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Veterinaria La soppressione farmacologica dei sintomi negli animali

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Se ci sono effetti collaterali da farmaci si vedono
più rapidamente negli animali che negli esseri umani...

di
Stefano Cattinelli e Roberta Benini


Introduzione


 


Il
medico veterinario che si occupa di medicina complementare può notare,
fra le altre cose interessanti,  la
rapidità con la quale i diversi sintomi appaiono nell’organismo
animale, a seconda della modalità
terapeutica.


L’animale
ha una vita molto più breve della nostra, così anche l’intervallo
che passa dalla soppressione farmacologica al manifestarsi di un’altra
patologia è molto breve.


Noi
veterinari  possiamo
considerarci dei  privilegiati
in questo senso, a patto di aver sviluppato un’adeguata capacità di
osservazione e di collegamento delle varie modalità reattive
dell’organismo animale.


La
soppressione farmacologica o chirurgica provoca sempre un
approfondimento della patologia; vengono interessati anche tessuti
diversi, più specializzati, e in modo a volte irreversibile.


I
casi più evidenti riguardano sicuramente le patologie tumorali della
mammella, nelle quali la soppressione chirurgica non fa altro che
spostare nel tempo ( circa sei mesi ) e nello spazio ( vengono colpite
le altre ghiandole mammarie ) il problema.


Nel
caso di seguito descritto, l’effetto delle soppressioni farmacologiche
e chirurgiche risulta chiaramente.


 


Il
caso


 


Brick
è un cane meticcio di tre anni, di taglia media, con il pelo un po’
lungo, bianco e nero di 12 chili circa. 
E’ stato tolto ad una famiglia che lo maltrattava e quando è
arrivato nella nuova casa le manifestazioni di paura hanno continuato
ancora per mesi.


A
sei mesi è incominciato un prurito molto intenso, diffuso su tutto il
corpo; la diagnosi è stata rogna
sarcoptica
: trattamento soppressivo con antiparassitari iniettabili
e spugnature locali.


Guarito
in poco tempo da questa patologia è subentrata, dopo pochi mesi, una cataratta
bilaterale: operato.


Dopo
otto mesi dall’intervento, sull’occhio destro, si è manifestato un glaucoma:
l’occhio è stato asportato.


Dopo
altri sei mesi il cane ha incominciato a manifestare degli attacchi
periodici di epilessia.


La
terapia a base di fenobarbitale, è stata sospesa perché Brick non
mangiava più e non voleva neanche uscire. Ha ripreso le sue normali
funzioni dopo alcuni giorni dalla sospensione del trattamento.


E’
da notare che il cane, a partire dalla prima soppressione cutanea con
antiparassitari, è diventato sempre più aggressivo, fino ad essere ora 
quasi ingestibile. E ha solo tre anni!!!!!


Il
progressivo peggioramento della patologia iniziale può essere
agevolmente compreso tenendo come riferimento la tavola delle
omotossicosi.


 


 


 


TESSUTO
fase
di escrez. /fase di reazione /fase di deposito /fase
di impregnaz. /Fase di
degeneraz./ Fase neoplasti.


ECTODERMA


Epidermide                              
Rogna            
Cataratta         
Glaucoma  



oroderma




neuroderma                                                                        
                                                 Epilessia  



simp.derma



ENDODERMA


mucoderma



organoderma



MESENCHIMA


inter.derma



osteoderma




emoderma


linfoderma


cavoderma



MESODERMA


nefroderma



seroderma




germ.derma


muscoloderma



 


 


Da
una patologia cutanea periferica di tipo reattivo, con la soppressione
farmacologica, si è passati ad una fase di deposito; dopo
l’asportazione chirurgica della cataratta, il glaucoma rappresenta una
fase di impregnazione.


Le
crisi epilettiche interessano un altro tessuto, il neuroderma, e
appartengono ad una fase di degenerazione.


Più
la malattia si sposta  verso
destra nella tavola  più
grave diventa la patologia.


Più
va verso il basso ed interessa tessuti diversi e più grave diventa.


Viceversa
se si usano terapie che stimolano in maniera corretta l’energia
vitale, come l’omeopatia, l’agopuntura o l’omotossicologia, i
processi di guarigione seguiranno l’andamento inverso, esonerando le
tossine verso organi periferici.


 


Conclusioni


 


In
medicina umana la possibilità di capire i passaggi che l’energia
vitale compie all’interno dell’organismo non è così semplice;
collegare un sintomo con il successivo, a distanza di anni o decenni
comporta da parte del medico curante una attenta analisi ed una visione
d’insieme che , purtroppo , le specializzazioni tendono a frammentare.


Se
il veterinario sarà in grado di non ripete l’errore di fermarsi al
particolare, ma al contrario svilupperà la capacità di cogliere
l’insieme dei sintomi dell’organismo, sicuramente i primi a
beneficiarne saranno proprio gli animali.




 
 
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