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Infanzia Attenzione agli occhiali nei bambini

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Attenzione a non cadere nella trappola degli occhiali "da riposo". Non esistono. Serve l'occhiale che migliora la messa a fuoco nell'anziano, ma mai nel bambino. La vista è un senso che va sempre stimolato perché si sviluppi al meglio. L'occhiale è da utilizzare se esiste un difetto visivo, negli altri casi va evitato.

di Lucia Munna

Nel periodo scolastico talvolta i bambini si lamentano di avere "male agli occhi". Un fastidio così vago allarma i genitori che non sanno darsi una spiegazione né, di conseguenza, sanno immaginare una soluzione.
"Si tratta di un sintomo per lo più legato ad una risposta ad agenti esterni", spiega Paolo Nucci, oculista, docente all'Università di Milano, "spesso causato da alterazioni del film lacrimale, proprie delle condizioni allergiche o tossiche. Un'altra ragione possibile è il risentimento sinusitico che tipicamente coinvolge l'arco sopraciliare". Ma si può anche ipotizzare, suggerisce Marcello Minicucci, oculista pediatrico di Pescara, "un modesto difetto rifrattivo come l'astigmatismo nel caso si associ alla fotofobia, oppure alla ipermetropia se il bimbo ha l'errata abitudine di avvicinarsi troppo al libro di lettura".
In genere il bambino difficilmente riferisce i propri malesseri: se il problema si ripresenta più di tre volte in un mese è necessario un controllo specialistico. In ogni caso, sono diversi i comportamenti che affaticano l'occhio: applicarsi nello studio, usare il computer, stare davanti alla tv, giocare con il gameboy... "Volendo stilare una graduatoria", sostiene Minicucci "il game-boy è senza dubbio tra gli strumenti più nocivi, seguito dal computer e dalla tv. Quasi innocuo, invece, il libro. Per contrastare questi danni, che ormai fanno parte del vivere quotidiano infantile, è molto utile l'attività sportiva, in parte perché distoglie dall'utilizzo di questi strumenti, in parte perché sollecita positivamente lo sviluppo del sistema visivo".
Anche alcuni atteggiamenti e condizioni che si verificano durante lo studio possono influenzare negativamente la salute dell'occhio. In primo luogo le distanze: avvicinarsi troppo ai libri (mai meno di 30 cm) oppure inclinare la testa da un lato impedendo alla schiena di appoggiarsi correttamente alla sedia. L'illuminazione, poi, ha un ruolo fondamentale. Deve provenire da un lato - in genere dalla sinistra oppure dalla destra nei mancini - opposto a quello della mano con cui si scrive. Altre problematiche derivano dai tempi di esposizione: l'uso del computer va limitato a intervalli di trenta minuti stando a 45 cm di distanza, mentre la distanza appropriata dalla tv è di tre metri. Ancora più restrittive le raccomandazioni sul gameboy, per via dello schermo a cristalli liquidi, in genere piccolo e poco visibile. In questo caso è bene non superare mai i dieci minuti di uso per volta.
"Di sicuro l'impegno e l'attenzione dei bambini di oggi, che vivono di computer e videogiochi, non ha eguali", riflette Nucci, "anche se solo pensiamo al tempo trascorso davanti al televisore che aveva la generazione precedente. Il segreto è riposare il proprio sistema accomodativo rispettando pause di 5 minuti ogni ora di impegno visivo. Dato che l'impiego del pc nei bambini non è obbligatorio, suggerirei di non consentire ai propri figli il suo utilizzo insieme a quello di videogiochi e gameboy per più di un'ora al giorno. La rarità dell'ammiccamento (ossia lo sbattere delle palpebre, n.d.r.) è sempre causa di alterazioni del film lacrimale, sia in età pediatrica che nei videoterminalisti".
"Ma se dovessi indicare la causa che provoca più danni, non avrei dubbi", conclude il professore, "è l'inquinamento. In particolare quello determinato dalle polveri sottili, e ancor di più da quelle prodotte dai motori diesel. La sensibilità verso i danni alla salute in particolare dei bambini dell'inquinamento è ancora poco pronta ed acuta in Italia, al contrario di altre nazioni limitrofe come la Svizzera. Da noi si pensa di risolvere il problema con dei palliativi come il blocco del traffico domenicale".

La repubblica salute


 
 
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