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Ecologia Greenpeace: sul web le mappe del pianeta

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Le foreste incontaminate sono ridotte ormai ad un mero 10% delle terre emerse. Contengono tutti i farmaci di cui avremo bisogno nei prossimi anni. E le stiamo distruggendo.

24 marzo 2006

Taglio illegale o distruttivo e conversione agricola le minacciano. È uno dei dati che emerge dalle nuove mappe, disponibili anche sul web, presentate oggi da Greenpeace alla Convenzione sulla Biodiversità, in corso a Curitiba (Brasile).

L'atlante delle foreste è stato redatto impiegando le più recenti immagini satellitari disponibili ad alta risoluzione, verificate con informazioni sul campo, ed offrono per la prima volta un quadro omogeneo e coerente della biodiversità forestale e marina. L'atlante, redatto da esperti di Greenpeace, mostra come 82 paesi su 148 abbiano già perso le grandi foreste primarie. Le carte indicano le foreste estese su una superficie integra minima di 500 chilometri quadrati. «Offriamo queste carte ai governi del mondo perchè le impieghino per creare un sistema globale di aree protettè ha commentato Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace.

«La mancanza di una mappatura globale è stata usata come scusa per non agire. Ora questa scusa non tiene. Greenpeace chiede una moratoria di ogni nuova attività di sfruttamento industriale nelle foreste primarie mostrate nella mappa, prima che siano compromesse per sempre».

La pubblicazione delle mappe coincide con le attività di Greenpeace per la protezione della biodiversità. Mentre indaga sui carichi di legname illegale africano di origine illegale, si batte in Amazzonia contro la distruzione della foresta da parte di imprese del legname e multinazionali della soia, mentre in Papua Nuova Guinea, con la stazione di protezione delle foreste, difende le preziose Foreste del Paradiso, demarcando le terre ancestrali dei popoli indigeni.

L'atlante delle riserve marine propone di tutelare la parte più sensibile degli Oceani. In base ai dati scientifici aggiornati, utilizzando il più esteso database di informazioni oggi disponibile, l'atlante copre il 40 per cento della superficie degli Oceani. A giugno, in Italia, sarà presentata la proposta di Greenpeace con una carta marina dettagliata per il Mediterraneo. Nel frattempo la nave di Greenpeace Esperanza sta continuando il suo viaggio attraverso gli Oceani del pianeta, per denunciare la pesca illegale e sostenere i diritti delle comunità costiere.

«È necessario preservare la biodiversità marina, a cominciare dalla protezione dei sensibili ecosistemi di profondita», ha aggiungo Alessandro Giannì, responsabile mare di Greenpeace. «Per questo Greenpeace chiede una moratoria dell'Onu sulla pesca a strascico di in profondità, che assieme ad un sistema di riserve marine e ad altre misure gestionali offra respiro ai mari e consenta un recupero degli stock ittici».

La Stampa Web 25 marzo 2006


 
 
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