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Circa il 10% dei pazienti si infetta in ospedale
In Italia circa 500 mila pazienti su 9 milioni e mezzo di ricoverati l'anno, si ammalano per un' infezione in ospedale, una percentuale che corrisponde al 5-20% degli ospedalizzati.
Mentre la mortalita' per infezione ospedaliera si stima intorno al 3%.
Lo ha reso noto il Ministro della Salute Girolamo Sirchia, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare dell'onorevole Aldo Perrotta di Forza Italia, volta a chiarire le misure adottate per far fronte a queste
infezioni.
I sistemi di sorveglianza sulle infezioni ospedaliere sono, secondo quanto lo stesso Ministro ha scritto, ancora piuttosto scarsi, soprattutto perche' gli studi condotti in materia indicano che e' possibile prevenire il 30% di queste infezioni.
Tra le misure che Sirchia intende portare avanti c'e' l'attivazione comitati di controllo per la lotta alle infezioni nelle singole strutture ospedaliere. L'idea di costituire questi comitati risale in realta' al 1998, quando il Ministero della Salute ha emanato una circolare affinche' ogni ospedale ne fosse provvisto. Tuttavia, secondo una recente indagine dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss), solo il 50% dei 428 ospedali monitorati, se ne era effettivamente dotato.
Nel 2003 il Ministro Sirchia ha poi istituito con un decreto una commissione tecnica sul rischio clinico per valutare misure organizzative che possano far fronte al problema delle infezioni ospedaliere, come setticemie, polmoniti, e infezioni da catetere. Un documento prodotto da questa commissione, il 'Risk management in sanita': il problema degli errori', conterebbe secondo Sirchia una raccolta di utili raccomandazioni. Il documento, a luglio dell'anno scorso, e' stato mandato a tutte le Regioni e pubblicato sul sito. Un gruppo tecnico, ha scritto Sirchia, si occupera' infine di valutare l'efficacia degli interventi per arginare quello che il Ministro stesso ha definito ieri 'una sfida rilevante alla salute pubblica'.
Tra gli agenti responsabili delle infezioni ospedaliere ci sono batteri multiresistenti come Staphilococcus aureus, Pseudomonas, Escherichia coli e Acinetobacter baumanii. In genere le infezioni ospedaliere hanno la piu' alta incidenza nei reparti di terapia intensiva e sono, per ammissione dello stesso Ministro, 'un fenomeno diffuso'.
Tra le misure da adottare prioritarie secondo Sirchia c'e' la necessita' di una sorveglianza attiva, e l'aumento delle misure di igiene personale e ambientale, 'con particolare riguardo al lavaggio delle mani del personale sanitari'. Ma anche, sottolinea Sirchia, una corretta gestione del paziente che se necessario deve essere rapidamente isolato.(ANSA).
Mercoledì 9 Marzo 2005, 10:32
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