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Tumori Teflon cancerogeno?

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Rischio in cucina a causa delle pentole antiaderenti. Rettifichiamo un articolo precedente.
L'Agenzia americana di protezione ambientale ha accertato che l'acido perfluoroctanico utilizzanto nella produzione del teflon rimane nel sangue per 4 anni. Entro il 2015 i produttori dovranno cessare la produzione. Nel frattempo: attenzione alle pentole antiaderenti.

L'EPA (Enviromental Protection Agency) ha ufficialmente chiesto ai colossi 3M, DuPunt e altri di sospendere progressivamente la produzione e l'utilizzo del PFOA (acido perfluoroctanico) entro il 2015. Secondo quanto accertato dalle autorità ambientali americane, questo prodotto (utilizzato per la produzione del teflon e utilizzato in molti prodotti tra i quali le pentole antiaderenti) lascia tracce nel sangue umano. Le ricerche della 3M, uno dei principali produttori, avevano evidenziato che l'esposizione continuata a questa sostanza chimica puo' provocare danni al sistema riproduttivo e al fegato dei topi utilizzati come cavie.

L'EPA ha trovato questi residui anche in molte persone, e non solamente nelle cavie di laboratorio. Secondo uno studio divulgato dal WWF e da Greenpeace, il PFOA è stato individuato nei cordoni ombelicali e nel sangue delle donne incinte.


Padelle antiaderenti a rischio
Il teflon (prodotto tramite il pfoa) viene utilizzato nelle pellicole delle padelle antiaderenti. Secondo la DuPont ovviamente le pentole e i prodotti in generali fatti con i propri materiali sono sicuri e, casualmente, non sarebbero stati accertati danni per l'uomo. Peccato che sempre la DuPont abbia sborsato centinaia di milioni di dollari per patteggiare delle controversie legali sorte a causa dei residui del PFOA ritrovati nelle faglie acquifere e per aver taciuto informazioni importanti.

Dupont vs Ambiente
La Dupont, il più grosso produttore mondiale, è da anni al centro di controversie legali legate al PFOA.

Il film con
Julia Roberts
La vera
Erin Brockovich Nel 2005 la Dupont ha sborsato oltre 85 milioni di dollari agli abitanti della West Virginia e dell'Ohio che le avevano intentato causa dopo aver trovato residui di questo acido nell'impianto idrico dal quale si attingevano acqua potabile, in modo da chiudere la controversia legale. Un episodio molto simile alla trama del film Erin Brockovich (regia di Steven Soderbergh) dove Julia Roberts interpreta un attorney che indaga su una multinazionale che inquina le faglie acquifere.
Alla fine del 2005 sempre la Dupont ha patteggiato una causa intentatagli dall'EPA per aver taciuto informazioni importanti sui rischi provocati dal PFOA e sui residui dell'acido ritrovato nelle faglie acquifere. Costo del patteggiamento: 16,5 milioni di dollari.

Sembra uno scenario da libro di John Grisham, ma si tratta di una realtà abituale dell'economia mondiale: per una multinazionale con un fatturato di miliardi di dollari i consumatori finali sono importanti solo come acquirenti e non come soggetti di salute. Informazioni importanti vengono taciute, la multinazionale è disposta a spendere milioni di dollari per poter continuare quell'attività, spetta al consumatore scoprire le falle del sistema ed imparare ad ascoltare le poco conosciute informazioni di WWF, Grenpeace, Associazione consumatori, ecc. in luogo delle pubblicità martellanti.
In mancanza di studi univoci al 100% qualche breve considerazione sulle padelle antiaderenti: perchè utilizzare un prodotto realizzato con un materiale considerato dannoso per l'uomo? Perchè le associazioni ambientali hanno puntato il dito non contro i prodotti della DuPont o della 3M bensì contro uno specifica serie di prodotti, ossia quelli che utilizzano il teflon realizzato con l'acido PFOA? EPA e GreenPeace hanno esortato i produttori dismettere la produzione di questo acido e a trovare un prodotto sostitutivo. A voi le conclusioni. Nel dubbio provate a pensare a una televendita dove Wanna Marchi vende delle pentole antiaderenti.... [Franco Baldisserri - http://www.magnaromagna.it]. Gruppo di discussione. Tra le fonti di testi e immagini: Reuters, GreenPlanet, DuPont.com. Articolo riproducibile solamente insieme al link a questo sito.


 
 
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