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Farmaci Gli effetti degli psicofarmaci

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Danni a non finire, ma sono sempre più usati. Perchè il mal di vivere avanza.

I neurolettici prescritti per la schizofrenia, chiamati anche antipsicotici, furono sintetizzati dai francesi per "intorpidire il sistema nervoso durante le operazioni chirurgiche". Gli psichiatri impararono molto presto che in alcuni pazienti questi psicofarmaci possono provocare i sintomi del morbo di Parkinson e dell'encefalite letargica.

Le sostanze psicotrope danneggiano il sistema extrapiramidale (EPS), quella vasta e complessa rete di fibre neurali che regolano le funzioni generali del corpo; ci si ritrova, in definitiva, con rigidità dei muscoli, spasmi, svariati movimenti involontari.

La discinesia tardiva, invece, è l'incapacità permanente di controllare il movimento di labbra, lingua, mascelle, dita delle mani e dei piedi e altre parti del corpo: fu riscontrata nel 5% dei pazienti entro un anno dall'inizio della terapia a base di neurolettici.

D'altra parte, i ricercatori e la psichiatria conoscono il rischio della sindrome neurolettica maligna, una reazione tossica potenzialmente letale caratterizzata da febbre, confusione, agitazione, rigidità estrema. Negli Stati Uniti ha ucciso circa 100.000 persone.

Per contrastare una simile pubblicità negativa, gli articoli pubblicati dalle riviste mediche esaltavano regolarmente i benefici dei nuovi psicofarmaci glissando abilmente sui rischi. Whitaker afferma che negli anni '50 le informazioni sui nuovi psicofarmaci diffuse ai medici e al pubblico in generale erano manipolate: "Naturalmente questa manipolazione dell'opinione fu determinante per presentare i neurolettici come farmaci antischizofrenici sicuri per il malato di mente".

Tuttavia i risultati di altre ricerche indipendenti erano preoccupanti. In uno studio durato otto anni, l'OMS scopri che in tre paesi economicamente sottosviluppati i pazienti "miglioravano molto di più che negli Stati Uniti e in altri quattro paesi sviluppati". Dopo cinque anni, "il 64% dei pazienti nei paesi poveri non aveva più sintomi e stava bene. Per contro, solo il 18% dei pazienti nei paesi ricchi stava bene".

Gli psichiatri occidentali ribatterono che le persone che vivono in paesi sottosviluppati semplicemente non soffrivano di schizofrenia proprio per niente. Tuttavia, in un secondo studio successivo con lo stesso criterio diagnostico si ottenne la medesima conclusione. Mentre nei paesi sottosviluppati solo al 16% dei pazienti vennero somministrati farmaci neurolettici, nei paesi sviluppati, la percentuale era del 61%.
I farmaci neurolettici chiaramente mostravano un risultato inferiore nei paesi occidentali.
L'esperienza nei paesi occidentali, inoltre, mostra che il tasso di ricaduta era più basso per pazienti a cui non venne somministrato il farmaco rispetto ai pazienti a cui il farmaco venne somministrato.

L'APA inviò una lettera di avvertimento ai propri membri soltanto nel 1985 e soltanto dopo numerose cause legali molto pubblicizzate in cui fu constatata la "negligenza di psichiatri e delle loro strutture per non aver avvisato i pazienti del rischio, con risarcimenti che in un caso raggiunsero i tre milioni di dollari".

La ragione di questo silenzio non ha nulla a che fare la pratica della medicina. L' iniziale investimento in clorpromazina [un neurolettico] nel 1954 era di 350.000 dollari. Nel 1970 stava già generando entrate per 116 milioni di dollari l'anno.

Sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che i neurolettici "causano frequentemente danni irreversibili al cervello minacciò di sradicare l'albero della cuccagna", afferma Whitaker. In risposta a questo, negli anni '90 vennero introdotti nuovi farmaci "atipici" [non usuali; avevano meno effetti sul sistema EPS] per la schizofrenia; questi promettevano effetti collaterali più miti.

Purtroppo i nuovi psicofarmaci atipici hanno effetti collaterali perfino più seri: cecità, coagulazione sanguigna, aritmia (irregolarità del battito cardiaco), infarti, rigonfiamenti e perdite dal seno, impotenza e disfunzione sessuale, disturbi del sangue, eruzioni cutanee dolorose, colpi apoplettici, difetti nei neonati ed estrema angoscia e inquietudine interiore.

Tuttavia uno di questi farmaci atipici era già stato testato negli anni '60 ed erano stati rilevati i seguenti effetti collaterali: spasmi, sedazione intensa, bava alla bocca, costipazione, incontinenza, aumento di peso, arresto respiratorio, crisi cardiaca e (raramente) morte improvvisa. Dopo la sua introduzione in Europa, negli anni '70, il farmaco fu ritirato quando si scoprì che in circa il 2% dei pazienti causava anche agranulocitosi, una riduzione dei globuli bianchi potenzialmente letale.

Il 20 maggio 2003, il New York Times riportò che gli atipici possono causare il diabete,
"in alcuni casi possono portare alla morte". Il dottor Joseph Deveaugh-Geiss, un professore consulente di psichiatria alla università di Duke, disse che esteriormente il diabete "ha dei sintomi alquanto simili a quelli riscontrati 25 anni fa nella discinesia tardiva".

Nel maggio 2003, uno studio degli atipici su 17 ospedali per ex militari veterani, ha rilevato che i farmaci antipsicotici costano da 3.000 a 9.000 dollari e oltre per paziente, con nessun beneficio per i sintomi, mentre facilitano malattie simili al morbo di Parkinson come effetto collaterale e non producono alcun miglioramento della qualità della vita nel suo complesso.

Nel 2000, in America la vendita totale annuale di psicofarmaci è stata di 4 miliardi di dollari. Per la fine del 2003 le vendite hanno raggiunto gli 8,1 miliardi di dollari.

Oggi, la psichiatria si aggrappa tenacemente agli psicofarmaci come trattamento alla "schizofrenia", nonostante i loro provati rischi e a dispetto di studi che mostrano che quando i pazienti smettono di usare gli atipici essi migliorano.

www.nopsich.it


 
 
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