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Ecologia Avvelenati in casa

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Produciamo troppe sostanze tossiche
di Johann Rossi Mason

Se è vero che l'inquinamento atmosferico nuoce gravemente ai bambini, addirirttura già quando sono nell'utero della madre, tenerli in casa non sembra un rimedio salutare. Qui nell'aria circolano ftalati, alchifenoli, pesticidi, parabeni e altri inquinanti estrogenici. Oltre ai temibili PCB 'idrocarburi aromatici clorurati' che sono stati riscontrati in maggior concentrazione nell'aria interna rispetto a quella 'outdoor'. A dichiararlo è stato Claudio Minoia, della Fondazione Maugeri di Pavia durante l'incontro 'Salute del bambino e sicurezza alimentare' tenutosi presso l'Istituto Superiore di Sanità.
Sull'esposizione ad inquinanti domestici negli ambienti chiusi si è pronunciato anche Alberto Mantovani, del Dipartimento di Sanità alimentare e animale dell'Iss: "Nei paesi industrializzati si stima che la popolazione generale trascorra sino al 90 per cento del proprio tempo in ambienti confinati: in Italia per esempio nel complesso le donne passano in ambienti indoor circa il 66 per cento del loro tempo, gli uomini il 54 per cento. Rispetto agli inquinanti presenti in casa i bambini rappresentano una categoria ad elevata suscettibilità, sia perché trascorrono più tempo tra le mura di casa e scolastiche, sia perché non sono, come invece si tende a credere, adulti in miniatura. Il bambino da un punto di vista metabolico presenta un maggior tasso respiratorio e maggior apporto di acqua e cibo per chilo di peso corporeo rispetto all'adulto".

Quali sono i loro punti deboli? "Sono particolarmente delicati lo sviluppo dell'apparato respiratorio, immunitario, riproduttivo e nervoso. Non solo le modalità di esposizione per un bambino sono molteplici e spesso l'entità dell'esposizione è maggiore: si pensi al fatto che la statura rende i bambini più vicini al suolo, insieme alla loro abitudine di portare tutto alla bocca", risponde Francesca Maranghi.

Un bersaglio ideale quindi per divenire ricettacolo di inquinanti di ogni genere. Negli ultimi anni il pericolo dell'inquinamento cittadino è stato molto ridimensionato in proprorzione al potere degli ambienti chiusi: uno studio dell'Environmental Protection Agengy americana nel 1998 ha portato a una stima secondo cui l'esposizione indoor ad agenti tossici risulta da 10 a 50 volte superiore rispetto a quella outdoor.

Siamo inoltre circondati da 'ftalati', sostanze usate dagli anni Trenta per regolare il grado di elasticità della plastica e contenuti in inchiosti per stampare su plastica, assi, metalli, adesivi, ma sono stati trovati anche nel latte in polvere per bambini, nel formaggio, margarina, patatine fritte, nel linoleum, nelle pitture e nei giocattoli per bambini.

"Particolarmente a rischio ftalati sono i neonati prematuri", ha sottolineato Giuseppe Latini, neonatologo all'Ospedale Perrino di Brindisi, "il DEHP è infatti il principale componente delle plastiche a base di PVC usate per le sacche e i tubi medicali. Inoltre il DEHP non è legato con legame covalente al PVC, quindi è facilmente rilasciato dal materiale che lo contiene". (Galileonet.it)


 
 
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