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Ecologia Parkinson e tossine ambientali

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Confermata la relazione coi pesticidi


In uno studio che conferma una relazione fra i prodotti chimici agricoli e la malattia di Parkinson, due gruppi di ricercatori hanno trovato nuove prove che la perdita di DJ-1 - un gene associato al morbo di Parkinson ereditario - porta a una forte sensibilità all'erbicida paraquat e all'insetticida rotenone. Le due ricerche sono state effettuate sul moscerino della frutta Drosophila, un organismo modello molto usato nello studio delle malattie umane, e gettano nuova luce sulle connessioni biologiche fra le forme ereditarie e quelle sporadiche del morbo di Parkinson. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Current Biology".
Il morbo di Parkinson, uno dei disturbi neurodegenerativi più comuni, colpisce sia in forma sporadica che come risultato della trasmissione di una singola mutazione genetica. Studi precedenti avevano rivelato che una forma ereditaria di Parkinson dipende dalla perdita di funzionalità di un gene chiamato DJ-1. Il moscerino della frutta possiede due versioni di questo gene e i ricercatori hanno simulato la malattia umana cancellandone una - o entrambe - dal DNA dell'insetto.
Nancy Bonini dell'Università della Pennsylvania e colleghi hanno scoperto che i moscerini privi di entrambe le forme di DJ-1 risultano normali in condizioni standard ma, se esposti ad agenti agricoli che causano danni ossidativi, come il paraquat e il rotenone, esibiscono una forte vulnerabilità che può essere fatale.
Kyung-Tai Min del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS) degli Stati Uniti e colleghi hanno invece scoperto che la perdita di funzionalità di una forma del gene, DJ-1b, provoca un incremento compensativo nell'espressione dell'altra forma, DJ-1a. Questi insetti sono caratterizzati da una maggior sopravvivenza dei neuroni dopaminergici e da una resistenza allo stress ossidativo causato dal paraquat, ma sono anche più sensibili al trattamento con il perossido di idrogeno.
Insieme, i due studi indicano che i geni DJ-1 della Drosophila - e forse anche quelli dell'uomo - svolgono ruoli importanti nella sopravvivenza dei neuroni dopaminergici e nella risposta allo stress ossidativo cellulare. Inoltre, suggeriscono l'uso di DJ-1 come potenziale target terapeutico per il trattamento del morbo di Parkinson.

Marc Meulener, Cecilia E. Armstrong-Gold, Nancy M. Bonini, Alexander J. Whitworth, Leo J. Pallanck, Patrizia Rizzu, Peter Heutink, Paul D. Wes, "Drosophila DJ-1 mutants are selectively sensitive to environmental toxins associated with Parkinson's disease". Current Biology, Vol. 15, pp. 1572–1577 (6 settembre 2005). DOI 10.1016/j.cub.2005.07.064

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