Chi considera l'energia idroelettrica come una fonte pulita, che non emette gas serra, si sbaglia.
Anche le dighe hanno un ruolo importante nell'accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre. A svelare lo "sporco segreto" di questa fonte energetica è una ricerca realizzata da Philip Fearnside dell'Istituto nazionale brasiliano per la ricerca sull'Amazzonia.
In uno studio che sarà pubblicato sulla rivista "Mitigation and Adaptation Strategies for Global Change", Fearnside stima che le emissioni causate dalla diga brasiliana di Curuá-Una siano state tre volte e mezza quelle che si sarebbero avute generando la stessa quantità di energia dal petrolio. Questo perché la creazione del bacino idroelettrico ha causato l'emissione di grandi quantità di anidride carbonica dalle piante che sono marcite a causa dell'acqua. Inoltre, le piante che hanno iniziato a decomporsi sul fondo del bacino hanno prodotto grandi quantità di metano, che attraverso il passaggio dell'acqua nelle turbine della diga è stato disperso nell'atmosfera.
I cambiamenti stagionali nel livello delle acque, poi, fanno sí che non ci sia mai carenza di vegetazione che si decompone sul fondo del bacino. Insomma, in ultima analisi, dalla diga vengono emesse nell'atmosfera grandi quantità di metano, un gas la cui potenzialità da effetto serra è 21 volte maggiore di quella dell'anidride carbonica.
Questa scoperta ha anche un notevole peso politico. Nel 2006 infatti si deciderà probabilmente di non considerare più una fonte energetica libera dalle emissioni di gas serra l'idroelettrico. Però a quanto pare si terrà conto solo dei primi dieci anni di attività delle dighe e non si prenderanno in considerazione le emissioni di metano. Se invece questo avvenisse, paesi tropicali che si basano sull'idroelettrico potrebbero vedere aumentate le loro emissioni di gas serra. Per il Brasile ad esempio queste salirebbero del 7%.