Dimostrare che l’acqua ha memoria, significa confermare i principi che stanno alla base dell’omeopatia.
In seguito agli esprimenti del chimico svizzero Louis Rey, ritorna d’attualità la questione della memoria dell’acqua.
Ray ha studiato, attraverso tecniche di termoluminescenza, la struttura chimica del ghiaccio. Dal confronto dello spettro del ghiaccio puro e del ghiaccio ottenuto da soluzioni ultradiluite di cloruro di sodio e di cloruro di litio, è risultato che le strutture chimiche sono diverse nei due casi.
Questo significa che l’acqua è in grado di mantenere una memoria, ossia quella del reticolo di legami chimici dell’acqua alterati dai sali diluiti.
Ragionando per analogia, si può allargare il discorso alle soluzioni omeopatiche: sono anch’esse ultradiluite e quindi soggette a memoria chimica. (fonte: Medicina Naturale- set 2003)
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