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Uomini e topi
Prenditi un pò di tempo perchè è lungo, ma non potevamo non pubblicare il giusto omaggio alla trasmissione Report del 24 ottobre 2004 sulla vivisezione. Con molteplici attacchi anche alle industrie farmaceutiche che introducono sul mercato farmaci tossici solo perchè non dannosi agli animali
UOMINI E TOPI
di Chiara Baldassari
Giovanna Boursier "Uomini e topi" venerdì 22 ottobre 2004 ore 21:00 - Rai 3
MILENA GABANELLI IN STUDIO
E adesso l’inchiesta di oggi : la sperimentazione animale. Nel nostro paese ogni anno circa 1 milione di animali vengono utilizzati per lo studio delle malattie per imparare a fare i medici e operare e per sperimentare la tossicità di farmaci o altre sostanze da immettere sul mercato.
Succede così in tutto il mondo. E in tutto il mondo ci sono associazioni di medici e attivisti che invece sostengono l’inutilità della sperimentazione animale e la crudeltà con cui gli esperimenti vengono condotti, solo in italia queste associazioni sono almeno una ventina. Giovanna Boursier e Chiara Baldassari hanno cercato di capire.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Centro ricerche di Nerviano, vicino a Milano. Qui ogni anno arrivano 240 macachi, specie protetta e importata dalle Mauritius. Prima questo stabilimento era di Pharmacia, una multinazionale farmaceutica che li usava per ricerche sul cancro. Poi hanno venduto a Pfizer che a sua volta ha ceduto ai frati della Sacra congregazione dei figli dell’immacolata. Cosa ne facciano delle scimmie non si sa. Perché qui nessuno vuole parlarne e all’ingresso, protetto da telecamere e filo spinato, non ci lasciano nemmeno avvicinare.
ROBERTO CAVALLO - coordinamento anti Pharmacia
L’ultimo carico di 120 macachi è arrivato all’aeroporto della Malpensa non più tardi di una diecina di giorni fa..
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
San Polo d’Enza, Reggio Emilia, qui c’è un grande allevamento di animali da laboratorio, Morini. Allevano soprattutto cani beagles destinati alla ricerca. Qui chiamano i carabinieri.
AUTRICE
Sono una giornalista che vuole suonare un citofono!
CARABINIERE
Non ci metta in difficoltà, voi mi mettete in difficoltà!
AUTRICE
Ma perché non possiamo vedere il vostro allevamento?
ALLEVAMENTO MORINI
Per questioni igieniche, per altri motivi, anche perché non è una cosa pubblica. Per altri motivi, ma perché dobbiamo andare sulla stampa solo noi. O no?! Noi sulla stampa ci siamo andati diversi anni, cominci un po’ con gli altri.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Chi è riuscito ad entrare ha trovato questa situazione.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Qui al policlinico Gemelli il professor Picciocchi ha l’autorizzazione per utilizzare 250 maiali per esercitazioni chirurgiche. Questo è lo stabulario dove dovrebbero esserci i maiali. Ma non ci sono!
Quindi quando diceva vi faccio vedere lo stabulario era lo stabulario vuoto?
AURELIO PICCIOCCHI - primario chirurgia sperimentale policlinico Gemelli, Roma
Ma mettevamo le comparse come Mussolini? Qui ne vengono quei due, tre, quattro che servono all’occorrenza quando c’è un corso.
AUTRICE
Possiamo vedere gli esperimenti quando ci sarà il corso?
AURELIO PICCIOCCHI - primario chirurgia sperimentale Policlinico Gemelli, Roma
Ma perché? È una cosa…è ricerca di sensazionalismo e basta, perché non serve a niente.
ISTITUTO M. NEGRI
Utilizziamo circa 20 mila animali all’anno
RODOLFO LORENZINI - Direttore Gestione sperimentazione animale ISS
Negli ultimi anni siamo sui 29 mila animali, 28 mila 27 mila, è variabile.
AUTRICE
Dopo che li avete sperimentati, cosa ne fate di questi animali?
ISTITUTO M. NEGRI
Li sacrifichiamo con metodo umanitario, cioè portati a morte con anestesia.
SERGIO PAPALIA - responsabile ufficio protocolli Ministero della Salute
Di questi animali praticamente il 95,63% sono topi, ratti, cavie, altri roditori e conigli, quindi tutti animali da laboratorio per intendersi. La restante parte sono cani, gatti, pecore, suini, cavalli, animali anche da reddito per intendersi.
AUTRICE
Scimmie?
SERGIO PAPALIA - responsabile ufficio protocolli Ministero della Salute
Esatto.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Le scimmie le potete vedere, scafandrati, dovete tornare,anche con le telecamere, non c’è problema. Come no? Molto volentieri, per me non c’è problema…è una questione di trasparenza. Io mi rivolgo al telespettatore e non abbiamo niente da nascondere.
AUTRICE
Ma poi alla fine l’autorizzazione non arriva e le scimmie non riusciamo a vederle. Come gli esperimenti sui maiali al policlinico. Ma perché?
AURELIO PICCIOCCHI - primario di medicina sperimentale Policlinico Gemelli
Se io voglio fare una ripresa sull’umano, noi facciamo anche film scientifici, io devo chiedere l’autorizzazione, e al maiale poi proprio non glielo posso chiedere.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Al policlinico rispettano la privacy del maiale. Allora ritentiamo a Pharmindustria, che raggruppa tutte le aziende farmaceutiche. Chi fa una pillola deve passare da qui.
TELEFONATA PHARMINDUSTRIA
Non è che me l’hanno detto ma io personalmente mi faccio un pensiero: Report spara contro le aziende, punto. Non è che hanno paura di parlare sulla sperimentazione animale, hanno forse un pochino più paura sul fatto che la trasmissione possa mettere in mezzo l’industria, che viene a parlare di queste cose.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Si parla solo con i giornalisti amici. Questi sono documenti riservati, con i quali un’industria farmaceutica addestra i dipendenti ad affrontare i giornalisti.
Esercizio 1, intervista singola, quarto scenario: un ricercatore ha dichiarato a “primo piano” la rubrica di approfondimento del tg3, che nel centro si fa sperimentazione sugli animali. Lei viene contattato dal giornalista della trasmissione per un confronto Con l’organizzazione internazionale protezione animali.
Esercizio 2, conferenza stampa, secondo scenario: gli animalisti hanno bloccato l’autostrada per protestare contro le sperimentazioni sugli animali, chiedono un incontro con i rappresentanti dell’azienda. Avete 10 minuti per concordare i messaggi e definire il ruolo dei relatori.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Nulla di sorprendente, succede spesso che un’azienda addestri il suo staff alle perfidie dei giornalisti, ma chiudere le porte è un’altra cosa. Report non spara sulle aziende per partito preso, facciamo il nostro mestiere e cioè domande che le aziende spesso conoscono in anticipo. Non rispondere è un loro diritto, riferirne è nostro dovere. Sappiamo che chi si occupa di sperimentazione è spesso minacciato dagli attivisti, ma procedere al buio è veramente complicato, e la questione come vedremo è molto dibattuta.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Siamo all’università di Torino. Il professor Strata sperimenta sui topi la possibilità di rimuovere la memoria di un trauma.
PIERGIORGIO STRATA - dipartimento di neuroscienze Università di Torino
Si mette l’animale dentro la gabbia e lui cammina tranquillamente nella gabbia. Ad un certo momento noi emettiamo un suono associato associato ad una debole scossa sul pavimento della gabbia. Facendolo per parecchie volte questo accoppiamento, arriviamo al punto in cui la scossa non si da più, l’animale appena sente il suono si blocca, è quello che si chiama freazing. Questo lo fanno in tutto il Mondo, è il test ufficiale per studiare l’ansia, per studiare la paura. Quindi lui ricorda e questa è la memoria della paura, quindi ci chiediamo: se lui ricorda c’è rimasta una traccia da qualche parte del cervello, la traccia fisica dov’è? Noi preleviamo questo pezzetto di cervello, mettiamo dentro questa cameretta, questo pezzettino, andiamo a registrare da queste cellule. Basta dargli quello di cui ha bisogno, il cervello isolato, il topo non esiste più, è stato sacrificato.
AUTRICE
Qual è la scoperta?
PIERGIORGIO STRATA - dipartimento di neuroscienze Università di Torino
Esiste una proteina, rimuovendo la quale non si memorizza, quindi si dimentica il trauma. Siamo lontanissimi dall’uomo, voglio precisarlo, prima dobbiamo studiare ancora molto sugli animali questa molecola, ma la somministrazione di una molecola che blocca questa proteina dovrebbe portare a non ricordare. Sul campo degli ansiolitici e dei farmaci anti ansia si stanno investendo dei capitali enormi.
CARLA RAMACCIOTTI - Dipartimento Psichiatria Università di Pisa
Mi chiedo se possa esistere una molecola così specifica da andare agire selettivamente sul trauma sull’aspetto negativo sulla memoria negativa del trauma e lasci intatto tutto il resto. Voglio dire se uno ha perso la moglie in un incidente potrebbe anche voler dimenticare il trauma e l’incidente ma non so se sarebbe contento di perdere insieme altri ricordi collegati alla moglie.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Al Cnr di Parigi da tempo sostengono che l’animale è troppo diverso dall’uomo per essere preso a modello.
CLAUDE REISS - biologo Centre National Recherches Paris
È dimostrato in modo assolutamente rigoroso che i cromosomi sono caratteristici di ogni specie tanto che non si possono sposare con quelli di un’altra. Allora se testiamo un prodotto su due specie differenti il risultato può essere lo stesso, ma anche opposto. Perciò è inutile fare un esperimento su una specie presa a modello, come un topo o un ratto, perché non è detto che il risultato si possa trasferire sull’uomo. Farlo è un po’ come giocare alla roulette" STYLE="text-decoration: none; border-bottom: medium solid green;" HREF="http://search.targetwords.com/u.search?x=5977|1||||roulette|AA1VDw">roulette russa con la salute. Il che non è accettabile.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Cioè uomo e animale sono così differenti che è sbagliato sperimentare sugli animali?
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Il problema è che proprio per le differenze che esistono ci possono essere sostanze tossiche negli animali ma che invece sono terapeutiche per gli esseri umani e sostanze terapeutiche negli animali e che poi si dimostrano tossiche negli esseri umani.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
40 anni fa tutto il mondo inorridiva nell’apprendere che l’effetto di un sedativo, il talidomide, somministrato a donne nei primi mesi di gravidanza, aveva fatto nascere qualcosa come 10 mila bambini malformati
PIERGIORGIO STRATA - Università Torino
Un momento. Se si parla del talidomide bisogna dire che qui bisognava sperimentare di più sugli animali, se si fosse sperimentato di più sugli animali si sarebbe visto anche sugli animali.
MARCO MAMONE – Dipartimento scienze Università Perugia
Il talidomide non dimostrò di avere effetti in dieci ceppi di ratti, quindici ceppi di topi, undici ceppi di conigli, due razze di cani, tre ceppi di criceti, otto specie di primati, gatti, furetti. In una sola razza di conigli, il coniglio bianco della Nuova Zelanda, si ebbe un riscontro classificato come adeguato.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il talidomide è un caso drammatico che risale agli anni ‘60, ma la lista di incompatibilità è lunga.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
L’acidoacetilsalicilico, la comune aspirina è teratogena, cioè produce malformazioni congenite, nella quasi totalità degli animali e non nell’uomo.
MARCO MAMONE - Università Perugia
La vitamina C è molto diffusa è teratogena nel topo e non nell’uomo.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Il 51% dei farmaci commercializzati negli Stati Uniti presentano gravi reazioni avverse che non erano manifestate all’interno di sperimentazione sugli animali.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Porto Marghera, vicino a Venezia. Qua il cloruro di vinile ha ucciso tanta gente per angiosarcoma del fegato. E furono i topi di Maltoni a costringere l’industria chimica a prendere provvedimenti.
BENEDETTO TERRACINI - epidemiologo Università Torino
Maltoni secondo me ha avuto anche un altro merito, che in questa enorme sperimentazione che lui ha fatto ha visto che anche concentrazioni anche molto basse di cloruro di vinile nell’ambiente di lavoro nei topi producono angiosarcoma del fegato. Voglio soprattutto sottolineare il fatto che possiamo criticare la legge e dire che il limite che viene imposto oggi non è sicuro grazie agli esperimenti che ha fatto Maltoni sui topi.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il cloruro di vinile è cancerogeno sia sul topo che sull’uomo. Ma la ricerca fu fatta dopo decine di morti. Ad ogni modo ogni farmaco, ogni malattia, ogni ricerca sono casi a se.
ISTITUTO M. NEGRI
È un topo modificato geneticamente che ha un gene umano mutato che determina l’insorgenza di una malattia degenerativa che porta alla paralisi delle zampette posteriori.
Noi stiamo cercando di capire come questa malattia si sviluppa in questi topi e quale molecola possa essere utilizzata come bersaglio per lo sviluppo di farmaci nuovi che siano efficaci per bloccarla, per curarla.
Camminando così non si nota, ma se io lo sollevo per la coda e guardo l’estensione delle zampe posteriori vedo che questa zampina ha più difficoltà a muoverla rispetto a un topino sano e quindi mi accorgo che sta sviluppando questa malattia.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Per curare la paralisi progressiva al Mario Negri di Milano ricercano sui topi mentre a Roma, per la sclerosi multipla, dicono che il topo è inutile.
LUCA BATTISTINI - Fondazione S. Lucia, Roma
Il problema è molto semplice: il sistema immunitario del topo è molto diverso da quello dell’uomo, Per questa malattia, e forse anche per altre malattie autoimmuni, verosimilmente il modello animale non è molto affidabile.
ANGELO VESCOVI - Fondazione San Raffaele, Milano
Eh, ma le affermazioni devono essere provate. Ora fondare un’affermazione così ampia, cioè la sperimentazione animale in questo contesto non ha più significato, su una frase banale come il sistema immunitario è diverso, anche da un punto di vista scientifico e logico razionale è difficile da sostenere. Quello noi che siamo riusciti a fare è curare nel topo quello che l’analogo della sclerosi multipla nell’uomo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
È difficile per noi sapere chi ha torto o ragione. Andiamo per gradi. In base a quale criterio si sceglie un topo al posto di un gatto?
CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Si può scegliere la specie da testare e all’interno di questa anche il ceppo animale che conviene. C’è un esempio classico: c’è un tipo di ratto che è molto più ricettivo al tumore di un altro che invece è molto più stabile e risponde meno al tumore. Allora, a seconda di chi mi commissiona la ricerca, e quindi di quello che conviene alla mia carriera, io seleziono la specie e il ceppo animale da testare per ottenere qualsiasi cosa o il suo contrario.
ANGELO VESCOVI - Fondazione San Raffaele Milano
Quello che adesso stiamo facendo è una sperimentazione con cellule umane, questa volta, nelle scimmie. La scimmia è molto più simile all’uomo e soprattutto sviluppa la malattia in modo più simile all’uomo.
AUTRICE
Perché non avete usato subito la scimmia visto che è più simile all’uomo?
ANGELO VESCOVI - Fondazione San Raffaele, Milano
Inizialmente? Beh, a parte che i costi sono assolutamente improponibili, il costo su una singola scimmia è enorme.
MARCO MAMONE - Università Perugia
Io mi sono procurato manuale “ Modelli sperimentali nella ricerca biomedica” la scelta animale è ovviamente una scelta di praticità. Sarà quasi necessariamente un roditore anche se non è detto che sia l’animale più adatto.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Ma se sperimentando su un topo, un cane, una scimmia si hanno risultati diversi alla fine come si fa?
SILVIO GARATTINI - direttore istituto M. Negri, Milano
Siccome i farmaci vengono trasformati in altri prodotti chimici io vedo per esempio che nel topo si forma una specie chimica che non si forma nella scimmia. Allora mi domando: questa specie chimica ha qualcosa a che fare con l’effetto o no? E devo costruire le cose in questo modo. È complicato, cioè sono anni e anni di studi per arrivare a dire porto questo farmaco nell’uomo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
E in mezzo bisogna fare i conti con i soldi: la scimmia costa di più e gli animali alla fine si scelgono in economia. All’estero, per esempio, dove ci sono i soldi per la ricerca, si usano più scimmie.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
È interessante andare a vedere dove si utilizzano i primati non umani.
AUTRICE
Dove?
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
In Giappone e negli Usa perché i soldi che hanno a disposizione i laboratori non sono paragonabili ai soldi che abbiamo a disposizione in Europa.
AUTRICE
Che esperimento è stato fatto su questo gattino?
ROBERTA CATTANI - veterinaria
È un esperimento di neurofisiologia, gli venivano messi elettrodi negli occhi, gli venivano messi delle scosse nel cervello per simulare l’epilessia,ma tutti sappiamo che l’epilessia non viene con gli elettrodi messi nel cervello.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Nella ricerca sulle patologie io induco artificialmente le patologie. Quindi induco una condizione che ha ben poco a che fare con la condizione spontanea con cui si è manifestata una patologia. Se io attraverso una pinza chiudo un arteria per indurgli un ictus io induco qualcosa che grossolanamente è simile a quello che succede negli esseri umani ma nella realtà è differente.
ISTITUTO M. NEGRI
Noi occludiamo una piccola arteria cerebrale
AUTRICE
Cioè come se gli faceste venire un ictus?
ISTITUTO M. NEGRI
Esatto. E poi facciamo una valutazione del deficit che provoca l’occlusione dell’arteria e per esempio vediamo se è in grado di salire su un piano inclinato di 45°. Per vedere l’effetto che fa
AUTRICE
Questo non ha niente? Cioè è un topo sano. Dovrebbe salire…
ISTITUTO M. NEGRI
Non vuole collaborare.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il topo sano non vuole collaborare. E questo invece è il topo con ictus. Dovrebbe star fermo…invece è più vispo di quello sano! Ci fa vedere un altro esperimento? Eh, io adesso devo andare.
SILVIO GARATTINI - direttore istituto M. Negri, Milano
È ragionevole pensare che gli animali ci diano delle informazioni utili per l’uomo. Però bisogna insistere sul fatto che sono un modello, non sono l’uomo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Insomma qualcuno sostiene che usare gli animali per la ricerca è essenziale e qualcun altro che il modello non funziona. Perché i risultati non sempre sono riproducibili nell’uomo, perché a volte si sceglie l’animale che costa meno o perché nelle cavie la malattia non si sviluppa in modo naturale. Poi ci dicono che persino lo stress influisce sui risultati.
ISTITUTO M. NEGRI
L’animale se viene male accudito e male manipolato potrebbe dare dei risultati falsati
MARCO MAMONE – dipartimento scienze Università Perugia
Sono stati resi pubblici i risultati di una ricerca che aveva osservato che i ratti allevati nelle gabbie standard risultavano avere cervelli gravemente anormali.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
No. Non è vero questo, qui stiamo parlando di casi di cattiva gestione. Cioè noi dobbiamo pensare che un topo nasce in gabbia, lui può rimanere in una gabbia tutta la sua vita fino alla morte, quindi quell’animale non è stressato.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Qua siamo a Londra e in questa azienda si testa cibo per cani, “per la felicità dei vostri cuccioli”, dice la pubblicità.
SEAN GIFFORD - People for the ethical treatment of animals
Quando siamo riusciti ad entrare in incognita in questo laboratorio quello che abbiamo trovato era pura crudeltà. Per fare i test ai cani beagles venivano asportati pezzi di muscolo dalle cosce, poi venivano lasciati sul pavimento e alcuni avevano le corde vocali tagliate perché i ricercatori erano stufi di sentirli abbaiare.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Questi invece sono i cani beagles filmati di nascosto in un laboratorio americano. Li usavano per la ricerca sul cancro e infatti hanno la schiena piena di tumori. Molti animali furono rinvenuti congelati in sacchi di plastica con le zampe legate. Nel 1960 il direttore di una commissione australiana sul cancro, Kenneth Starr dice: “È Impossibile applicare alla specie umana informazioni ottenute provocando il cancro negli animali” Nel 1981, Dulbecco:”l’alterazione della funzione dei geni è diversa nell’animale e nell’uomo”. Il professore Burr della California:” Possiamo fidarci solo delle sperimentazioni compiute sull’uomo”.
C’è qualcuno che recentemente ha denunciato gli abusi nella sperimentazione animale. È il premio Nobel Rita Levi Montalcini, destando stupore sulle pagine di alcuni giornali.
RITA LEVI MONTALCINI
Non sono animalista. Sono per il controllo e la dignità dell’animale. Tanto è che giovane, ancora adolescente, ho rifiutato qualunque esperimento che potesse comportare sofferenza al cucciolo, poniamo. Quindi io ho mai cambiato, sono sempre stata per il rispetto dell’animale, ho rifiutato la carriera di sperimentazione che non accettavo. Quando io ero in America ho visto tagliare le corde vocali agli animali domestici per non sentir le loro urla. Questo è atroce: non soltanto si fa soffrire l’animale ma gli si impedisce di dimostrarlo. Ho fatto un esperimento su un primate, un piccolo, e si è ribellato, era semplicemente un’iniezione innocua, ma la sofferenza che io vedevo mi ha impedito di lavorare anche a livello dei primati subumani.
AUTRICE
Serve o non serve allo scienziato?
RITA LEVI MONTALCINI
Si, Oddio bisogna che sia controllata, purtroppo non possiamo farne a meno, però lo si deve fare con il massimo rispetto dell’animale stesso e senza farlo soffrire.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Tutti sappiamo che oggi si vive più a lungo e che la medicina è progredita ed ha sempre utilizzato gli animali. Sappiamo che certe sostanze ci fanno male pur essendo state testate sui ratti, conigli e così via. Che la scimmia è più simile all’uomo ma costa tanto e si usa poco, sappiamo anche che animali diversi possono dare risposte diverse, e che lo stress condiziona i risultati. Di certo è che, indipendentemente da come la si pensa l’animale deve essere trattato bene. Per questo c’è un decreto legge, che regolamenta la materia e per quanto possibile tutela gli animali e cerca di evitare sofferenze inutili è il decreto 116 del 1992.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
C’è scritto che l’animale va usato solo se non esiste “valida alternativa”. E per l’utilizzo di animali domestici o di specie protette o per sperimentazioni che implicano grande sofferenza, come quelle senza anestesia, l’autorizzazione la da’ il Ministero ma dopo aver sentito il parere dell’Istituto superiore di sanità.
RODOLFO LORENZINI – direttore gestione sperimentazione animale ISS
Noi esprimiamo un parere consultivo per il Ministro.
GIANLUCA FELICETTI - responsabile rapporti istituzionali Lav
Va notato che l’Istituto, che è uno dei più grandi utilizzatori di animali, in questo caso nello stesso tempo è controllore e controllato.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il dottor Lorenzini per esempio ha presentato una ricerca serviva il parere ed essendo lui la persona preposta se lo è dato.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Io credo che questo attacco, cioè non un attacco ma proposta di revisione, debba essere fatto al Parlamento.
AUTRICE
Ma lo chiediamo a lei perché qui per esempio è lei che firma il parere addirittura per una sua ricerca?
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Certo, però non posso mica nascondermi, io sono anche ricercatore, e allora non ho il diritto come qualsiasi cittadino che ha i requisiti per fare una ricerca.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La sperimentazione senza anestesia si fa quando l’anestetico potrebbe interferire coi risultati, per esempio quando si inietta una sostanza nella pancia di una cavia per vedere cosa gli fa. Ma se gli buca lo stomaco o gli provoca emorragie l’animale soffre tanto! Come in certi test ortopedici nei quali, per misurare i traumi, si spezzano gambe di topi e conigli senza addormentarli.
Invece gli animali protetti, come le scimmie, si usano, ad esempio, negli studi sull’aids. Le infettano col virus per provare a vaccinarle. E anche le scimmie con l’aids soffrono molto. Per questo il parere dell’istituto su tutte queste ricerche, fatte in prima persona o da altri, è fondamentale.
VETERINARIO ISS
Io ho lavorato allo stabulario primati non umani della virologia dell’Iss. Gli animali vengono tenuti in gabbie non adeguate alle dimensioni degli animali stessi.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Io ho fatto il permesso di soggiorno per due rumeni e per legge gli devo dare 14 metri quadrati a testa e fortunatamente sono in grado di dargli 14 metri a testa. Queste scimmie stanno in queste gabbie secondo la legge, ed è così in tutto il Mondo.
VETERINARIO ISS
Essendo macaca fascicularis arrivano anche a 10 chili di peso.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Il cinomongus non cresce più di due chili e mezzo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La specie di scimmia di cui stiamo parlando normalmente arriva fino a un massimo di 8 chili.
VETERINARIO ISS
Era una regola del servizio qualità e benessere far sacrificare gli animali che secondo loro diventavano troppo grandi per le gabbie.
ANTONIO SCARDINO - immunologo
I topi venivano marcati tramite taglio delle dita delle zampe,due topi nella stessa gabbia venivano differenziati tramite l’asportazione di dita differenti delle zampette, cosa che io non avevo mai visto e quindi pretesi altre regole di uso corrente che non fanno soffrire l’animale.
AUTRICE
Cioè cosa si fa normalmente?
ANTONIO SCARDINO
Normalmente si punzonano, si fanno dei piccoli forellini sulla membrana delle orecchie che non provocano sofferenza animale.
VETERINARIA ISS
Ho visto scimmie con gravi turbe psichiche, girano nella gabbia, si mordono a sangue, e le ho viste automutilarsi, cioè staccarsi brandelli di carne! Ho visto veterinari entrare a ricucirle un giorno si e uno no.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
L’automutilazione è un fenomeno segnalato come elemento di stress che noi fortunatamente non abbiamo mai avuto. Noi non abbiamo mai avuto casi di automutilazione.
AUTRICE
Ma questo foglio dove c’è scritto “automutilazione” l’ha firmato lei!
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Si, io vede, in questa lettera rispondo ad una lettera. Se lei mi fa vedere la lettera a cui rispondo siamo più precisi. Comunque qui non c’è scritto né che ci sono mutilazioni né che ci sono pesi corporei che inducono all’uccisione degli animali.
AUTRICE
No, qui c’è scritto! Lo vede anche il dottor Lorenzini e non si capisce perché neghi. Per quel che riguarda la lettera precedente l’abbiamo chiesta all’istituto ma nessuno ce l’ha data.
RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Sentite noi domattina se rispettiamo le procedure entriamo nello stabulario con la telecamera e voi registrate tutte le anomalie che volete. Mi impegno qui davanti ai telespettatori a farvi entrare dentro lo stabulario.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il dottor Lorenzini promette sempre di farci entrare ma poi le autorizzazioni non arrivano mai. Però ieri ci è arrivata una lettera da uno studio legale, con la quale si diffida a trasmettere i documenti mostrati al dottor Lorenzini perché sono risultati falsi. Questi documenti ci sono stati forniti dal veterinario che lavorava all’Istituto.
AUTRICE
Senta qua il professor Lorenzini dice che è un falso?
VETERINARIO ISS
Non è vero, questa lettera è vera, io ho visto gli originali e mi è stata consegnata per fotocopia e si parla di sacrificare gli animali per la comparsa di problemi comportamentali, in particolare la spiccata tendenza alla mutilazione e per il raggiungimento di pesi corporei superiori a quelli consentiti. Ed è firmata dal dottor Rodolfo Lorenzini, il direttore del servizio qualità e sicurezza della sperimentazione animale.
COCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Le indagini sono in corso, a noi invece per quel che succede nei laboratori non resta che credere a tutti.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
All’Istituto superiore di sanità utilizzano le scimmie perché stanno sperimentando un vaccino antiaids, e questi studi sono un punto di riferimento per la ricerca mondiale che da ovviamente grandi aspettative. Ma dopo tante promesse di veder come vengono fatti gli esperimenti e spiegarci come funziona, alla fine porte chiuse. Parla solo chi all’Istituto non ci lavora più. Informiamo i telespettatori che nel pezzo che seguirà verranno anche mostrate immagini di come vengono trattati gli animali in alcuni laboratori inglesi e tedeschi. Le immagini sono tate girate da persone che hanno lavorato appunto in questi laboratori.
AUTRICE
La trattativa con l’Istituto superiore di sanità per capire come funziona il vaccino è durata almeno tre mesi. Purtroppo ce ne parla solo il dottor Scardino che doveva pronunciarsi sui risultati di quelle ricerche.
ANTONIO SCARDINO - immunologo
Per me quei risultati non c’erano, la formulazione vaccinale non aveva funzionato, le scimmie stavano male, non erano dei buoni risultati, ma non c’è niente di male, può succedere. Invece mi pareva, questa è una sensazione, che ci fosse una ricerca assoluta del risultato a tutti i costi. Io non ho mai dato parere favorevole a quei risultati perché non vedevo risultati.
AUTRICE
Non sarà che tutto questo lo fanno perché una scimmia costa tanto ed è difficile stabularla, cioè tenerla in gabbia?
ANTONIO SCARDINO - immunologo
Si, una scimmia costa tanto ed è difficile stabularla ma ci sono delle regole e vanno rispettate. La formulazione vaccinale deve rimanere la stessa e la risposta è monitorabile. Quindi insomma dopo anni se non c’è una risposta qualcosa vorrà anche dire, insomma.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Quando invece l’uso di animali non riguarda quelli domestici o sperimentazioni particolari senza anestesia basta compilare un protocollo e la valutazione è solo del ministero della salute.
ANONIMO
Quello che noi abbiamo fatto è creare un finto protocollo. Nella prima pagina che è stata mandata si diceva che non si utilizzavano cani, gatti e scimmie, ma poi bastava girare pagina e subito dopo venivano descritti gli esperimenti sui cani. Quello che ci aspettavamo noi era una lettera del Ministero che diceva assolutamente no, questo esperimento non potete iniziare a farlo perché dovete aspettare l’autorizzazione in quanto utilizzate cani. Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione dal Ministero di chiarimenti. Questo vuol dIre che nessuno legge tutti quei protocolli di sperimentazione che fanno uso di animali che non sono cani, gatti, scimmie.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Ma di solito sui protocolli cosa ci deve essere scritto?
ROBERTA BARTOCCI - biologa Lav
Il decreto 116 del 92 che regola la materia prevede che si possa ricorrere all’animale solo in assenza di metodo alternativo e che questo debba essere argomentato, giustificato.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Controlliamo: su questo protocollo c’è una crocetta sul no senza spiegare perchè, qui invece la giustificazione è la seguente: la scelta del topo quale animale da utilizzare per il prelievo di organi e tessuti per la successiva sperimentazione è determinata dal fatto che il topo insieme al ratto è la specie più utilizzata ed accettata dalla comunità scientifica internazionale vista la relativa semplicità di allevamento.
SERGIO PAPALIA - responsabile Ufficio protocolli Ministero della Salute
Non è che è soltanto quel foglio di carta lì, il protocollo sono molto molto più consistenti. Prendiamo un protocollo così. Allora questo è un protocollo.
MASSIMO ERMINI - Direttore del Centro di Bioetica Università di Pisa
No, assolutamente no, da quello che posso ricostruire a memoria il protocollo consta di 6 pagine.
AUTRICE
Lei quanti progetti avrà mandato al Ministero?
MARIA GRAZIA GIOVANNINI - stabulario Università Firenze
Circa 20
AUTRICE
Dalle 5 alle 10 pagine?
MARIA GRAZIA GIOVANNINI - stabulario Università Firenze
Si, si, si, certo, si, si.
SERGIO PAPALIA - responsabile Ufficio protocolli Ministero della Salute
Noi insomma abbiamo documenti di questa dimensione. Lei voleva sapere la dimensione e questa è la dimensione. Prego. Peraltro voglio dire, peraltro lei mi aveva detto che mi faceva queste domande e adesso sta facendo un’inchiesta.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Ma i protocolli servono proprio a evitare gli abusi e bisogna conoscerli bene. Perché altrimenti non si può sapere se esiste, come dice la legge, la “valida alternativa” . Che a volte si trova. E si usa
ROBERTA GELMINI - Università Modena Reggio Emilia
Vedete una scatola chiusa con dei fori dove inserire cannule operative che si usano in laparoscopia per inserire gli strumenti in addome, è possibile assolutamente fare didattica senza animali.
AURELIO PICCIOCCHI - primario chirurgia sperimentale Policlinico Gemelli, Roma
Ecco guardi queste sono delle cucitrici automatiche che tagliano e cuciono. Questa macchina che ora si usa a migliaia al giorno non si sarebbe mai potuta inventare se non sperimentando sull’animale.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La regola resta quella di evitare gli abusi attraverso i controlli. Ma non ci fanno mai entrare in un laboratorio dove si sperimenta. Quando però le telecamere nascoste entrano portano fuori queste situazioni. Questa è la sede tedesca della Covance, una società a cui varie multinazionali del farmaco danno in appalto le loro ricerche…ma questa è ricerca o abuso?
E qui siamo in Inghilterra in un altro laboratorio.
Non possiamo sapere se questa è la regola oppure l’eccezione perché nei laboratori non si entra. È chiaro che: nulla giustifica questo sadismo e che questi animali stanno male.
Qui fanno test di tossicità sulle scimmie, qui sui cani beagles e lo stress, dicono tutti gli esperti, cambia i risultati. Allora quali certezze usciranno da questi laboratori? E vale per tutti dato che, per i farmaci, dopo i test animali vengono quelli sull’uomo. Il cronassial è un farmaco che adesso non si usa più. Veniva venduto come la panacea per i problemi neurologici. Ma è stato ritirato dal commercio dopo qualche morto e quando si è capito che poteva provocare effetti devastanti su fegato e muscoli. La professoressa Rita Levi Montalcini ha collaborato con l’azienda produttrice.
RITA LEVI MONTALCINI
Certo il Cronassial l’ho conosciuto ai suoi tempi.
AUTRICE
E perché la sperimentazione ha dato risultati che poi non erano?
RITA LEVI MONTALCINI
A chi, dove e quando?
AUTRICE
Beh, è stato messo in commercio e poi ritirato perché produceva effetti collaterali molto gravi?
RITA LEVI MONTALCINI
Non mi risulta. Non commento su cose che non conosco! Non mi fate tutte queste domande perché trovo un po’ perdita di tempo.
AUTRICE
Ma esistono dei farmaci che sono stati sperimentati sugli animali e poi sull’uomo hanno dato risultati completamente diversi.
RITA LEVI MONTALCINI
No, non mi risulta! Io ritengo che l’esperimento sull’animale è valido, naturalmente con il controllo. Scusi: ma sono domande che non mi vanno tanto.
AUTRICE
Ma se il farmaco è stato testato dov’è l’errore se poi ci sono stati dei morti?
SILVIO GARATTINI - direttore Istituto Mario Negri
Beh perché è un problema di numeri. Se la mia tossicità è di un caso ogni 10 mila lo vedrò soltanto nella pratica clinica quando avrò trattato centinaia di migliaia di pazienti.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
A chi soffre di epilessia i neurologi prescrivono il tolep, un farmaco che sia nei ratti che nei topi provoca tumore al fegato. La casa farmaceutica che lo produce, la Novartis, dichiara però che questo non vale per altre specie, e quindi è specie specifico. Ma nelle informazioni per i medici non c’è scritto è specie specifico ma sembrerebbe specie specifico. Perché? Novartis delega a risponderci il presidente della società italiana di farmacologia.
GIANLUIGI GESSA - presidente Società Italiana Farmacologia
Nei ratti c’è un enzima che trasforma questa sostanza in una sostanza potenzialmente cancerogena. Dire sembrerebbe specie specifica significa probabilmente che non è escluso che esistano altre specie che hanno questa caratteristica, poi non è neanche escluso che qualche uomo abbia anche la possibilità di avere questo enzima…ma, secondo me, questa parte che ho detto può essere fastidiosa per loro, lei non me l’ha chiesto, che qualche uomo potrebbe…
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Abbiamo capito che anche qualche uomo potrebbe avere questo enzima che nei topi sicuramente provoca il tumore se prendono il tolep. Leggiamo ancora: “Non vi sono dati per stabile la sicurezza di tolep nella gravidanza umana”. Ma se lo hanno sperimentato sui topi perché non sono sicuri?
GIANLUIGI GESSA - presidente Società Italiana Farmacologia Università di Cagliari
È un atteggiamento di estrema cautela ed è anche condivisibile. Quando l’animale ci dice è teratogenico a questo punto noi abbiamo la garanzia che lo è, se non ce lo dice abbiamo ancora un punto interrogativo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
A dire il vero non è sempre così perché aspirina e vitamina c causavano malformazioni nei topi ma non sull’uomo. Tanto che ce le ingoiamo tranquillamente e il punto interrogativo qua non c’é. Ma sulla vitamina c però bisogna andare cauti. Se andiamo a comprarla in farmacia cosa c’è scritto sul foglietto illustrativo?
SIGNORA
Profilassi e terapia della carenza di vitamina c in gravidanza e allattamento.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Questa è la stessa vitamina c della stessa ditta farmaceutica ma comprata a Parigi: qui c’è scritto che è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento. Perché in Francia lo scrivono e in Italia no?
La Roche non ci concede interviste ma ci scrive che adesso i foglietti illustrativi italiani sono stati modificati e c’è scritto di sentire il medico. Solo che 10 giorni fa in farmacia c’era ancora il vecchio foglietto dove non c’è scritto né di consultare il medico né di non usarla in gravidanza.
RENATO GALLI -neurologo
Ritengo, non solo io, che capitolo su effetti collaterali sia in fieri perché alcuni effetti collaterali possono emergere solo dopo commercializzazione, anche dopo anni della stessa.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Un esempio molto interessante è quello della clozapina, un antipsicotico che inizialmente è stato messo in commercio, funzionava bene, ma ha provocato un effetto che ha portato alla morte di diversi pazienti. Ritirato dal commercio è stato nuovamente sperimentato e si è scoperto che questo effetto poteva essere prevenuto con esami del sangue tutte le settimane.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Prelievi che adesso i pazienti devono fare quando cominciano a utilizzare questo farmaco per verificare che non gli provochi danni.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Quindi le conoscenze che abbiamo sono state tratte tutte dalla sperimentazione umana e non da quella animale. Perché l’effetto collaterale si è verificato su umani e la soluzione l’abbiamo trovata sugli esseri umani.
MILENA GABANELLI
Spesso succede che gli effetti collaterali si vedono dopo che un farmaco è stato messo in commercio. Ma la prassi per i nuovi farmaci dice che dall’animale si passa all’uomo, per questo vengono coinvolti prima i volontari sani, anche a pagamento e successivamente si passa aL malato. Occorre sempre firmare un consenso informato nel quale si dichiara di sapere che cosa viene somministrato e di accettare liberamente. La Glaxo da 10 anni opera nel campo della sperimentazione clinica.
SEGRETERIA TEL GLASKO SMITH KLINE
Lei ha raggiunto l’Unità di farmacologia clinica di Gsk Verona. Il volontario ideale è una persona sana che non assume regolarmente farmaci, iscritto al servizio sanitario nazionale, uomo o donna e di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il centro è a Verona. Volevamo andarci ma dopo due mesi di fax, promesse e telefonate, la Glaxo si tira indietro. Ci dicono che sono sotto inchiesta e il momento non è più opportuno. Le inchieste sono due. Quella che ci interessa riguarda un componente del Seroxat, un antidepressivo ancora in commercio prescritto con molta facilità anche ai bambini. Sui quali però può avere effetti collaterali come l’autolesionismo o l’induzione al suicidio. Oggi per fortuna c’è scritto “non somministrare in età pediatrica.”
MASSIMO ERMINI - Direttore del Centro di Bioetica Università di Pisa
È una cosa di estrema gravità. Perché arrivare a verificare la dannosità di un prodotto che viene propagandato per essere un prodotto terapeutico veramente indica il fallimento di tutta la procedura.
IAN ROBERTS - epidemiologo Università di Londra
Quando noi abbiamo fatto una revisione sistematica degli esperimenti sugli uomini e di quelli sugli animali abbiamo visto che, mettendo insieme tutti i dati, non c’era alcuna prova che i test sugli animali fossero efficaci ma si è comunque passati alla fase clinica, cioè all’uomo.
STEFANO CAGNO - psichiatra Comitato antivivisezionista
Diciamolo chiaramente. Il problema è che molto spesso chi usa gli animali dice che lo fa per non sperimentare sull’uomo. In realtà pochi sanno che si sperimenta sempre sull’uomo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Quando i farmaci sono troppo tossici, come nel caso delle cure per il cancro, ovviamente non possono essere testati sui volontari sani. Allora si sperimentano sui malati, persone, spesso disperate, che provano gli ultimi ritrovati della scienza. È quello che si fa, ad esempio, qui al centro oncologico di Aviano
AUTRICE
Glielo dite quando la ricerca non ha funzionato?
UMBERTO TIRELLI - direttore oncologia Istituto Tumori Aviano
Beh, purtroppo spesso non c’è bisogno di dirlo a loro perché sono già morti.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Per valutare la legittimità della sperimentazione, ci sono i comitati etici. E poi il paziente deve sempre firmare il consenso informato.
UMBERTO TIRELLI - direttore oncologia Istituto Tumori Aviano
Chiaramente anche tutto questo processo deve tener conto inevitabilmente di chi abbiamo di fronte. È ovvio, se abbiamo un professore universitario di legge o uno con la terza media o uno che non vuole sapere. Le ho portato una paziente interessante, una leucemia acuta di 65 anni che abbiamo guarito, abbiamo trattato con molta paura di provocarle chissà che e poi invece.
LUIGIA PIOVESANA
Sono stata ricoverata qua e incominciato la terapia, sempre mi hanno informato di tutto, io ho accettato e ho firmato, perché sono venuta qui è per curarmi ovviamente.
ALESSANDRO DEGANO
Nell’ottobre del 2002 abbiamo scoperto delle metastasi polmoni e fegato e a questo punto il professor Tirelli e i suoi medici mi hanno proposto di fare questo farmaco sperimentale che si chiama Interloquina 2 con effetti collaterali abbastanza pesanti, era il farmaco che loro ritenevano più adeguato alla mia situazione, e io con piena fiducia nei loro confronti ho acconsentito a fare questa cura.
LUIGIA PIOVESANA
Mi hanno detto che dovevano farlo e io ho acconsentito, fatemi tutto quello che dovete farmi.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
A questi pazienti che accettano di sperimentare su di loro farmaci di cui non si conosce l’effetto siamo tutti riconoscenti. A Firenze invece le cose sono andate in un altro modo.
ANTONELLA TRIOLO
Il 18 giugno del 1999 porto la mia bimba presso la dottoressa per problemi di obesità. Ha prescritto due farmaci, Fevarin e Topomax, mia figlia prendendo questi farmaci sbavava aveva formicolii alla gambe e alle braccia, aveva mal di testa, dormiva sempre. Ecco lì ho smesso la cura. E là ho scoperto che l’avevano usata per fare la cavia.
AUTRICE
Allora le hanno fatto firmare il consenso informato?
ANTONELLA TRIOLO
No, la dottoressa ame non mi ha detto né di sperimentazione né di consenso informato. No, io non sapevo nulla, non sapevo che il topiramato era in sperimentazione.
AUTRICE
Quanti anni aveva sua figlia?
ANTONELLA TRIOLO
11, non era ancora signorina
AUTRICE
Ma quanto ne prendeva?
ANTONELLA TRIOLO
All’inizio 200 mg. Poi per telefono mi ha raddoppiato la dose. Perché per lei era normale, era la cura che stava facendo.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La mamma di Veronica ha denunciato il caso di sua figlia e adesso si è aperto il processo. La dottoressa che ha prescritto il farmaco è accusata di lesioni aggravate nei confronti della bambina per averle prescritto un farmaco che era in commercio perché indicato per l’epilessia e ammesso solo in via sperimentale per l’obesità ma con il consenso informato.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il processo stabilirà come sono andate le cose. Noi vorremmo un rimedio per tutto e velocemente e il mercato del farmaco velocemente si adegua come se si trattasse di un qualunque altro prodotto. Ma anche tanti altri prodotti devono essere testati, per esempio le tante sostanze chimiche con cui siamo quotidianamente in contatto e i test di tossicità si fanno su topi o conigli perché questo dice la legge . In realtà da molti anni per quel che riguarda la tossicità ci sarebbe un’alternativa, che darebbe anche migliori risultati.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La dottoressa Stammati dell’Istituto superiore di sanità ha partecipato al progetto Meic nel quale, 15 anni fa, hanno testato in vitro una cinquantina di sostanze delle quali si conosceva già la tossicità sull’uomo. Con quali risultati?
ANNALAURA STAMMATI – Istituto superiore di sanità
Una maggiore predittività delle cellule umane rispetto a quelle animali, Cosa che del resto ci si aspettava, ma il vantaggio più importante di lavorare in vitro è quello di poter usare cellule di origine umana.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Senza usare organismi vivi ma solo provette e cellule, umane e animali, hanno ritestato la tossicità di 50 sostanze, farmaci, pesticidi, caffeina, nicotina e altro, e hanno visto che le cellule umane erano molto più predittive di quelle animali.
MASSIMO TETTAMANTI - tossicologo
I risultati hanno dato per la prima volta in assoluto a livello internazionale il fatto che i metodi alternativi che fanno uso di materiale umano risultano più predittivi del 20% delle prove su animali e sempre del 20% rispetto alle cellule animali.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Quindi non solo le cellule umane funzionano meglio di quelle animali ma anche degli stessi animali vivi.
ANNALAURA STAMMATI – Istituto superiore di sanità
La ricerca di nuovi metodi non è soltanto legata al problema etico dell’uso di animali ma anche a cercare di trovare nuovi metodi più affidabili.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Questo significa che invece di mettere una sostanza irritante dentro all’occhio di un coniglio si può usare un modellino di pelle umana. L’animale non soffre e l’eventuale collirio è più sicuro.
Anche a Parigi sono andati avanti e c’è un altro metodo che sostituisce gli animali detto plus rna
CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Questi puntini sono i geni di una cellula. Mettendoli a contatto con una sostanza noi possiamo capire con precisione se è tossica o meno a seconda del colore che si attiva. E oltretutto questi sistemi sono molto rapidi, bastano tra le 24 e le 48 ore, e sono anche molto economici rispetto a quelli che utilizzano gli animali.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Ma allora perché non li usiamo? Anche perché un progetto europeo che si chiama reach, impone di testare circa 30 mila sostanze chimiche già in commercio. Si useranno milioni di animali, costerà circa 6 miliardi di euro e, nella migliore delle ipotesi, durerà almeno 13 anni. Ma quali sono queste sostanze?
YVON SLINGENBERG - commissione ambiente comunità europea
Possono essere di tutto e possono essere ovunque perché stiamo parlando di singole sostanze chimiche e ogni prodotto ne contiene molte. Perciò possono essere nelle nostre case, nei mobili, per esempio, o nelle pitture delle pareti, nelle automobili, dal cruscotto alla vernice... Ma anche nei chip o nelle schede dei nostri computer. O negli imballaggi o confezioni che usiamo ogni giorno.
AUTRICE
Lei sa che la maggior parte delle sostanze con cui siamo in contatto non sono mai state testate?
UOMO 1
No.
AUTRICE
E si sente tranquillo?
UOMO 2
Adesso che me l’ha detto no.
UOMO 3
Ci affidiamo alla sorte.
YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea
Delle tante sostanze chimiche che sono oggi sul mercato solo il 14% è stato testato. E comunque non abbiamo dati sufficienti sulla salute umana.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
E per testarle si useranno moltissimi animali. Ma allora se i test che abbiamo visto a Parigi o quelli da noi in vitro danno risultati più attendibili rispetto agli animali, costano meno e sono anche più veloci perché dobbiamo continuare a sacrificare animali?
YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea
Purtroppo bisogna validarli e non è ancora stato fatto.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Chi deve validare è l’istituto europeo Ecvam. È a Ispra, sul lago Maggiore.
Perché non avete fatto nulla in tutti questi anni?
THOMAS HARTUNG - Ecvam
Validare significa anche confrontare i nuovi metodi con quelli vecchi per vedere se danno risultati uguali o, come ci auguriamo, migliori. E il confronto noi lo dobbiamo fare con gli esperimenti sugli animali, cioè con un metodo che non è mai stato validato. Anche se si è visto dall’esperienza che dava buoni risultati.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Per essere validato un nuovo sistema va confrontato con quello precedente, cioè quello sugli animali, che però non è mai stato considerato formalmente valido.
E così è tutto fermo, in attesa, qui ad Ispra, sul lago Maggiore, di non si sa cosa… intanto per testare le 30 mila sostanze si continueranno ad usare gli animali. Anche se sappiamo che da 15 anni si potrebbe sperimentare in vitro con risultati più precisi, minori costi e tempi più rapidi.
YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea
Non sappiamo con certezza se i prodotti chimici che sono sul mercato possono farci venire il cancro, le allergie o darci problemi di sterilità.
CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Questa è la curva della mortalità per cancro in funzione del tempo. Qui vediamo che aumenta di 7 volte per la classe di età tra i 40 e i 44 anni. E proprio a partire dagli anni ’60 quando la maggior parte dei prodotti chimici sono stati introdotti sul mercato. Noi crediamo che il 90-95% dei tumori sia di origine ambientale.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Origine ambientale significa tutto quello che mangiamo, beviamo e respiriamo, pertanto questi test sarebbe meglio farli in fretta e invece li stanno rimandando da almeno 30 anni.
CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Ho l’impressione che sia stato fatto un gran polverone che scontenta tutti, politici, economisti, industriali e quelli che si occupano della salute. Gli industriali non saranno certo contenti perché non solo devono pagarsi i test, ma sanno perfettamente che quasi la metà dei loro prodotti potrebbe essere ritirata dal mercato perché sono pericolosi per la salute umana.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
E infatti Confindustria insorge perché l’applicazione di questo progetto europeo prevede che i test li dovrebbero fare le aziende, le stesse che poi magari rischiano di vedere alcuni loro prodotti ritirati dal mercato. E allora minaccia perdita di posti di lavoro e calo del prodotto interno lordo. Alla fine non sempre quel che conta è la salute.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Tutti li usiamo tutti, più volte al giorno li passiamo sulla nostra pelle con tale frequenza che occorre eliminare ogni rischio di irritazione, allergia, corrosività, per questo si spalmano prima su decine di migliaia di animali.
AUTRICE
Secondo te potrebbe essere tossico?
DONNA
No, se sono in commercio dovrebbero essere testati, mi auguro non sugli animali.
DONNA 2
Non so niente guardi, io vado alla cieca.
AUTRICE
E se le dicessi che ogni volta che si spalma una crema idratante ci sono decine di animali morti?
DONNA 2
Non li comprerei più.
UOMO 1
Fanno bene da una parte, per vedere se possono essere nocivi o non nocivi all’uomo.
UOMO 2
Cerco di non comprare quello testato su animali.
DONNA 3
Certamente non userei un prodotto che può causare la morte di animali.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Consumiamo migliaia di questi tubetti ogni anno. Qui c’è scritto “testato in vitro”, qui “clinicamente”, qui “testato dermatologicamente”
AUTRICE
Se per esempio c’è scritto testato in vitro, o testato dermatologicamente, cosa vuol dire?
DONNA 1
Significa che è stato in laboratorio.
DONNA 2
Significa che non ha effetti sulla pelle, che non da allergie, questi problemi qua.
AUTRICE
Ma che è stato testato dermatologicamente?
DONNA 2
Questo non lo so
UOMO 1
Provato sulla pelle proprio? Di loro, sulla mia no certo.
DONNA 3
Che per la pelle va bene.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
“Clinicamente” significa che sono stati fatti i test sugli animali ma anche quelli sull’uomo, “in vitro” quelli in provetta, “dermatologicamente” vuol dire sulla pelle. Qui invece c’è scritto “il prodotto finito non è stato testato su animali.”
ROBERTA BARTOCCI - biologa Lav
Non testato su animali vuol dire solo sul prodotto finito
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Vuol dire che tutti gli ingredienti di ogni crema, rossetto, profumo, bagno schiuma deodorante sono stati comunque testati su animali. Le aziende che vogliono limitare il numero delle cavie possono usare ingredienti già testati in passato. Tanto, gira e rigira, cambiano le marche ma la sostanza meno.
ROBERTA BARTOCCI - biologa Lav
Ci sono aziende che già lo fanno, si impegnano a non usare nuove materie prime.
VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Da qualche settimana testare il prodotto finito sugli animali è vietato per legge. E dal 2009 sarà vietato testare anche i componenti. Quindi per creme, rossetti, profumi e bagno schiuma non si useranno più gli animali.
ROBERTA BARTOCCI - biologa Lav
Dovranno essere utilizzati metodi alternativi rispetto al test sugli animali. La campagna sui cosmetici ha avuto una premessa diversa rispetto al resto delle campagne contro i test sugli animali,e ha avuto presupposti di tipo etico, per cui l’opinione pubblica ha manifestato un suo interesse ritenendo ingiustificabile l’impiego di animali per test sui prodotti di bellezza e dunque velleitari.
AUTRICE
Questo coniglietto da gennaio permetterà di riconoscere i cosmetici che hanno utilizzato ingredienti già testati senza fare nuovi test sugli animali.
MILENA GABANELLI
Qual era il senso di questa puntata? Capire l’utilità della sperimentazione animale, e come viene fatta. Un metodo che viene usato da sempre. Sappiamo che in alcuni casi esistono alternative all’animale e anche più precise, ma non sono mai state validate. Abbiamo capito anche che la storia è più complessa e si intreccia con il valore che ha sul mercato la nostra salute. E quindi la sperimentazione sull’animale è inutile? è tutto sbagliato? Chi è del mestiere ha teorie e opinioni opposte, ma sono tutti d’accordo che la sperimentazione finale si fa sull’uomo. E alla fine uomo e animale potremmo considerali compagni di laboratorio. A dicembre verrà presentata alla camera una proposta di revisione del decreto che regolamenta la sperimentazione animale.
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