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Fisiologia Cuore più giovane mangiando meno calorie

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De profundis per pasta e pane raffinati

Mangiare meno 'calorie vuote', ovvero prive di vitamine e sali minerali, allunga la vita. E mantiene il cuore giovane. È quanto emerge da uno studio condotto alla Washington University di St. Louis e coordinato da Luigi Fontana, ricercatore del Dipartimento di sanità alimentare e animale dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Attenzione però, sostengono gli esperti, a non dimenticare una regolare attività fisica. La ricerca, condotta nell'ambito di un progetto di collaborazione internazionale tra Italia e Stati Uniti, verrà pubblicata il 17 gennaio sul 'Journal of American College of Cardiology'. Gli scienziati hanno arruolato 25 volontari sani, che per circa 7 anni hanno 'praticato' una dieta ipocalorica: in media 1.700 calorie al giorno. Il gruppo di controllo era costituito da altrettanti individui, con un regime alimentare tipico occidentale, ricco di cibi raffinati e processati: all'incirca 2.500 calorie al giorno, di cui il 17% fornito da proteine, il 52% da carboidrati e il 31% da grassi. La dose quotidiana di sale era inferiore nel primo gruppo, circa 2,6 grammi, contro i 3,4 grammi dell'altro. Nessuno fumava, ne' assumeva anti-ipertensivi o farmaci per abbassare la quantità di lipidi nel sangue o soffriva di malattie croniche. Lo studio ha dimostrato per la prima volta come mangiando meno calorie 'vuote', ovvero prive di vitamine e sali minerali, è possibile rallentare il fisiologico invecchiamento del tessuto cardiaco. ''Il cuore di chi pratica un regime equilibrato di restrizione calorica - sottolinea Fontana - è più giovane, elastico ed efficiente di quello di persone che seguono una tipica dieta occidentale, con un elevato apporto calorico''. ''La cinetica di rilasciamento del ventricolo sinistro, un noto marcatore d'invecchiamento primario - spiega - nei soggetti che mangiano meno calorie vuote è paragonabile a quello di persone più giovani di almeno 10-15 anni''. I meccanismi che spiegano questo legame di causa-effetto tra la restrizione calorica e la longevità non sono ancora del tutto chiari, ma ''questo studio in particolare - prosegue il ricercatore - ci ha permesso di osservare come la restrizione calorica eserciti un effetto benefico nel ridurre i livelli d'infiammazione e di fibrosi, fattori che se non controllati determinano a lungo andare un accelerato irrigidimento del tessuto miocardico''. Mangiar meno e meglio, dunque, favorisce la longevità, aiutando oltretutto a invecchiare in salute. Attenzione però: ''la restrizione calorica - conclude Fontana - deve essere associata a una dieta bilanciata e ricca di nutrienti, oltre che a una regolare attività fisica, perché ridurre le calorie mangiando male causa gravi malattie ed accelera l'invecchiamento''.

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