua nell'agricoltura. Quindi, e' certamente importante informare la popolazione, abituarla a non sprecare, ma anche cambiare modello agricolo, che oggi e' basato sullo spreco dell'acqua. Noi innaffiamo continuamente i campi, che hanno bisogno di essere innaffiati perche' fitofarmaci e pesticidi hanno reso i suoli delle colture assolutamente artificiali, superfici artificiali che hanno bisogno di acqua per essere sempre alimentati, abbiamo tolto tutte quelle piante che invece nella tradizione e nel passato potevano fruttificare anche con poca acqua. E naturalmente i prodotti erano piu' buoni perche' le mele di una volta che non erano innaffiate erano piccole, magari brutte, pero' gustose. Le mele che si trovano adesso sul mercato sono assolutamente senza sapore. Stiamo abituando il mercato a prodotti senza gusto, che hanno solo un bell'aspetto, e che sono pieni di acqua. Esportiamo acqua quando esportiamo una mela. Quando compriamo le arance o i pompelmi da Israele, innanzitutto prendiamo dell'acqua il cui valore, in quella frutta, non c'e'. Perche' il valore di quell'acqua e' spaventoso, perche' li' viene prodotta a prezzi enormi, appunto dissalando l'acqua del mare, sprecando energia per produrre acqua. E' quindi assolutamente da rivedere il modello agricolo affinche' non sia dispendioso d'acqua. Si deve tornare a colture tradizionali, colture di nicchia, tornare soprattutto a una agricoltura non piu' basata sulle grandi superfici: ora abbiamo bisogno di grandi superfici, sempre uguali, indifferenziate, perche' devono passare i trattori e i mezzi meccanici che spianano tutto, il terreno non ha piu' gibbosita', non ci sono rigagnoli, non ci sono piu' i filari degli alberi. Quella che era la bellezza del paesaggio italiano sta scomparendo per avere superfici levigate dove si puo' innaffiare continuamente, dove possono passare i trattori, dove si possono buttare i fitofarmaci e i pesticidi.
E l'Unione Europea, fino ad ora, ha finanziato tutto questo. Adesso non succedera' piu'... teoricamente non dovrebbe succedere piu'. La nuova politica agricola europea ha stabilito che i finanziamenti andranno alla manutenzione dell'ambiente e non piu' alla produttivita'.
Questo e' stato il grande disastro dell'agricoltura europea: finanziamenti dati alla produttivita', puntare alla massima produttivita'. Abbiamo fatto prodotti che poi hanno distrutto i mercati del Terzo Mondo, perche' evidentemente l'agricoltura europea superfinanziata arriva nel Terzo Mondo a prezzi bassissimi, nel Terzo Mondo non vale piu' la pena produrre nel modo tradizionale perche' i prodotti europei costano meno: eh gia', quelli europei sono finanziati, e' chiaro che costano meno. E alla fine arrivano prodotti scadenti, anche nocivi (pensate alla mucca pazza), non gustosi e a basso prezzo che distruggono l'economia locale. Non dobbiamo piu' finanziare la produttivita' agricola pero' possiamo finanziare il paesaggio, la manutenzione del paesaggio. L'Unione Europea ha dato questi principi ma poi saranno le regioni che dovranno dare applicazione a questi principi.
Gli altri obiettivi, quali devono essere?
L'attenzione alle risorse, il non spreco di risorse (acqua prima di tutto), la protezione del paesaggio, la protezione di muretti a secco che sono quelle strutture di pietra che permettono all'acqua, quando arriva a scrosci, di non essere rovinosa, proteggono i pendii, impediscono la distruzione del suolo. I muretti a secco, questa grande bellezza del paesaggio italiano e mediterraneo.
Rifare le cisterne di captazione, le piccole ritenute, le cisterne sui tetti delle abitazioni, la captazione dell'acqua. Ecco, tutte quelle tecniche che facevano dell'agricoltura italiana un bellissimo giardino, che facevano il nostro paesaggio.
Dunque: bisogna riorganizzare il territorio con pratiche tradizionali, pratiche antiche di gestione anche riutilizzate in modo innovativo. Ma anche rifare una politica dell'abitazione che sia basata su principi diversi. Il sindaco di Londra, Livingstone, ha lanciato un allarme, non so se vi ricordate, ha detto: "Non tirate piu' lo sciacquone!" Lui non tira piu' lo sciacquone. Beh, noi, che con l'Unesco studiamo le tradizioni, e stiamo lavorando a una banca mondiale delle conoscenze tradizionali, sappiamo che c'e' un'alternativa. Non e' necessario non tirare piu' lo sciacquone.
Nello Yemen, nella citta' di Shibam, da 3 mila anni esiste un gabinetto fatto apposta per funzionare senz'acqua. Ha due vie, due buchi, uno davanti e uno dietro. I solidi vanno dietro, vengono raccolti e subito seccati (perche' non sono mischiati con i liquidi) e riutilizzati per fertilizzare i campi e le orine sono raccolte separatamente. Questo gabinetto lo abbiamo riprodotto in ceramica. Loro lo usavano scomodo, turco, pero' un'innovazione puo' renderlo contemporaneo e comodissimo. Davanti vanno le orine e dietro i solidi. Potremmo regalare anche a Livingstone questo gabinetto e dirgli: non hai bisogno di non tirare lo sciacquone, non c'e' bisogno di tirare l'acqua della toilette.
In questo campo c'e' un grande spazio per l'innovazione, per lo studio, per tecnologie diverse, appropriate, basate sul nuovo modello, un modello che non sia di espansione illimitata e distruzione delle risorse. Un modello di equilibrio, di progresso umano. Vi faccio un esempio: l'acqua secca. Si tratta di una sostanza fatta di piccoli granuli. Questi granuli vengono imbibiti di acqua, si gonfiano e hanno la proprieta' di trattenerla. I contadini, una volta, vicino alle piante mettevano delle pietre di calcare. Questi massi assorbivano l'umidita' durante la notte poi la rilasciavano piano piano alle radici. La tradizione aveva risolto il problema della siccita' per le piante.
Oppure mettevano giare di creta che si riempivano d'acqua. Si possono trovare tante soluzioni di questo tipo.
Vi racconto di quest'altra soluzione innovativa, tecnologica: si tratta di un enzima che viene messo vicino alla pianta. Ci permette di piantare un arbusto anche nel deserto e non dover star li' un anno ad innaffiarlo finche' cresce: questo infatti trattiene l'acqua che poi viene presa piano piano dalle radici. E' una soluzione straordinaria pero' nessuno l'ha ancora testata. Non so se questi granuli possono essere, alla lunga, nocivi per l'ambiente.
Ecco, che cosa ci manca adesso... Ci manca il rapporto fra tradizione, innovazione e abilitazione dell'innovazione. Abbiamo bisogno di istituti scientifici che siano capaci di testare e validare queste cose. Il processo di sviluppo da rimettere in moto deve essere un processo tra antico, passato, radici antiche, conoscenze antiche e innovazione, capacita' delle imprese di produrre innovazione, fare proposte. E' necessario che la scienza venga messa al servizio di questo aspetto e ricreare un modello produttivo, un modello di benessere, un modello di progresso umano. Io credo che l'Italia potrebbe giocare questa carta.
Con l'UNESCO stiamo cercando di riproporre ora per l'ambiente quello che abbiamo fatto con la convenzione del patrimonio mondiale per i monumenti. Per 30 anni abbiamo lavorato sui monumenti, siamo riusciti a mettere in testa alle persone il fatto che i monumenti non vanno toccati, che bisogna proteggere loro e il centro storico... Ecco, basta, questa cosa, secondo me, ormai e' andata. Ora dobbiamo fare lo stesso lavoro sul paesaggio e sull'ambiente. Dobbiamo fare la stessa campagna di sensibilizzazione: e per far questo dobbiamo parlare di queste cose, di sciacquoni, di gabinetti, dobbiamo parlare di muri a secco, di cisterne di captazione e dobbiamo ricreare un circuito virtuoso tra passato, sapienza antica, innovazione, competenza scientifica, validazione delle conoscenze e mercato. E imporre sul mercato questi prodotti. Cosi' avremo finalmente anche un paesaggio piu' sano e forse un avvenire con piu' speranze per i nostri figli.
Grazie."


 
 
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