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Alimentazione Obesità mondiale

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E' solo un problema di alimentazione

Non bastava essere global, ora siamo anche globesi. Cioè ciccioni su scala planetaria. II termineglobesity, obesità mondiale, l'ha inventato l'Oms, che lancia l'allarme: l'epidemia del grasso si diffonde a una velocità allarmante, dai Paesi occidentali a quelli in via di sviluppo, dove convive con la malnutrizione. Nel '95, nel mondo, gli obesi erano 200 milioni, cui andavano aggiunti altri 18 milioni di bambini in sovrappeso. Nel 2000, gli adulti obesi avevano superato i 300 milioni, di cui oltre un terzo nei Paesi poveri. A dicembre 2001. le autorità sanitarie Usa hanno rivelato che presto il peso ucciderà più del fumo, e che addirittura troppo grassi si nasce, al punto che c'è un boom di cesarei. Dati resi noti pochi giorni fa a Boston dall'American Association for the Acivancement of Science non lasciano dubbi: è obeso il 18% della popolazione mondiale.

'In sette anni c'è stato un aumento del 50%', spiega Marquisa La Valle, antropologa sociale dell'università di Rhode Island. 'Finora abbiamo pensato che il problema numero uno dei Paesi in via di sviluppo fosse la mancanza di cibo. Ma ora scopriamo che, in molti di essi, alcuni cittadini sono malnutriti, altri seriamente sovrappeso'. Secondo il rapporto sullo Stato dell'insicurezza alimentare mondiale 2001 della Faci, le persone sottoalimentate sono 815 milioni, di cui la stragrande maggioranza nei Paesi poveri, dove continuano ad aumentare. L'obiettivo che l'Onu si era prefissato per il 2015, diminuire di 20 milioni all'anno gli affamati, sembra già essere stato clamorosamente mancato. Ma accanto a loro, aumentano gli obesi: per la prima volta, il numero dei sovrappeso sfida quello dei sottopeso. Com'è possibile?


Secondo la lotf, International Obesity Task Force, voluta dall'Oms per studiare il problema e il suo impatto sulle economie mondiali, la 'colpa' è del maggior benessere dovuto a sviluppo e globalizzazione. Avrebbe portato, in molte nazioni, un'alimentazione ipercalorica ma povera di vitamine (il cheap food, che sazia ma non nutre) e uno stile di vita molto più sedentario, perché la gente tende a vivere in città e ha qualche forma di tecnologia a disposizione. Risultato: in soli tre anni, il numero dei cinesi in sovrappeso è passato dal 10 al 15%. In Brasile e Colombia si arriva al 40%, in Sudafrica il 44% delle donne nere è clinicamente obeso. Perfino nell'Africa subsahariana, dove da sempre vivono i più affamati della terra, l'obesità aumenta, soprattutto tra le donne nelle aree urbane. Nelle isole del Pacifico Western Samoa sono obesi 7 maschi su dieci.
Le conseguenze? Molto più che estetiche. L'obesità accorcia le aspettative di vita e aumenta disturbi respiratori, problemi muscolo-scheletrici, infertilità, ipertensione, malattie cardiache e certi tumori. Moltiplica la ''diabesità', nuovo termine coniato dai medici per identificare il cocktail micidiale di diabete e obesità. A questo si aggiungono le conseguenze psicologiche: chi è obeso si sente discriminato socialmente, ha scarsa autostima, soffre di ansia o depressione da tre a quattro volte in più rispetto alla media. Insomma, una catastrofe sanitaria. Naturalmente, dal costo pesante: tra diagnosi, trattamento e gestione dei problemi che genera, l'obesità risucchia tra il 2 e I'8% del totale della spesa sanitaria nei Paesi occidentali, secondo la loft. Se poi si vedono i costi indiretti (perdita di salari e produttività), le cifre diventano ancora più impressionanti. Per l'Italia è stato calcolato che i costi superino i 22 milioni di euro, di cui la metà a carico del sistema sanitario nazionale.

Dichiara Alessandro Sartorio, primario endocrinologo presso l'Istituto auxologico italiano e autore, con Giancarlo Silvestri, di Obesità: per saperne di più (Edra): 'Un italiano su tre è in sovrappeso, quasi uno su dieci obeso. II problema è più diffuso negli strati sociali meno abbienti e nel Centro-Sud. Sta aumentando tra bambini e adolescenti, e chi è obeso da piccolo ha alte probabilità di restarlo da adulto'. II sovrappeso, è maschio, la grande obesità (ma anche il sottopeso) femmina, l'obesità unisex. Secondo il terzo rapporto sull'obesità in Italia preparato dall'Auxologico, tra gli uomini il 48% è in sovrappeso, e, 15 obeso; tra le donne, 36 e 21. 'Nel 40% dei casi, l'obesità dipende da fattori genetici e non da i comportamenti alimentari. Però si può guarire. Bisogna essere molto motivati, e poter contare su una rete di supporto: day hospital, centri che seguano costantemente il paziente. Dieta ed esercizio fisico non bastano, servono sostegno psicologico e rieducazione nutrizionale, in molti casi anche farmaci'.
Valentina Carluccio

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