Sementi transgeniche potrebbero aver contaminato le varietà native di mais nel sud del Messico, mettendo in pericolo la biodiversità di un alimento fondamentale per intere popolazioni.
Secondo la ricerca di Ignacio Chapela e David Quist, dell'Università di Berkeley, è emerso che molte varietà native di mais, raccolte nello stato di Oaxaca, nel sud del Messico, presentano modificazioni genetiche.
In particolare è stata evidenziata la presenza del virus del mosaico del cavolfiore, già utilizzato precedentemente per ingegnerizzare il mais.
Anche il governo messicano si è attivato e ha commissionato all'Università autonoma del Messico e al Centro di ricerche e studi avanzati del Politecnico (Cinvestav) l'analisi di mais raccolto in venti diverse località nei dintorni di Oaxaca.
Dall'analisi è emerso che mediamente il 12 per cento delle piante contiene Dna transgenico, con punte del 35 per cento in alcune zone.
La fonte principale di contaminazione del mais messicano potrebbe essere dovuta proprio all'importazione, per la maggior parte dagli Stati Uniti, di sementi utilizzate per la semina e non per l'alimentazione animale, come prevede la legge. (www.sissa.it)
Il problema è che il mais per noi europei è utilizzato solo da poche centinaia di anni. Pertanto viene riconosciuto meno dal sistema immunitario di altri cereali. Se poi lo andiamo anche a modificare geneticamente, la probabilità di intolleranze aumenta di molto.
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