Ancora da valutare gli effetti sui portatori di questa patologia
I campi elettromagnetici generati dai telefoni cellulari stimolano la corteccia cerebrale adiacente a essi, con potenziali implicazioni per persone che siano affette da epilessia o analoghi problemi neurologici. È quanto risulta da una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Ospedale Fatebenefratelli “San Giovanni Calibita” di Roma, diretti da Paolo M. Rossini, e pubblicata sull’ultimo numero degli Annals of Neurology.
Per quanto nel corso degli ultimi anni siano stati numerosi gli studi sui possibili effetti dell’uso dei telefonini, ma non su questo specifico aspetto.
Per il loro studio i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di volontari a campi magnetici corrispondenti a quelli degli usuali cellulari prodotti con un apparecchiatura di stimolazione magnetica transcranica. Subito prima, subito dopo e a un’ora dalle sedute sperimentali, della durata di 45 minuti ciascuna, hanno rilevato i potenziali evocati a livello della corteccia motoria.
In 12 dei 15 soggetti testati,“l’eccitabilità intracorticale era significativamente modificata, anche se l’effetto era transitorio e in capo a un’ora la situazione tornava quella precedente all’esposizione.
I ricercatori sottolineano che è prematuro trarre conclusioni sull'utilizzo dei cellulari, e sulla possibilità che tali modificazioni elettriche cerebrali determinino qualche differenza nei processi patologici da cui è eventualmente affetta l’area corticale interessata.
“È ancora da valutare – concludono i ricercatori - se l’esposizione ripetuta e a lungo termine ai campi magnetici connessa a un uso intensivo dei telefoni cellulari nella vita quotidiana possa essere di danno o di beneficio nei soggetti con patologie cerebrali.”