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Fumo 7.Chi mi aiuta a smettere di fumare?

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Vorrei smettere ma
qualcosa mi blocca. Forse un medico esperto sull'argomento mi potrebbe
aiutare...

Articolo
di Luciano rizzo

Innanzitutto
comprendendolo: ricordiamo sempre che chi fuma non è una persona
libera; è entrato in questo meccanismo in un’età in cui non aveva
idee chiare e dovrà lottare duramente per uscirne. Comprensione non
significa scusa: chi fuma deve essere penalizzato da chi gli vuol bene
ogni qualvolta sia possibile per fargli aumentare la quota di dolore che
prova quando si accende una s. Non dimentichiamo che ad ogni s. la
persona vive uno scontro tra la parte di sub che prova dolore perché sa
che la sigaretta fa male e un’altra parte che proverebbe dolore se ci
fosse un calo di adrenalina: vincerà quasi sempre la seconda ma non
senza conseguenze, perché conflitto significa tensione e ciò causa una
perdita di energia e di equilibrio.

Penalizzare
significa disapprovare in maniera evidente e continua, senza mai però
scatenare quel meccanismo di rivolta che porterebbe ad aumentare il fumo
per ripicca. Può sembrare crudele essere asfissianti ed intransigenti ma
le cose cambiano se lo si è
solo su di un argomento così specifico. Basta essere disponibili su
qualsiasi altra cosa: il subconscio del soggetto interessato se ne
accorgerà immediatamente grazie al linguaggio non verbale (cioè quel
linguaggio dei toni e dei gesti ben più antico e ben più chiaro della
parola). Potranno volerci dei mesi oppure degli anni ma ricordiamo che
possiamo lavorare solo su due meccanismi e il dolore è il più
importante.

Un
altra parte la deve fare il medico che è in realtà un facilitatore. Può
aiutare cioè quelle persone che già sono intenzionate a smettere ma
che non hanno i mezzi per farlo autonomamente. Esistono infatti soggetti
che giungono ad un punto cruciale della loro vita e decidono di smettere
da soli, riuscendoci perché il dolore di continuare nel vizio è più
forte di quello di smettere. Tipico è il caso di un padre di famiglia a
cui un giorno si è avvicinato il figlio di 5 anni piangente il giorno
del suo secondo matrimonio. Subito preoccupato il genitore ha chiesto al
figlio il motivo del suo pianto e questi ha risposto: “ Papà ,io
voglio che ci sei anche tu quando <u>io</u> mi sposerò, perciò ti
prego, non fumare più!”.

Questa
persona ha smesso da sola. E' comunque possibile che in situazioni di
stress possa aver avuto la tentazione di ritornare al comportamento
precedente perché non ha chiesto  consiglio ad un medico
competente in materia.  

Chi
decide di smettere da solo spesso non sa cosa fa esattamente come chi comincia.
E’ quindi più esposto a recidive di chi si avvale di un esperto.
Durante l' ultima giornata mondiale contro il fumo è stato evidenziato
che chi si fa aiutare da persone competenti
ha una percentuale di riuscita
superiore dell'80%.



 
 
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