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Elettrosmog Troppa tv, maschi a rischio sterilità

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Allarme nella ricerca del centro Artes: uomini più vulnerabili delle donne
Nascono meno bimbi nei paesi dove si passano più ore davanti al piccolo schermo
Abitudini e stili di vita sedentari, in particolare troppa tv, influenzano la capacità procreativa: e i maschi sarebbero a rischio sterilità anche per l'eccessivo attaccamento a cellulari e computer portatili: è il risultato di una ricerca del centro Artes di Torino, specializzato nella diagnosi e nel trattamento della sterilità di coppia, che ha raffrontato i dati Eurostat del marzo 2006 relativi al consumo di televisione con i tassi di fertilità dei 25 paesi della Comunità Europea. Meno bambini per colpa della televisione, quindi? Sembrerebbe di sì, e non soltanto perché il tempo dedicato al piccolo schermo spesso viene sottratto ai momenti di intimità. Dal confronto operato da Artes emerge un dato che farà discutere: i paesi in cui si guarda più tv sono quelli in cui il tasso di fertilità è più basso. Polonia (tasso di fertilità 1.23) e Repubblica Ceca (1.22), ad esempio, sono i paesi con i tassi di fertilità più bassi, e registrano rispettivamente medie di 250 e di 214 minuti di televisione al giorno per individuo, tra le più alte in Europa. E l'Italia? Con una media di 245 minuti di televisione al giorno il nostro paese ha un tasso di fertilità di 1.33, tra i più bassi dei 25 paesi dell' Unione Europea. Al contrario, tassi di fertilità più elevati come quelli registrati in Irlanda (1.99) e nei paesi scandinavi (Danimarca 1.78, Finlandia 1.80, Svezia 1.75) si accompagnano ai più bassi consumi di televisione (solo 184 minuti al giorno per gli irlandesi, ancora meno per i danesi (167), i finlandesi (173) e gli svedesi (162). Inoltre, dagli stessi dati Eurostat, si evince che nei 25 paesi della Comunità Europea a passare più tempo davanti allo schermo televisivo sono in maggioranza uomini, e questo sembrerebbe confermare l'ipotesi di un legame tra il consumo di tv e la sterilità maschile. Ma cosa pensano di questo allarme i protagonisti del piccolo schermo? «Vero - commenta Michele Cucuzza - che il tasso di consumo della televisione in Italia è molto alto e che abbiamo un basso tasso di fertilità, ma è anche vero che negli ultimi anni le attività sportive e il consumo di palestre sono molto aumentate mentre, al contrario, il consumo di televisione è rimasto stabile. Soprattutto le fasce dei 20-35enni sono molto più attive di una generazione fa, e questo potrebbe in qualche modo contrasta con i danni di una vita troppo sedentaria». «Questi dati - sostiene Paola Ferrari, conduttrice della Domenica Sportiva - vanno presi in seria considerazione anche se i rilevamenti Auditel segnalano come qui in Italia siano le donne più che gli uomini ad avere un alto consumo di tv. È un tratto che accomuna la Rai e Mediaset, spiega la Ferrari, dove la quota femminile sfiora il 57%. Due sono le cose: o da noi i maschi sono più attivi che altrove o gli effetti negativi di una vita sedentaria colpiscono anche noi donne, il che potrebbe essere un segnale preoccupante».

www.iltempo.it
lunedì 15 maggio 2006


 
 
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